Novelle rusticane. Edizione critica Stampa E-mail

Giovanni Verga

Novelle rusticane
Edizione critica a cura di Giorgio Forni


Interlinea Edizioni, pagg.CV-399, € 30,00

 

verga rusticane  IL LIBRO – Nella nuova serie dell'"Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga" esce ora la raccolta delle "Novelle rusticane", nell'edizione critica a cura di Giorgio Forni, condotta sulla base di tutto il ricco materiale manoscritto esistente e finora inedito, che permette di entrare nel vivo di uno degli episodi più alti e originali dello sperimentalismo narrativo del nostro tardo Ottocento.
  "Fin dai suoi primordi – si legge nell'Introduzione - la critica verghiana ha interpretato la novità delle Rusticane nel senso di una presa di distanza dell'autore dalle figure e dai fatti che rappresenta, giacché adesso «l'artista è più lontano dai suoi personaggi» e «oramai il mondo è guardato dal di fuori». Tuttavia, non si tratta forse di leggere in quel distacco la declinazione polemica di una vena «lirica» o «memorialistica», né tanto meno di cogliervi il riaffiorare di uno sguardo «personale» d'autore nei termini decostruzionisti di un'incrinatura nel canone della «perfetta impersonalità». In più occasioni il Verga ha sempre insistito sul fatto che il proprio esercizio di narratore verista «vuol essere perfettamente oggettivo», ed è evidente che nelle Rusticane la sua ambizione resta quella di «eclissarsi» dietro la variegata sintassi esistenziale di un ambiente di provincia nell'intento di riprodurre dall'interno l'intersecarsi dei linguaggi particolari e irriducibili che lo delimitano e lo definiscono, secondo una tecnica di oggettivazione a contrasto per cui, come già notava Guido Guglielmi, «laddove si afferma un punto di vista, immediatamente se ne insinua un altro opposto non meno valido». Sicché nello sguardo «dal di fuori», freddo, preciso o ironico, non si deve tanto riconoscere un prospetto d'autore a ridosso delle cose, ma piuttosto l'ottica ricostruita del «tipo borghese» come personaggio implicito nel diagramma del racconto."

  DAL TESTO – "Il Re invece era un bel pezzo d'uomo, grande e grosso, coi calzoni rossi e la sciabola appesa alla pancia; e si tirava dietro il vescovo, il sindaco, il sottointendente, e un altro sciame di galantuomini coi guanti e il fazzoletto da collo bianco, e vestiti di nero che dovevano averci la tarantola nelle ossa con quel po' di tramontana che spazzava la nebbia dal piano di San Giacomo. Il Re stavolta, prima di montare a cavallo, mentre sua moglie entrava nella lettiga, parlava con questo e con quello come se non fosse stato fatto suo, e accostandosi a compare Cosimo gli battè anche colla mano sulla spalla, e gli disse tale e quale, col suo parlare napoletano: - Bada che porti la tua regina! che compare Cosimo si sentì rientrare le gambe nel ventre, tanto più che in quel momento si udì un grido da disperati, la folla ondeggiò come un mare di spighe, e si vide una giovinetta, vestita ancora da monaca, e pallida pallida, buttarsi ai piedi del Re, e gridare: Grazia! - Chiedeva la grazia per suo padre, il quale si era dato le mani attorno per buttare il Re giù di sella, ed era stato condannato ad aver tagliata la testa. Il Re disse una parola ad uno che gli era vicino, e bastò perché non tagliassero la testa al padre della ragazza. Così ella se ne andò tutta contenta, che dovettero portarla via svenuta dalla consolazione."

  L'AUTORE – Giovanni Verga nacque nel 1840 a Catania. Nel 1865 fu a Firenze e successivamente a Milano, dove venne a contatto con gli ambienti letterari del tardo Romanticismo. Il ritorno in Sicilia e l'incontro con la dura realtà meridionale indirizzarono dal 1875 la sua produzione più matura all'analisi oggettiva e alla resa narrativa di tale realtà. Considerato il maggior esponente del verismo, morì a Catania nel 1922.

  IL CURATORE – Giorgio Forni è ricercatore confermato di Letteratura italiana nel Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, già Facoltà di Lettere e Filosofia, dell'Università degli studi di Messina. Alcune aree della sua indagine sono: Petrarca e la tradizione lirica petrarchista, le forme della scrittura religiosa nell'età tipografica (preghiera, poesia spirituale, mistica, oratoria sacra), la retorica dell'ironia tra Medioevo ed Età moderna in rapporto anche al formarsi della razionalità scientifica del Seicento, la novella fra Trecento e Cinquecento, la letteratura dell'Ottocento con particolare riferimento alla narrativa verista. Di recente, ha pubblicato "Pluralità del petrarchismo" (Pisa, Pacini, 2011) e "Risorgimento dell'ironia: riso, persona e sapere nella tradizione letteraria italiana" (Roma, Carocci, 2012).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione (1. Alle origini del «tipo borghese» - 2. Genesi delle Rusticane – 3. Storia editoriale - 4. Testimoni autografi e a stampa - 5. Criteri di edizione) - Novelle rusticane - Il Reverendo - Cos'è il re - Don Licciu Papa - Il Mistero – Malaria - Gli orfani - La roba - Storia dell'asino di S. Giuseppe - Pane nero - I galantuomini – Libertà - Di là del mare - Appendice I - Appendice II - Manoscritto apografo con correzioni d'autore (1920) - Edizione definitiva riveduta e corretta dall'autore (1920)