San’kja Stampa E-mail

Zachar Prilepin

San’kja

Voland, pagg.384, € 14,00

 

prilepin_sankja  IL LIBRO – La mamma infermiera di notte, il padre morto alcolizzato, San’kja è uno degli innumerevoli figli della dimenticata periferia rurale russa. Sbandato, arrabbiato col mondo, indifferente e ostile a qualsiasi ideologia, San’kja sogna una patria inesistente. In un crescendo di disperata violenza tenterà, insieme ai giovanissimi compagni del partito rosso bruno – i suoi amici, il suo amore, la sua vera famiglia – di distruggere un ordine neoborghese che odia, di scatenare la rivoluzione...

  DAL TESTO – “Saša guardò Negativo, e una volta ancora ne apprezzò il coraggio saldo, indiscutibile, non ostentato. Negativo non aveva davvero paura di essere picchiato, anche brutalmente, ed era del tutto indifferente alle minacce. Più di una volta lo avevano pestato coi manganelli, per aver scritto con la vernice nera frasi del tipo "Crepa, governatore!" sui muri di edifici governativi e per aver lanciato, allo stesso governatore, una torta in faccia. Circa sei mesi prima lo avevano arrestato e per due giorni gli avevano materialmente estorto delle deposizioni sui compagni: una settimana prima la locale sezione di Unione aveva dato fuoco a un ufficio di Scientology. Sul luogo dell'incendio erano sopraggiunti i pompieri, ma ne era venuto fuori un bel putiferio. Dopo due giorni di torture Negativo era stato rilasciato. Per un mese e mezzo lo aveva aiutato a mangiare, vestirsi e allacciarsi le scarpe il fratello minore, Posi, l'esatto contrario di Negativo: un ragazzino di tredici anni spigliato e col sorriso stampato sulla faccia insolente, il più piccolo degli unionisti del posto...
  “Sì, loro si definivano unionisti. Questa parola, all'inizio senza senso, col tempo aveva acquisito corpo, risonanza e significato.
  “Del resto, i giornalisti con il solito garbo li avevano spesso definiti, giocando con le iniziali del nome del partito, udiccini e a volte, quando volevano umiliarli o alludere alla giovane età dei ragazzi, unioncini o ricostituenti.”

   L’AUTORE – Zachar Prilepin è nato nel 1975 a Nižnij Novgorod, Russia. Veterano della guerra in Cecenia (1996-1999), dove era arruolato negli OMON, i corpi speciali russi, è giornalista, redattore della Novaja gazeta e membro della Drugaja Rossija (L'Altra Russia). Considerato uno dei migliori prosatori della Russia di oggi soprattutto per la lingua innovativa ed evocatrice, ha pubblicato romanzi e racconti. Campione di incassi, l’autore è stato finalista ai più importanti premi letterari russi degli ultimi anni (Nacionalnyj bestseller, Russkij Buker ecc.) e molti ne ha vinti, tra cui recentemente il Premio Super-Nacbest per il suo libro Grech (Il peccato), giudicato il miglior romanzo degli ultimi dieci anni. Sposato, ha quattro figli. I suoi libri sono tradotti in numerose lingue.