A ferro e fuoco Stampa E-mail

Manuel Chaves Nogales

A ferro e fuoco

La Nuova Frontiera, pagg.336, € 16,00

 

nogales ferro  IL LIBRO – "A ferro e fuoco" è il titolo che Manuel Chaves Nogales ha dato a una raccolta di nove racconti sulla Guerra Civile Spagnola. Nelle pagine del libro l'autore ritrae con maestria un Paese che, dopo il crollo della Repubblica, è attraversato da bande di avventurieri che in nome dell'ideologia sono pronte a compiere le più nefande efferatezze. Nelle sue parole però non c'è nessuna traccia di un'ipocrita equidistanza, ma solo la tensione caratteristica del buon giornalismo che si batte per la ricerca della verità. "A ferro e fuoco" è un'opera fondamentale, che s'inserisce nella tradizione di "Omaggio alla Catalogna" di George Orwell, necessaria ora più che mai per rileggere, sotto una nuova luce, la recente storia d'Europa.

  DAL TESTO – "Scovarono il vecchio comandante in una malfamata pensione in calle Hortaleza. Era avvolto nelle lenzuola, giallo in volto e con i baffi trascurati, quando il portiere e la proprietaria della pensione, tradendolo, accompagnarono i miliziani di Arabel fino ai piedi del letto in cui dormiva. Diede spiegazioni inverosimili sulla sua presenza in quel luogo. Era evidente che fosse la paura degli squadroni delle retrovie a metterlo in fuga dal suo domicilio per poter dormire con un po' di tranquillità lì dove pensava che non sarebbero andati a cercarlo. Così, con lo stesso patema d'animo, vivevano a Madrid migliaia di esseri umani. Ogni militare, solo per il fatto di esserlo, era un presunto nemico del popolo. Il generale Mola aveva detto alla radio che su Madrid stavano avanzando quattro colonne di forze nazionaliste, ma che contava anche su una "quinta colonna" nella stessa Madrid, il più efficace contributo alla conquista della capitale. Di rado una semplice frase è costata così tante vite. Ogni volta che ai miliziani capitava sottomano un caso incerto, quando non c'erano prove concrete contro un sospettato che credeva di aver confutato le accuse che gli erano state mosse, il ricordo della minaccia di Mola gli si ritorceva contro e con lo spauracchio "nel caso fosse della quinta colonna" si votava immancabilmente per la prigione o la fucilazione. È stata la frase più infelice mai pronunciata in Spagna.
  ""Nel caso fosse della quinta colonna", i miliziani prelevarono il comandante di artiglieria. Mentre si alzava e si vestiva balbettava impacciate dichiarazioni di adesione al regime e di lealtà al popolo. La sua triste figura di Don Chisciotte in mutande, umiliato e timoroso, non impietosì i miliziani i quali, indicandogli il cammino con le loro pistole, lo fecero uscire, lo infilarono in un'auto e lo portarono in periferia. Nel tragitto il vecchio comandante riuscì a recuperare la serenità e il decoro di fronte all'evidenza dell'inevitabile."

  L'AUTORE – Manuel Chaves Nogales nasce a Siviglia nel 1897. Inizia sin da giovane l'attività giornalistica prima nella sua città natale e poi a Madrid. Tra il 1927 e il 1937 raggiunge il culmine della sua carriera scrivendo due celebri reportage – "El maestro Juan Martínez que estaba allí" e "Juan Belmonte, matador de toros" (Neri Pozza, 2014) – e assumendo, nel 1931, la direzione della rivista Ahora. Allo scoppio della Guerra Civile si mette al servizio della Repubblica e continua il suo lavoro di giornalista. Dopo la vittoria delle truppe franchiste lascia la Spagna e va in esilio prima a Parigi e poi a Londra, dove muore nel 1944.

  INDICE DELL'OPERA – Prologo - Nota - Massacro, massacro! - Le gesta dei cavalieri - E in lontananza, una lucina - La Colonna di Ferro - Il tesoro di Briesca - I guerrieri marocchini - Viva la morte! - Bicornia - Consiglio operaio