La Guardia Nazionale Repubblicana Stampa E-mail

Stefano Fabei

La Guardia Nazionale Repubblicana
nella memoria del Generale Niccolo Nicchiarelli
1943-1945


Mursia, pagg.217, € 18,00

 

fabei nicchiarelli  IL LIBRO – Tra le forze armate della RSI, la Guardia Nazionale Repubblicana fu la prima ad essere istituita e una delle più consistenti per numero di uomini. Vi confluirono le Camicie nere della Milizia e i Carabinieri, tra loro diversi per sentimenti politici e tradizioni: ne risultò, come disse Rodolfo Graziani, «un ibrido e naturalmente non riuscito connubio». Tuttavia la GNR, agli ordini di Renato Ricci, poi del Duce, cercò di assolvere i propri compiti, primo fra tutti il controllo del territorio. È quanto emerge dalla memoria di Niccolo Nicchiarelli il quale, incaricato nel 1943 di presentare un progetto di costituzione della Guardia, dall'estate del 1944 ne diventò, in quanto capo di Stato Maggiore di Mussolini, il vicecomandante. Con tale ruolo cercò di salvare i Carabinieri dai progetti di eliminazione tentati dai tedeschi con il sostegno dei fascisti intransigenti che consideravano la Benemerita fedele al re traditore. Per Nicchiarelli, invece, quest'arma, «unica forza di polizia disciplinata e tecnicamente preparata» a disposizione, doveva comunque essere salvaguardata per presidiare il territorio nazionale dopo la fine del fascismo e garantire la continuità dello Stato, a prescindere dalla sua caratterizzazione politica. La GNR aveva assoluta necessità dei Carabinieri per assolvere i servizi d'istituto che i provenienti dalla Milizia non potevano ancora conoscere e svolgere con adeguata preparazione.

  DAL TESTO – "Per mentalità, carattere e cultura, Nicchiarelli fu sempre un uomo d'ordine e questo, insieme al suo realismo e alla sua sincerità, lo mise talvolta in cattiva luce agli occhi degli intransigenti, dei radicali, dei rivoluzionari sognatori: nel 1921 appoggiò la svolta a destra del Duce; assunse una posizione autonoma e intermedia nel confronto interno al fascismo umbro, diviso tra conservatori e sindacalisti; a Lipari fece sua una posizione istituzionale e moderata verso i confinati; rilevò le notevoli carenze dello Stato nella «quarta sponda» ed ebbe il coraggio di accusare il partito di non svolgere una seria azione di supporto alla progressiva assimilazione dei libici alla cittadinanza italiana. E ancora: nel corso della guerra, nel capoluogo piemontese evidenziò le inadempienze del PNF talvolta incapace di assolvere il ruolo richiesto; in Slovenia criticò la dura e inefficace politica di assimilazione forzata degli slavi, e le prepotenze delle gerarchie politiche e militari. Non diversamente da quanto finora sottolineato, i giorni della Repubblica sociale - cui aderì per coerenza e soprattutto per la parola data ai tedeschi, verso i quali provava nello stesso tempo ammirazione e diffidenza, di proseguire, sotto la propria bandiera, la lotta al loro fianco, anche nella consapevolezza, confortata da un solido realismo, che ormai la guerra fosse perduta – vanno letti anch'essi secondo il filo conduttore dello Stato e della sua continuità, probabilmente fino al termine del conflitto, ovvero del periodo in cui il comportamento di Nicchiarelli avrebbe suscitato la dura critica dei reduci di Salò, i quali nell'immediato dopoguerra gli contestarono le accuse che qui di seguito riportiamo da un appunto da lui stesso compilato [...]"

  L'AUTORE – Stefano Fabei, classe 1960, è autore di molti saggi tra cui: "Il fascio, la svastica e la mezzaluna" (2002), "I neri e i rossi" (2011), "Il generale delle Camicie Nere" (2013), "«Tagliamento» la legione delle Camicie Nere in Russia (1941-1943)", "Storia del Marocco moderno" (2014), "La Grande Guerra e la rivoluzione proletaria" (2015).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Fascismo al crepuscolo e continuità dello Stato - Memoria sulla Guardia – Appendice - Documenti - Note - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice dei nomi