Mussolini, il primo sportivo d’Italia Stampa E-mail

Andrea Bacci

Mussolini, il primo sportivo d’Italia
Il duce, lo sport, il fascismo, i grandi campioni degli anni Trenta

Bradipolibri, pagg.106, € 13,00

 

bacci_mussolini  IL LIBRO – Di sport e fascismo Andrea Bacci si era già occupato in passato, con Lo sport nella propaganda fascista. L’argomento è sempre caldo, soprattutto alla voce «propaganda»: basta guardarsi attorno per coglierne i motivi, i pretesti, le risonanze. Anche in Italia. L’attività agonistica ha accompagnato la storia del mondo, ha coinvolto sistemi e regimi, è stato oppio e adrenalina. Con Il primo sportivo d’Italia, l’autore torna su un tema a lui caro e lo sviscera attraverso il rapporto diretto che ha legato Benito Mussolini all’attività agonistica; e ai benefici di natura politica che ne avrebbe voluto ricavare. Si tratta di un viaggio che spiega l’uso e l’abuso di una dottrina che, sfogliata con mano ferma e diffusa da pulpiti forti, consentì alla dittatura di cementare il proprio ego.

  DAL TESTO – “Lo sport rappresentò agli occhi del fascismo uno strumento e un'opportunità perfetta, quindi da non perdere, per incentivare i processi di identificazione nazionale e fascista, attraverso l'enfasi competitiva propria delle attività agonistiche, per veicolare poi un'immagine dinamica, attiva e aggressiva del popolo italiano. Non va inoltre trascurata l'idea che con l'uso del tempo libero e dello sport il regime mise in pratica un necessario e puntuale controllo sociale, capace di penetrare in tutte le pieghe della società italiana. Nell'ideologia fascista che per la ricerca dell'"uomo nuovo" aveva tra le sue parole d'ordine l'azione, il movimento collettivo, la giovinezza, non poterono rimanere estranei i concetti sportivi dell'educazione fisica e spirituale. I giovani erano i fascisti, chi non era fascista era vecchio, inutile, indegno di esistere. La cultura fascista del giovanilismo e lo sport erano, nell'ideologia del regime, intimamente collegati. Per il fascismo diventò necessario educare, oltre al cervello degli italiani, anche il loro fisico, temprarlo e prepararlo alle difficoltà belliche che prima o poi sarebbero giunte, e ciò non poteva essere fatto se non con una pratica generale e generalizzata delle attività sportive. Nelle idee fasciste lo sport non servì solo a distogliere gli italiani da pensieri più pericolosi come la politica, ma anche (e soprattutto) come mezzo educativo vero e proprio. Antonio Ghirelli, uno dei più grandi giornalisti sportivi della storia italiana, analizzando il fascismo e lo sport in diverse sue opere, ha scritto che il regime, pur nella visione agonistica quale "fenomeno di massa capace di concentrare su di sé il fervore di milioni di italiani distraendoli dalla lotta politica e sindacale", vedeva nello sport "anche una grande scuola per l'Italia aggressiva e militarizzata che sognava di educare per la sua politica di espansione imperiale". Per lo stesso autore può dirsi vero che Mussolini fu il primo statista del Novecento a "intuire le immense potenzialità propagandistiche dello sport e a utilizzarle nel contesto dell'ideologia fascista e del suo sistema di potere", ma Ghirelli ci tiene ad aggiungere che i rapporti tra sport e società erano già mutati quando "il Duce mise la camicia nera al CONI e alle Federazioni sportive". Infatti, la guerra aveva "trasformato il costume, allargato gli orizzonti, accelerate le comunicazioni, strappato i contadini all'isolamento e le donne alla casa".”

  L’AUTORE – Andrea Bacci, una laurea in Scienze Politiche, è impiegato statale di giorno e scrittore di sport di notte. Superati ormai di slancio i venticinque libri pubblicati (tutti riscontrabili sul suo sito www.andreabacci.org e in quello collettivo www.scrittoridisport.it), continua ancora imperterrito a coltivare la passione della ricerca storico-sportiva. Nel 2007 ha ottenuto un premio Selezione Bancarella Sport, bissando il riconoscimento fuori concorso nella stessa manifestazione per Lo sport nella propaganda fascista, il suo primo libro pubblicato per Bradipolibri nel 2002.

   INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Giovanni Malagò – Presentazione, di Bruno Gozzelino – Prefazione, di Roberto Beccantini – Introduzione (Il fascismo, lo sport, gli italiani - Il fascismo al potere - Fascismo e sport, genesi di un connubio) - L'evoluzione delle teorie sportive durante il regime (Lando Ferretti e la "Nazione sportiva" - Il CONI del dopo-Ferretti: da Turati ad Arpinati - La stravagante (contro)rivoluzione di Achille Starace) - Il primo sportivo d'Italia (Mussolini e lo sport - Il duce sportivo - I gerarchi sportivi) - I grandi successi sportivi dell'epoca fascista (Il trionfo del "campionismo" - Le Olimpiadi - Gli eroici anni del ciclismo - L'atleta fascista per antonomasia: Primo Carnera) – Conclusioni - Ringraziamenti