Emil Cioran. La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia Stampa E-mail

Vincenzo Fiore

Emil Cioran
La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia


Nulla Die Edizioni, pagg.188, € 17,00

 

fiore cioran  IL LIBRO – Nato nel 1911 in un villaggio sperduto fra i Carpazi, Emil Cioran già dal suo esordio letterario con "Al culmine della disperazione" dichiara di aver chiuso i conti con la filosofia. Il pensatore romeno non elaborerà mai una nuova dottrina o una visione del mondo, e rivendicherà per tutta la vita la sua "inutilizzabilità". Una strage delle illusioni e uno smascheramento senza pari nella storia delle idee, volti all'eliminazione del profeta che si nasconde in ogni uomo. Pertanto, la filosofia di Cioran non sarà altro che un esercizio di de-fascinazione e la scrittura si rivelerà una terapia volta a sopportare l'esistenza. Il testo ripercorre e analizza lo stretto rapporto fra biografia e pensiero in Cioran, soffermandosi sui temi teoretici del me phynai, di Dio e del suicidio. In appendice: una lettera inedita del filosofo, un articolo di Carol Prunhuber, e alcuni ritratti fotografici di Vasco Szinetar.

  DAL TESTO – "Lo scetticismo è un esercizio di de-fascinazione (défascination), ovvero un tipo di filosofia pratica e quotidiana volta alla progressiva eliminazione di ogni forma di dogmatismo e di ideologia, che ha come scopo la liberazione totale dell'uomo. Lo scettico è colui che, anziché meditare sui «problemi», riflette sulle «cose». Egli, partendo dal vissuto e non dalla teoria, ha la missione di «vedere le cose quali sono» invece di vagare in illogiche astrazioni concettuali: «Seul un monstre peut se permettre le luxe de voir les choses telles qu'elle sont». Il pensatore romeno fa l'esempio, nei Cahiers, di coloro che si occupano di antropologia filosofica anziché parlare semplicemente dell'uomo. Questi filosofi, rinserrati nella loro setta accademica, si adagiano nella comodità di attenersi ai problemi, dato che per loro è «così difficile guardare le cose in faccia», come invece hanno fatto Pascal, Šestov e Nietzsche. Scrive a proposito dell'approccio al pensiero Cioran: «Io non faccio filosofia, mi propongo solo di chiarire alcuni problemi che non siano esclusivamente filosofici»."

  L'AUTORE – Vincenzo Fiore (Solofra, 1993) si è laureato e specializzato in Filosofia presso l'Università degli studi di Salerno, è membro del Progetto di ricerca internazionale dedicato a Emil Cioran. Si è occupato delle interpretazioni totalitarie di Platone pubblicando il saggio Platone totalitario (Historica, 2017). Scrive per le pagine culturali de Il Quotidiano del Sud e de Il Corriere dell'Irpinia e collabora con diverse riviste. Con Nulla Die ha già pubblicato il romanzo Nessun titolo (2016) ed è in corso di ripubblicazione il suo esordio letterario Io non mi vendo.

  INDICE DELL'OPERA – I. Una giovinezza fra disperazione e fervore politico (1.1. La formazione di Cioran in Romania – 1.2. Sulle cime della disperazione – 1.3. L'ermeneutica delle lacrime, fra musica e santi – 1.4. La trasfigurazione di Cioran) – II. L'anti-profeta (2.1. La filosofia come esercizio di de-fascinazione – 2.2. Il teologo ateo – 2.3. Le ideologie come malattie del secolo) – III. μή φυναι. Meglio non esser nati (3.1. La tragedia della nascita – 3.2. L'idea del suicidio e la scrittura filosofica come auto-analisi) – Bibliografia – L'uomo nei ritratti: Cioran di fronte allo specchio, di Carol Prunhuber – Lettera a Vasco Szinetar, di Emil Cioran