La legge elettorale cecoslovacca Stampa E-mail

Costantino Mortati

La legge elettorale cecoslovacca

Giuffrè Francis Lefebvre, pagg.VI-108, € 11,00

 

mortati cecoslovacca  IL LIBRO – La ripubblicazione del volumetto curato da Costantino Mortati su La legge elettorale cecoslovacca, edito nel 1946 dal Ministero per la Costituente nella serie Testi e documenti, non ha scopo solo rievocativo. A cento anni dall'approvazione della Costituzione e della legge elettorale di quel Paese (nato nel 1918 e dal 1992 diviso in Cechia e in Slovacchia), a settantacinque dall'attivazione della Commissione per la legge elettorale politica per la Costituente e della Commissione per gli studi attinenti alla riorganizzazione dello Stato, il volumetto possiede infatti aspetti di scottante e inaspettata attualità. Nel dibattito politico italiano costituiscono infatti, ancor oggi, argomenti sensibili i temi del sistema elettorale in senso stretto, della legislazione elettorale di contorno, della regolazione delle funzioni pubblicistiche del partito politico, nonché quelli del rapporto tra Corpo elettorale e rappresentanti, collegati al divieto di mandato imperativo. E non basta. La discussione investe oggi anche il tema della capacità elettorale attiva sia per quanto riguarda l'età degli aventi diritto, sia per il modo di espressione del voto per quanto riguarda i cittadini residenti all'estero.
  "Nella consapevolezza dell'importanza che il tema della legislazione elettorale rappresenta per la legittimazione e per il funzionamento degli Stati di massa pluralistici, il volumetto – spiega Fulco Lanchester nel saggio introduttivo - fornisce ancora oggi una chiave di lettura per spiegare l'avvitamento del problema nell'ambito della dinamica degli ordinamenti democratici e come sia opportuno risalire ai Padri fondatori dell'ordinamento costituzionale repubblicano per comprendere la discussione in materia e le carenze della normativa vigente."

  DAL TESTO – "Fra gli apparati predisposti allo scopo di rendere possibile ad una democrazia di masse (per usare un termine che esattamente contrassegna gli ordinamenti liberi contemporanei) di funzionare nel modo più adeguato, nel modo cioè che consenta una partecipazione effettiva e consapevole alla vita pubblica da parte di ogni cittadino, quello offerta dalla legge qui presa in considerazione appare uno dei più razionali, dei meglio logicamente dedotti dalle esigenze cui vuole soddisfare, e pertanto il suo studio appare di grande utilità. Un esame particolare delle grandi linee della legge stessa, dei criteri fondamentali che l'hanno informata varrà a giustificare le precedenti affermazioni.
  "Il filo conduttore di tutta la regolamentazione deve rinvenirsi nell'intento di realizzare una forma quanto più possibile perfezionata di rappresentanza proporzionale. E, a tale scopo, la cura del legislatore si è rivolta non solo alla ricerca dei mezzi più idonei ad assicurare la massima corrispondenza fra l'entità delle forze politiche partecipanti alla competizione elettorale e l'efficienza della loro rappresentanza nelle assemblee legislative, ma altresì alla regolamentazione di istituti riguardanti i presupposti e le condizioni della funzione elettorale, con l'intento sia di assicurare il sufficiente grado di organicità alla rappresentanza, e sia di garantire l'imparzialità del procedimento elettivo."

  L'AUTORE – Costantino Mortati. Nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 27 dicembre 1891 in una famiglia di origine albanese, Mortati si laureò a Roma in giurisprudenza nel 1914 (con una tesi discussa con Francesco Filomusi-Guelfi), in filosofia nel 1917 (relatore Bernardino Varisco) e in scienze politiche nel 1930 (relatore Luigi Rossi). Funzionario della Corte dei conti dai primi anni Venti, libero docente e vincitore di concorso a cattedra nel 1936, insegnò a Messina, Macerata (dove fu anche rettore-preside della locale facoltà di Giurisprudenza), a Napoli dal 1942 (Istituto navale e facoltà di Economia) e a Roma dal 1955 (Diritto costituzionale italiano e comparato-facoltà di Scienze politiche, di cui divenne professore emerito), fu membro della commissione per la riorganizzazione dello Stato (la cosiddetta commissione Forti) e dell'Assemblea costituente. Dal 1960 fu giudice della Corte costituzionale (su nomina del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi) e nel 1962 ne divenne vicepresidente. La sua biblioteca è stata donata al Dipartimento di Teoria dello Stato della Facoltà di Scienze politiche; il suo Archivio è custodito dalla Fondazione Paolo Galizia-Storia e libertà, istituita da Mario Galizia. Tra le sue principali opere si ricordano: L'ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano, Roma 1931; La volontà e la causa nell'atto amministrativo e nella legge, Roma 1935; La Costituzione in senso materiale, Milano 1940; La Costituente: la teoria, la storia, il problema italiano, Roma 1945; Corso di istituzioni di diritto pubblico, Padova 1949; successive edd. (con il titolo Istituzioni di diritto pubblico) da 1952 (in 2 voll.) a 1991, a cura di F. Modugno, A. Baldassarre, C. Mezzanotte; La persona, lo Stato e le comunità intermedie, Torino 1959, 1971; Atti con forza di legge e sindacato di costituzionalità, Milano 1964; Le leggi provvedimento, Milano 1968; Lezioni sulle forme di governo, Padova 1973.
  La tradizione giuspubblicistica italiana costituisce il prodotto complesso dell'incontro-scontro tra due filoni principali, rappresentati, da un lato, dall'indirizzo storico-politico di origine franco-britannica, dall'altro, da quello giuspositivistico con radici tedesche. Chi tenda ad assolutizzare una sola di queste impostazioni non soltanto tradisce la realtà storica, ma impedisce anche la corretta comprensione di entrambi i suddetti indirizzi e dell'evoluzione complessiva della tradizione stessa. In questo specifico quadro, Mortati è stato lo studioso che ha cercato di fondere in modo originale, anche sulla base di una profonda conoscenza della letteratura internazionale e in particolare di quella tedesca, le due impostazioni del diritto pubblico italiano in una specifica teoria della costituzione nell'ambito della fase terminale del cosiddetto jus pubblicum europaeum, fondato sullo Stato nazionale. Allievo di Luigi Rossi e di Sergio Panunzio Sr, Mortati ha assunto dal primo la profonda sensibilità storico-comparatistica e dal secondo il taglio speculativo basato su valori e principi. La sua opera costituisce la piena presa di coscienza della crisi del metodo di Vittorio Emanuele Orlando, con il riconoscimento dell'insufficienza di quella costruzione perfetta e mistica rappresentata dallo Stato puramente giuridico, che lo stesso Santi Romano aveva cercato di riarticolare in un apparente pluralismo istituzionale. Nell'epoca dello Stato di massa, l'indirizzo di Mortati costituì un superamento della stessa proposta social-darwinista di Alfredo Rocco, che apparentemente rappresentava una sintesi di aspetti parziali delle posizioni di Orlando e di Gaetano Mosca, e assicurava una formale continuità con la dottrina giuridica del liberalismo oligarchico. Con Mortati si prende piena consapevolezza della rivoluzione delle masse e della necessità di riconnettere politica e diritto, tentando di superare la grande scissione avvenuta dalla metà degli anni Ottanta del 19° sec. e proponendo esplicitamente di giuridicizzare il politico attraverso il riferimento ai principi e ai valori costituzionali, sostenuti dalla forza o dal gruppo di forze che si pongono alla base dell'ordinamento. Morì a Roma il 25 ottobre 1985. (Fulco Lanchester)

  INDICE DELL'OPERA - Mortati e la legislazione elettorale: una lezione sempre attuale, di Fulco Lanchester (1. Premessa - 2. Alle origini del volumetto - 3. Lo Stato di massa democratico e la legge elettorale - 4. La legge elettorale cecoslovacca - 5. Mortati e la legislazione elettorale - 6. Conclusioni) - Costantino Mortati: La legge elettorale cecoslovacca – Introduzione (1. Considerazioni generali - 2. Esame degli istituti diretti ad assicurare il massimo grado di proporzionalità nella rappresentanza - 3. La regolamentazione dei presupposti della proporzionale: riconoscimento dei partiti e voto obbligatorio - 4. Le garanzie di imparzialità del procedimento elettorale - 5. Esame delle critiche rivolte al sistema elettorale cecoslovacco) - Legge 29 febbraio 1920 n. 123 sulle elezioni alla Camera dei deputati con le modificazioni apportate dalla legge 15 ottobre 1925, n. 205 (Prima Parte. Del diritto elettorale e della eleggibilità – Seconda Parte. Commissioni elettorali – Terza Parte. Del procedimento elettorale preparatorio – Quarta Parte. L'elezione – Quinta Parte. Dell'accertamento e delle dichiarazioni dei risultati del voto - Sesta Parte. Disposizioni penali - Settima Parte. Disposizioni generali - Cenni bibliografici) – Appendice (Schema di un progetto presentato dal Commissario Mortati per la disciplina del procedimento di scelta dei candidati nella elezione dei deputati per la Costituente)