Julius Evola. Antimoderno e ultramoderno Stampa E-mail

Paolo Rizza

Julius Evola
Antimoderno e ultramoderno


Edizioni Solfanelli, pagg.96, € 9,00

 

rizza evola  IL LIBRO – Tracciando il proprio percorso culturale ed esistenziale ne "Il cammino del Cinabro", Julius Evola ricordava che il suo «incontro con pensatori come Nietzsche, Michelstaedter e Weininger... valse ad alimentare una tendenza di base, anche se, a tutta prima, informe confuse e in parte distorte, quindi con una mescolanza del positivo col negativo».
  Tale indicazione fornisce inoppugnabili riprove del fatto che il rapporto istituito dal pensiero del filosofo "trans idealista" con le dimensioni plurime della modernità, si rivela gravido di implicazioni ben più complesse di quanto non traspaia da giudizi e interpretazioni che tendono a isolare i presupposti della sua riflessione politica dal retroterra metafisico e intellettuale del tradizionalismo "neo-pagano".
  In conformità a questa fondamentale premessa, le pagine seguenti tentano di lumeggiare come l'opera evoliana sia caratterizzata da una paradossale e ardua coesistenza tra l'accettazione delle occultate radici esoteriche del mondo moderno e il ripudio delle sue conseguenti proiezioni storico-politiche.

  DAL TESTO – "[...] Evola ritiene che l'avvento dell'era moderna, considerata in rapporto alle sue espressioni culturali, etiche e politiche, rientri in un ciclo storico che contempla un graduale e precipitoso allontanamento da una concezione metafisica del potere.
  "La progressiva decomposizione delle strutture gerarchiche orientate ad attuare politicamente e socialmente la visibile attualizzazione di un ordine trascendente, è uno dei sintomi più vistosi di un processo che, in forza della sua negatività, culmina nell'esclusione di elementi e principi superiori alla realtà umana.
  "In tale prospettiva, che nega il carattere soprannaturale, unico e assoluto della Rivelazione cristiana, il predominio della sensibilità laica e umanistica, si compie attraverso un anticattolicesimo, che avrebbe potuto sortire conseguenze positive soltanto ove si fossero valorizzate le componenti di una spiritualità pagana ed esoterica; viene così disconosciuta la funzione fondamentale che il Cristianesimo ha adempiuto nel costituire l'asse e la sintesi della civiltà medioevale.
  "Ciò presuppone inoltre per Evola una tendenziale separazione tra Cristianesimo e Cattolicesimo in una singolare angolazione ermeneutica che recupera e riscatta parzialmente il ruolo assolto da quest'ultimo nell'aver assimilato alcuni aspetti formali della romanità e nell'aver "purificato", la fede dal suo originario retroterra semitico."

  L'AUTORE – Paolo Rizza è nato a Roma nel 1969; laureato in Filosofia nel 1992 presso la II Università di Roma, ha conseguito nel 1995 la laurea in Lettere. Insegna Storia e Filosofia in un Liceo Classico di Roma. Ha pubblicato: "Pagine dantesche" (Settimo Sigillo, Roma 1996), "Dopo Gentile. Problemi ed esiti dell'attualismo in Carlini e Spirito" (Settimo Sigillo, Roma 1999), "Attilio Mordini e il senso della Tradizione" (Controcorrente, Napoli 2004), "Guardia di Ferro" (Solfanelli, Chieti 2009), La Falange spagnola (Solfanelli, Chieti 2011) e "Julius Evola. Antimoderno o ultramoderno?" (Solfanelli, Chieti 2014). Attualmente collabora alle riviste "L'Alfiere" e "Storia e Verità".

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Primo Siena - Julius Evola. Antimoderno o Ultra moderno? - Introduzione – I. Metafisica della modernità – II. La tradizione fra motivi reazionari e suggestioni moderne – III. I segni dell'età oscura - Bibliografia essenziale - L'Autore