La società degli straccioni Stampa E-mail

Max Stirner

La società degli straccioni
Critica del liberalismo, del comunismo, dello Stato e di Dio

Editrice Clinamen, pagg.68, € 9,90

 

stirner_straccioni  IL LIBRO – «Anche l’ultimo straccio è caduto, resta la vera nudità, spogliata da tutto ciò che le è estraneo. Lo straccione ha tolto via da sé la straccioneria stessa e con ciò ha cessato di essere ciò che era, uno straccione. Io sono stato uno straccione, ma non lo sono più!». Il volume – esaurito nella prima edizione e ora riproposto in una forma completamente riveduta ed ampliata – raccoglie quel che di più esplosivo c’è nella critica politica, sociale e religiosa di Stirner. Leggendo queste polemiche pagine sul liberalismo, sul comunismo, sullo stato e su Dio ci si può “scottare a quel fuoco” che “appiccato prima del 1848” oggi avvampa, quasi specchio profetico di quanto segna le vicende in cui, nostro malgrado, ci troviamo coinvolti, “ostaggi” di un potere globale che del plebiscitario consenso intorno a presunti “valori condivisi” fa dispositivo di “democra-tico governo”. Stirner ci insegna a non fidarci, ad esercitare una critica spietata e radicale, a far conto soltanto sulla nostra intelligenza e sulle nostre capacità senza delegare ad alcuno diritti di rappresentanza.

  DAL TESTO – “Noi siamo soliti classificare gli stati a seconda del modo in cui "il potere supremo" è suddiviso. Se ce l'ha uno solo è monarchia, se ce l'hanno tutti è democrazia etc. Ecco qua il potere supremo! Potere contro chi? Contro il singolo e la sua "volontà propria". Lo stato esercita il "potere", il singolo non può farlo. È peculiare dello stato l'attività di potere, ed il suo potere lo chiama "diritto", quello del singolo lo chiama "delitto". Delitto, dunque, si chiama il potere del singolo, e solo grazie al delitto il singolo può spezzare il potere dello stato, se egli è dell'opinione che lo stato non è al di sopra di lui bensì che lui è al di sopra dello stato. [... ]
  “Tutte le forme di governo risultano unicamente dal principio che tutto il diritto e tutto il potere appartengono alla collettività del popolo. Nessuna di queste, infatti, tralascia un tale richiamo alla collettività, il despota, così come il presidente o qualsivoglia aristocrazia etc. agiscono e comandano "nel nome dello stato". È in loro possesso il "potere dello stato", ed è del tutto indifferente che questo potere-dello stato venga esercitato dal popolo in quanto collettività di tutti i singoli - ammesso che ciò sia possibile – oppure soltanto dai rappresentanti di questa collettività, siano questi molti, come nelle aristocrazie, oppure uno solo, come nelle monarchie. Sempre la collettività è al di sopra del singolo, ed ha un potere che è detto legittimo, cioè che è legge, diritto. Di fronte alla sacralità dello stato, il singolo è solo un vaso del disonore, nel quale restano "alterigia, malevolenza, desiderio di derisione e mania di oltraggio, indecenza etc." non appena questi ritenga che non si debba più riconoscere quella sacralità, lo stato. La boria spirituale dei servitori e dei sudditi dello stato possiede deliziose punizioni nei confronti della profana "alterigia".”

  L’AUTORE – Max Stirner (pseudonimo di Johann Caspar Schmidt) nasce a Bayreuth nel 1806. Studia a Berlino, ascoltando corsi di Hegel, Schleiermacher, Michelet. Dal 1839 insegna in una scuola privata di Berlino per fanciulle di buona famiglia. Dal 1842 si fa vedere nel gruppo dei Liberi, che raccoglieva i più noti radicali di sinistra, e comincia a collaborare con giornali e riviste, fra cui la «Rheinische Zeitung», di cui Marx diventerà redattore. Dopo la pubblicazione dell'Unico, si dedica a tradurre Adam Smith e J.-B. Say, esegue lavori di compilazione, finisce due volte in prigione per debiti e infine muore, oscuramente, nel 1856.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione. Una spettrale immaterialità, di Fabio Bazzani - Max Stirner, La società degli straccioni - Una introduzione possibile - 1. Un Dio spettrale - 2. La spettrale forma dello stato - 3. Le ipocrisie e gli inganni del presente - 4. L'inganno e la miseria dell'avvenire - Una conclusione possibile