La Grande Guerra e la rivoluzione proletaria Stampa E-mail

Stefano Fabei

La Grande Guerra e la rivoluzione proletaria
I sindacalisti rivoluzionari dal neutralismo all'interventismo


in edibus, pagg.184, € 18,00

 

fabei grandeguerra  IL LIBRO – Un secolo fa, tra l'agosto del 1914 e il maggio del 1915, mentre in Europa già infuriava lo scontro tra gli eserciti delle più importanti potenze, l'Italia fu teatro al suo interno di contrapposizioni spesso drammatiche che riguardarono fronti compositi, uno favorevole all'entrata in guerra, l'altro contrario. In questo libro si ricostruiscono le fasi attraverso cui il sindacalismo rivoluzionario italiano - o meglio, alcune delle sue più rappresentative componenti - passò dal campo neutralista a quello interventista e quanto pesò tale contributo. Un'approfondita analisi permette, inoltre, di comprendere le condizioni critiche in cui si trovava il movimento rivoluzionario nel nostro Paese - socialisti, anarchici, sindacalisti e repubblicani - al momento dell'attentato di Sarajevo (28 giugno 1914) e all'inizio delle agitazioni in favore dell'entrata dell'Italia nel Primo conflitto mondiale a fianco delle forze dell'Intesa. Un ulteriore apporto alla comprensione delle origini del Fascismo.

  DAL TESTO – "Per Sergio Panunzio la conflagrazione europea avrebbe indebolito il capitalismo aprendo di conseguenza la strada all'affermazione del Socialismo e del sindacalismo; per lui l'interventismo era la logica conseguenza della posizione che aveva assunto dopo il congresso socialista di Ancona e che almeno nella parte di critica alle prospettive del rivoluzionarismo socialista la Settimana rossa aveva confermato. Dalla guerra in corso, e da quanto più essa fosse stata dura e lunga sarebbe, rivoluzionariamente, scattato il Socialismo in Europa. Alle guerre esterne sarebbero seguite le interne, cui avrebbe fatto seguito «la grande luminosa giornata del Socialismo», di un Socialismo che doveva essere voluto e che, dato il momento, era possibile ottenere. I sostenitori della causa della pace erano di conseguenza coloro che volevano conservare il capitalismo.
  "Organizzatore, più che teorico come Panunzio, Alceste De Ambris, prendeva in considerazione le conseguenze immediate del conflitto. Per lui bisognava soprattutto salvare le condizioni di vita e di libertà politica già conquistate dal proletariato italiano, base per un'azione rivoluzionaria, dalle conseguenze, interne e internazionali, di una vittoria del feudalismo e delle forze più reazionarie europee rappresentate da Germania e Austria-Ungheria. Il proletariato dinanzi a tale prospettiva doveva assumersi la sua parte di responsabilità perché nel caso in cui il kaiserismo e il pangermanesimo degli Imperi centrali avessero vinto, non vi sarebbe stata nessuna forza atta a controbilanciarli. Qualora, invece, quelle «roccaforti reazionarie» fossero state sconfitte si sarebbero avuti benefici economici, politici e morali, fra cui il Socialismo sollevato dall'ossessione pangermanistica e divenuto veramente internazionale, il sindacalismo autonomista e libertario al posto del centralismo autoritario e forse anche la rivoluzione dei popoli tedeschi liberati. La guerra era quindi necessaria per affrancare il mondo dai sopravvissuti, ingombranti detriti del Medioevo. Occorreva far trionfare la libertà, premessa per l'avvenire."

  L'AUTORE – Nato a Passignano sul Trasimeno nel 1960, laureato in Lettere moderne, Stefano Fabei insegna presso l'Istituto di istruzione superiore «Giordano Bruno» di Perugia. È autore di numerosi saggi sui rapporti intercorsi tra i vari movimenti di liberazione del Terzo Mondo. Sue ricerche sono apparse su "Sacro e Profano", "Studi piacentini", "Eurasia", "Nuova Storia Contemporanea", "I sentieri della ricerca", "Enciclopedia Treccani". Nel 1996 ha pubblicato, con la Società Editrice Barbarossa, "Guerra e proletariato". Per Mursia, pubblica la più complessa e documentata indagine sulla politica italiana e tedesca nei confronti del mondo arabo e dell'Islam, dalla fine della Prima Guerra Mondiale al 1945, "Il fascio, la svastica e la mezzaluna" (2002), tradotto in Francia nel 2005. Seguono "Una vita per la Palestina" (2003), "Mussolini e la resistenza palestinese" (2005). Pubblica inoltre "I cetnici nella Seconda Guerra Mondiale" (2006), "La legione straniera di Mussolini" (2008), "Operazione Barbarossa, 22 giugno 1941" (2010), "I neri e i rossi" (2011) e "Fascismo d'acciaio, Maceo Carloni e il sindacalismo a Terni" (2013). Nel 2014 pubblica per in edibus "«Tagliamento», la legione delle Camicie nere in Russia (1941-1943)".

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione – Premessa - Capitolo I. Italia 1914 - Capitolo II. Neutralisti e interventisti - Capitolo III. Internazionale dei lavoratori e sindacalismo rivoluzionario - Capitolo IV. Azione diretta e sciopero generale - Capitolo V. Di fronte alla guerra - Capitolo VI. Tra i sindacalisti rivoluzionari si affaccia la tesi interventista - Capitolo VII. La febbre bellicista si propaga anche tra gli anarchici - Capitolo VIII. 13-14 settembre 1914: a Parma i sovversivi si dividono - Capitolo IX. «Pagine libere» - Capitolo X. A fianco di Mussolini – Appendice (Appello ai lavoratori italiani lanciato dal Fascio rivoluzionario di azione internazionalista il 5 ottobre 1914 - Breve profilo biografico dei principali sindacalisti rivoluzionari favorevoli all'intervento) - Bibliografia