Allures. Da Sade a Sartre Stampa E-mail

Stefano Lanuzza

Allures
Da Sade a Sartre


Oèdipus Edizioni, pagg.135, € 14,00

 

lanuzza allures  IL LIBRO – Allures: 'andature' ma anche modi, stili o maniere di alcuni grandi autori della letteratura francese.
  Tra brevi evocazioni comparatistiche, assumono risalto i cruciali incontri ora con il Sade protagonista della Rivoluzione francese, ora col Michelet autore del celebre La strega, che di quella Rivoluzione fu anche lo storico. Senza trascurare alcuni rinnovati itinerari che incrociano un sempre moderno Stendhal, il dimenticato F.-X. de Maistre, fratello del più noto Joseph, il romantico Musset e Barbey d'Aurevilly, continuatore del 'Gran Dandy' Brummell.
  Ecco, poi, il massimo tra i 'poeti maledetti' Laurréamont e il 'puro realista' Maupassant, il naturalista poi simbolista Huysmans, l'antisemita Céline, innovatore del romanzo novecentesco, e i letterati-filosofi Cioran e Sartre.

  DAL TESTO – "Hitler è al potere dal 1933 e la crisi della democrazia è al culmine, ma Céline, da Kaminski raffigurato in marcia coi nazisti («Stavolta, è il poeta che segue il boia»), non può supporre la tragedia incombente sull'Europa e sul mondo. Né si prefigura la successiva guerra in Palestina degli ebrei, anche quelli sopravvissuti alla Shoah, non più perseguitati ma combattenti per la nascita dello Stato d'Israele fondato il 14 maggio 1948 a spese degli arabi palestinesi cacciati dalle loro case: occupate, queste, dagli esuli sionisti provenienti d'ogni parte del mondo. Cosicché oggi, in un'intervista dell'ottobre 2012 alla Radio della Germania settentrionale, il Nobel (1999) per la letteratura Günter Grass, che denunciando la palese ingiustizia internazionale non teme di essere tacciato di antisemitismo, accusa l'occidentalista Stato d'Israele - «una potenza nucleare incontrollata», una «forza d'occupazione» - d'avere «sfrattato i residenti [palestinesi,] trattati come cittadini di seconda classe». Astenersi dal criticare Israele – sofistica Grass - è «una nuova forma di antisemitismo».
  "Immediatamente dopo la proclamazione dello Stato sionista, Céline non commenta lo scoppio della prima guerra arabo-israeliana (15 maggio 1948) che vede i Paesi arabi confinanti (Egitto, Giordania, Siria e Libano), oltre all'Iraq, attaccare Israele. Grazie all'appoggio statunitense, l'esercito israeliano risulta vittorioso e, in più, espande i territori della nuova nazione, oggi una superpotenza atomica provvista di centinaia di ordigni nucleari, al di là dei confini stabiliti dall'Onu nel 1947. Infine, dopo l'Alzyah - "Ascesa alla Terra" o "Legge del ritorno" -, il mondo vede l'antica, mistica Gerusalemme incrociata da più religioni, prigioniera d'un permanente checkpoint (posto di blocco militare) e stretta da un muro di cemento serpeggiante per molti chilometri. Divenuta luogo di contesa, Gerusalemme «non è più la città che è stata per secoli. [...]. È una città razzista e divisa, da cui migliaia di persone sono state cacciate per far spazio a nuovi abitanti in nome d'una presunta superiorità religiosa» recrimina in un'intervista la scrittrice americana d'origine palestinese Susan Abulhawa («la Repubblica», 17 novembre 2012).
  "Dal 1948 - sono già alcuni anni che Céline non inveisce contro gli ebrei - restano costanti i venti di guerra che continuano a sconvolgere gli insediamenti israeliani, la Striscia di Gaza, le città e i campi dei profughi palestinesi... «È tempo che Israele riconosca che Gaza è un nemico» sbotta lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua. «Ed agisca di conseguenza: smetta di fornire elettricità e far passare cibo. Dichiari ufficialmente che siamo in uno stato di guerra e agisca di conseguenza» («la Repubblica», 15 novembre 2012)."

  L'AUTORE – Stefano Lanuzza, studioso di letteratura e traduttore dal francese, è autore dei libri di saggistica "Vita da Dandy. Gli antisnob nella società, nella storia, nella letteratura" (1999; Premio Internazionale Feronia 2000 per la Critica militante), "L'arte del Diavolo. Un millennio di trame, ribellioni e scritture dell'Angelo decaduto" (2000), "Dante e gli altri. Romanzo della letteratura italiana" (2001; Premio Francesco Flora 2002 per la Saggistica), "Gli erranti. Vagabondi, viaggiatori, scrittori" (2002), "I SognAutori. Trame, linguaggi, scritture della notte" (2003), "Punto, punto e virgola... Antimanuale di scrittura e lettura" (2004), "Bestia sapiens. Animali, metamorfosi, viaggi e scritture" (2006), "Insulari" (2009), "Maledetto Céline. Un manuale del caos" (2010). Per la stessa Casa editrice, l'Autore ha tradotto e prefato J. Michelet ("La strega", 2005), A. Gide "(Gli ultimi anni di Oscar Wilde, dandy decaduto", 2008), J.A. Barbey d'Aurevilly ("Il gran dandy. Il dandismo e George Brummell", 2010), D.A.F. de Sade ("Ancora uno sforzo... Rivoluzioni e profanazioni del Gran Maledetto", 2012), G. de Maupassant ("La Cicciona", 2013), H.-E. Kaminski ("Céline in camicia bruna", 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Sade. Nel boudoir del Gran Maledetto – Stendhal. Contraddizioni critiche intorno a Il Rosso e il Nero – Maistre. Lontano in una stanza – Michelet. La Strega necessaria – Musset. L'Io 'doppio' di un giovane dandy - Barbey d'Aurevilly. La rivolta estetica di Barbey d'Aurevilly (con una fenomenologia del dandy) – Lautréamont. Humour nero e satira di un dandy adolescente (Lautréamont dopo Maldoror. Un ironico 'ritorno all'ordine'?) – Maupassant. La Cicciona: un 'racconto morale' – Huysmans. Un dandy-travet – Céline. Un Voyage immaginario. Tra nazismo, ebraismo, antisemitismo e sionismo (Céline oggi) – Cioran. La Weltanschauung del nihil – Sartre. 'Nausea' dell'outsider