Penne al vetriolo Stampa E-mail

Alberto Mazzuca

Penne al vetriolo
I grandi giornalisti raccontano la prima Repubblica


Minerva Edizioni, pagg.704, € 19,50

 

mazzuca penne  IL LIBRO – Da Gianna Preda a Fortebraccio. I due estremi, dalla destra alla sinistra politica. Ovvero dalla giornalista de "Il Borghese" definita «la tigre» da Prezzolini, la «Maxwell della politica» da Giorgio Torelli e «l'Oriana Fallaci della destra» da Marcello Veneziani, al corsivista de "l'Unità" che nasce borghese, ha un passato da democristiano prima di diventare comunista e trasformarsi in quello che Michele Serra descrive come «un gentiluomo che lavora per la classe operaia», Oreste Del Buono chiama «unico» ed Enrico Berlinguer «un capolavoro». E insieme a loro le migliori firme del giornalismo italiano: Giovannino Guareschi, Leo Longanesi, Indro Montanelli, Giovanni Ansaldo, Mario Pannunzio, Arrigo Benedetti, Ennio Flaiano, Ernesto Rossi, Oriana Fallaci, Camilla Cederna, Enzo Biagi, Eugenio Scalfari, Giorgio Bocca, Giampaolo Pansa e altri ancora.
  Questa è la storia della Prima Repubblica italiana, quella che va dalla Liberazione nel 1945, si butta alle spalle la monarchia, arriva inizialmente alla caduta del comunismo nel 1989 e, in seguito, a Tangentopoli nel 1992. Per dare poi vita alla cosiddetta Seconda Repubblica che si rivelerà solo la brutta copia della Prima. Poco meno di cinquant'anni visti attraverso le loro penne corrosive, aggressive, taglienti, spesso satiriche. Cinquant'anni in cui si agitano e sgomitano per il potere affaristi, speculatori, boiardi di Stato, malfattori, rivoluzionari, golpisti, terroristi. E in cui nasce la partitocrazia, dilaga la corruzione, si espande la criminalità organizzata fino ad arrivare a trattare con lo Stato, si formano le caste, si favorisce il compromesso. Ma ci sono anche gli uomini che tentano di opporsi alla malapolitica, alla malaeconomia e alla malafinanza. A cominciare da un prete non amato dal Vaticano, don Sturzo.
  Il libro vuole essere una testimonianza dell'impegno di queste penne al vetriolo, ricorrendo anche a notizie inedite o dimenticate. Una testimonianza per rinfrescare la memoria di chi ha colpevolmente dimenticato il passato e per far comprendere, a chi invece non ha vissuto quegli anni, i motivi per cui oggi ci troviamo in un Paese in declino, con i giovani che non trovano lavoro e sono costretti ad andare all'estero, con il ceto medio quasi cancellato, con politici e dirigenti disonesti, con la povertà in aumento, con buona parte del giornalismo che non fa il suo dovere. Certo, è una storia amara perché documenta, al di là di ogni possibile dubbio, la miseria intellettuale della nostra classe dirigente. Ma quella miseria potrebbe anche essere, è la nostra speranza, il punto da cui ripartire.

  DAL TESTO – "[...] al di là delle loro idee, condivisibili o non condivisibili, queste "penne al vetriolo" hanno, chi più chi meno, il grande merito di avere denunciato i guai che da subito sono emersi nel Paese nella quasi indifferenza generale: la partitocrazia, la corruzione, lo sperpero di denaro pubblico, la criminalità organizzata che a un certo punto tratta da pari a pari con lo Stato, le caste di potere e, per dirla alla Fortebraccio, "i lor signori" che si azzannano più che altro per interessi personali e di bottega, il conformismo che, affermerà Ernesto Rossi, acceca i tanti «utili idioti» approdati nel mondo intellettuale di sinistra, le veloci corse per salire ogni volta sul carro del vincitore finendo per attribuire al Paese e agli italiani, che più cambiano e più restano uguali, un simbolo particolare: il camaleonte secondo Gianna Preda e Giorgio Bocca, il gattopardo secondo Montanelli e Massimo Fini."

  L'AUTORE – Alberto Mazzuca, romagnolo, giornalista e scrittore, vive a Milano. I suoi libri: "I potenti del denaro"; "Confindustria, una poltrona che scotta"; "La erre verde: ascesa e caduta dell'impero Rizzoli"; "La Fiat da Giovanni a Luca, un secolo di storia sotto la dinastia Agnelli"; "Il mito Alfa"; "I numeri uno del made in Italy"; "Torino oltre: venti storie di innovazione della nuova Torino e del nuovo Piemonte"; "Angeli tra noi, alla ricerca di chi si dona a Dio e agli altri"; "Guazzaloca, una vita in salita"; "Recordati, trent'anni di Borsa". Per Minerva sono usciti, nel 2013, "Gardini il Corsaro, storia della Dynasty Ferruzzi" (prefazione di Marco Vitale) e, nel 2015, "Mussolini e Nenni. Amici nemici" (scritto con Luciano Foglietta).

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione - L'Italia provvisoria - La grande paura - E iniziano a turarsi il naso - "Ma la Madonna è Dc?" - La lunga marcia (verso i socialisti) - Tra golpe fantasma e supplizi cinesi - Solo un destino cinico e baro? - "Un tornado di follia" - Per lor signori un "maoista" al Corriere - "L'Italia verso una marmellata" - Come nel Far West - Dalla loggia al garofano - Crolla il muro. Fine di un'epoca? - Come prima, peggio di prima - Indice dei nomi - Bibliografia