Louis-Ferdinand Céline. La parola irregolare Stampa E-mail

a cura di Stefano Lanuzza

Louis-Ferdinand Céline
La parola irregolare


Edizioni Clichy, pagg.144, € 7,90

 

lanuzza irregolare  IL LIBRO – Ci sono scrittori che non si fanno omologare e la cui opera, non subordinata a nessuno schieramento né incasellabile in rigide norme morali, è fraintesa e perfino strumentalizzata. In tal senso, resta esemplare il caso di Louis-Ferdinand Céline, preda da un lato di oltranzistiche vestali e dall'altro di fermi denigratori. È forse questo il principale motivo e l'inaccettabile limite per cui Céline è noto per le sue provocatorie posizioni culturali e politiche e assai meno per il suo personalissimo stile letterario, da lui sempre rivendicato come il principale e forse unico faro del suo lavoro (e della sua vita). Irregolare, outsider, atipico, anomalo, non conforme...: in fondo non c'è modo d'incasellare l'uomo libero Céline, uno scrittore fondamentale per la letteratura del Novecento.

  DAL TESTO – "A mezzo secolo dalla sua morte, l'autore dell'immortale Voyage, perseguito per i suoi libelli, spedito in carcere e poi amnistiato per il suo comportamento eroico nella Grande Guerra, rimane lontano da schieramenti contrapposti e ignoranti il principio secondo cui la letteratura e l'arte in genere non sono addomesticabili o misurabili con criteri di mera opportunità politica.
  "Se le radici ideologiche del proletario Céline, nemico di tutte le guerre, sono di sinistra, è la conoscenza nel 1936 dell'oppressivo sistema di Stalin a originare lo scritto Mea culpa (1937) col quale l'autore attua una circostanziata revisione del proprio «comunismo d'anima». Ciò, anche continuando a professarsi apertamente comunista e, nello stesso tempo, spregiatore d'uno stalinismo assimilabile alla necroforica politica hitleriana. Allora nessuna etichetta è possibile attribuirgli da parte di chi non prescinda dal porsi in modo obiettivo di fronte a un libertario dedito all'irregolarità rimata con la libertà, e che fa della contraddizione un elemento della propria stessa poetica. «Mi contraddico perché sono immenso» recita una celebre frase del poeta statunitense Walt Whitman."

  IL CURATORE – Stefano Lanuzza ha pubblicato con Stampa Alternativa "Vita da Dandy. Gli antisnob nella società, nella storia, nella letteratura" (1999; Premio Internazionale Feronia 2000 per la Critica militante), "L'arte del Diavolo. Un millennio di trame, ribellioni e scritture dell'Angelo decaduto" (2000), "Dante e gli altri. Romanzo della letteratura italiana" (2001; Premio Francesco Flora 2002 per la Saggistica), "Gli erranti. Vagabondi, viaggiatori, scrittori" (2002), "I SognAutori. Trame, linguaggi, scritture della notte" (2003), "Punto, punto e virgola... Antimanuale di scrittura e lettura" (2004), "Bestia sapiens. Animali, metamorfosi, viaggi e scritture" (2006), "Insulari" (2009), "Maledetto Céline. Un manuale del caos" (2010). Per la stessa Casa editrice, l'Autore ha tradotto e prefato J. Michelet ("La strega", 2005), A. Gide "(Gli ultimi anni di Oscar Wilde, dandy decaduto", 2008), J.A. Barbey d'Aurevilly ("Il gran dandy. Il dandismo e George Brummell", 2010), D.A.F. de Sade ("Ancora uno sforzo... Rivoluzioni e profanazioni del Gran Maledetto", 2012), G. de Maupassant ("La Cicciona", 2013), H.-E. Kaminski ("Céline in camicia bruna", 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Biografia - La parola irregolare, di Stefano Lanuzza - Parole e immagini – Autoritratti - Scuola, esercito, religione – Ebrei - Ricchi, poveri, comunisti, rivoluzionari - Un'intervista... «in fondo alla notte» - Bibliografia essenziale