Il respiro della coscienza Stampa E-mail

Aleksandr Solženicyn

Il respiro della coscienza
Saggi e interventi sulla vera libertà 1967-1974

Jaca Book, pagg.238, € 20,00

 

solzenicyn respiro  IL LIBRO – Quando nel 1942 raggiunge il fronte di guerra, Solženicyn ha la mente e il cuore pieni di progetti eroici e rivoluzionari, ma non immagina il vertiginoso itinerario che lo aspetta: ufficiale comandante di un'unità, condannato per attività antisovietica a otto anni di lager e al «confino a vita», ammalatosi di cancro e infine riabilitato nel 1957. A parte la malattia, era stata questa la sorte anche di milioni di altri sovietici. Solženicyn ha vissuto l'immersione nella realtà del suo popolo, vessato e sterminato, come impellente necessità di aderirvi con ogni capacità e risorsa, e questo ha comportato – anche da detenuto – un incessante lavoro, durato quindici anni, di affinamento d'ogni strumento letterario per adempiere la missione che si era dato: narrare veridicamente ogni cosa del proprio popolo e della sua storia. Questo l'antefatto, senza il quale non si capisce l'improvvisa, clamorosa irruzione nella letteratura mondiale, con "Una giornata di Ivan Denisovič" e poi, via via, "Arcipelago Gulag" e i grandi romanzi, di un narratore di tale portata. Ma neanche si spiegherebbe la sua vigorosa ed efficace attività sociale e pubblicistica, espressa in saggi e interventi. Jaca Book ne ha seguito gli sviluppi fin dall'inizio, nel 1967, diffondendo nel mondo i documenti della battaglia per la libertà della letteratura, ma ha anche fatto conoscere in Italia, delle sue opere letterarie, il «romanzo di formazione» "Ama la Rivoluzione!" del 1948-1958, nonché – in una ideale simmetria – quasi tutti gli ultimi scritti: racconti e un romanzo breve composti tra il 1993 e il 1998. Presentando ora questi testi, per la prima volta tradotti dalle versioni definitive, della sua più fervida stagione pubblica, quella del «ritorno del respiro e della coscienza», Jaca Book integra l'ideale ritratto di un gigante della storia culturale e sociale del suo Paese. Un cahier di fotografi e dall'Archivio della famiglia ne restituisce anche visivamente la straordinaria vicenda.

  DAL TESTO – "Noi - tutti noi, la nostra comune civiltà - ci siamo come imbarcati su una giostra, la stessa per tutti, e abbiamo compiuto un lungo percorso orbitale. Come per i bambini sui cavalli della giostra nel loro giro, ci era sembrato non dovesse finire mai - sempre avanti, sempre più veloci, mai di lato, mai di sghembo. Questa severa traiettoria orbitale è stata: Rinascimento - Riforma - illuminismo - rivoluzioni fisiche cruente - società democratiche - tentativi socialisti. Questo percorso non poteva essere evitato giacché a suo tempo il Medioevo non aveva saputo trattenere l'umanità, visto che pretendeva di realizzare il Regno di Dio sulla Terra con la costrizione e la confisca dei diritti essenziali della persona a vantaggio del Tutto. Ci trascinavano, ci spingevano nello Spirito con la violenza e noi ci siamo svincolati gettandoci a capofitto nella Materia, e anche qui senza limiti. E ha avuto in tal modo inizio la lunga epoca dell'individualismo umanistico, e l'edificazione di una civiltà basata sul principio: l'uomo è la misura di tutte le cose, e l'uomo è più di tutto.
  "Si è trattato di un ineluttabile cammino che nel complesso ha assai arricchito l'esperienza del consorzio umano ma ecco che anch'esso, sotto i nostri occhi, è prossimo a esaurirsi: gli errori negli enunciati fondamentali, non abbastanza valutati all'inizio di quel percorso, ora presentano il conto. Elevando a suprema misura di tutte le cose l'uomo, con tutta la sua imperfezione e cupidigia, consegnandosi senza limiti né freni alla Materia siamo arrivati all'inquinamento, al dilagare dei rifiuti, affondiamo in un mare di spazzatura, che colma fino all'orlo tutte le sfere della nostra esistenza quotidiana. Nella sfera materiale questa contaminazione globale è fin troppo evidente, ha avvelenato l'aria, l'acqua, gran parte delle terre abitate e comincia a invadere gli altri ambienti; allo stesso modo ha oscenamente premiato i nostri poderosi sforzi produttivi, caricando quotidianamente ogni singolo e ogni famiglia di allettanti stampati pubblicitari, impacchettature e plastiche varie che poi defluiscono in imponenti masse di rifiuti urbani. Ma anche nella sfera cosiddetta spirituale questa spazzatura ci intasa, ci soffoca - in quantità voluminose, che esorbitano dalla capienza dei nostri occhi, orecchi, del nostro petto. Ci imbottiscono senza sosta di squillanti postulati pretendendoli universali e pacifici per tutti, mentre invece sono solo ideuzze mediocri e piatte, come, per dire, la pseudoscienza o l'arte da parati che le accompagnano, come tutto ciò che non riconosce sopra di sé alcuna responsabilità che travalichi quella dell'Individuo, nel senso di tu, io e chiunque dica la sua, come gli viene l'estro. La civiltà del frastuono ci ha completamente privati di una vita interiore raccolta, ha trascinato le nostre anime al mercato: quello dei partiti o quello dei commerci. Nella sfera sociale il nostro plurisecolare cammino è sfociato in alcuni casi sull'orlo dell'anarchia, in altri in uno stabile dispotismo. In mezzo a questi due temibili esiti, i governi democratici si rivelano, sotto i nostri occhi l'uno dopo l'altro, impotenti e irrilevanti - per il fatto che le varie formazioni al loro interno, piccole o grandi, non vogliono saperne di autolimitarsi a favore del Tutto. Questa consapevolezza che deve pur esserci un qualche Tutto, qualcosa di Superiore - qualcosa che un tempo poneva un limite alle nostre passioni e irresponsabilità - l'abbiamo perduta chissà dove. Ma questa idea da noi smarrita è stata ripresa e custodita con sollecitudine dalle feroci tirannie moderne e in particolare tempestivamente riproposta col nome di Socialismo. Ma l'insegna è ingannevole e il termine improprio: il mezzo secolo della sua applicazione mostra a sufficienza che anche là delle masse abbiamo fatto strame per la vita agiata di piccoli gruppi - per giunta di gente dappoco, immondizia."

  L'AUTORE – Aleksandr Solženicyn (1918-2008), premio Nobel per la letteratura nel 1970, è il più importante e noto scrittore russo della seconda metà del Novecento. Celebre per i suoi racconti pubblicati su «Novyj mir» dopo il 1962, poi espulso dall'URSS nel 1974 per le opere proibite e pubblicate solo all'estero tra cui "Arcipelago Gulag", "Il primo cerchio", "Divisione cancro" e "La Ruota rossa" e i dirompenti saggi e interventi pubblici, dopo un esilio di vent'anni è rientrato in Russia. Di Solženicyn Jaca Book ha pubblicato: "Il mestiere dello scrittore. Tra autoritarismo e sfruttamento" (1968 e 1979), "Ama la Rivoluzione!" (2012), "L'uomo nuovo. Tre racconti" (2013) e "Racconti di guerra" (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione: Sette anni della vita di Aleksandr Isaevič, di Sergio Rapetti - La battaglia per la letteratura (Lettera al IV Congresso dell'Unione degli scrittori dell'URSS (sostitutiva d'intervento), 16 maggio 1967 - Lettera al Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 12 settembre 1967 - Trascrizione degli interventi alla riunione del Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 22 settembre 1967 - Lettera al Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 1° dicembre 1967 - Lettera a un membro dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 16 aprile 1968 - Lettera al Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 18 aprile 1968 - Lettera aperta al Segretariato dell'Unione degli scrittori della Repubblica russa (RSFSR), 12 novembre 1969 - Discorso commemorativo in morte di Aleksandr Tvardovskij, 27 dicembre 1971) - Riscoprire i valori spirituali (Lettera a Pimen, Patriarca di tutte le Russie, marzo 1972 - Discorso per il Nobel 1970, fine 1971-inizio 1972 - Quando ritornano il respiro e la coscienza, ottobre 1973 - Pentimento e autolimitazione come categorie della vita nazionale, novembre 1973 - Intellighenzia e «ceto istruito», gennaio 1974) - Vivere secondo verità, contro la menzogna (Intervista al «Time», 19 gennaio 1974 - Dichiarazione alla stampa, 2 febbraio 1974 - In caso di arresto. Scritto nell'agosto 1973, reso pubblico il 13 febbraio 1974 - Vivere senza menzogna!, Mosca, 12 febbraio 1974) - Una sola via d'uscita: andare più in alto (Traiettoria orbitale, Zurigo, 31 maggio 1974 - Discorso alla Harvard University, Cambridge (MA), 8 giugno 1978)