George Soros e la Open Society Stampa E-mail

Roberto Pecchioli

George Soros e la Open Society
Il miliardario speculatore finanziario regista della corruzione filantropica e dei colpi di Stato


Arianna Editrice, pagg.255, € 18,90

 

pecchioli soros  Spesso la figura di George Soros viene evocata a proposito delle cosiddette "rivoluzioni colorate", della destabilizzazione di Stati sovrani, di campagne mediatiche contro esponenti politici sovranisti e populisti e a favore di battaglie politicamente corrette, ma anche del fenomeno migratorio. Arriva adesso nelle librerie questo volume di Roberto Pecchioli che fa luce sulla figura del magnate di origine ungherese e ascendenza ebraica e sulla sua creatura, la Fondazione per una Società Aperta.

  Con questa accurata e documentata ricerca l'Autore si propone di "far conoscere la vita, l'opera e le idee di uno dei rappresentanti più significativi dell'oligarchia "disruptiva" che sta modificando in maniera irreversibile modi di vita, concezioni, idee, comportamenti di milioni, forse miliardi di esseri umani".

  Nel 1949, Soros riuscì a "entrare nella prestigiosa London School of Economics (LSE), l'università d'élite fondata nel 1895 dalla Fabian Society, il circolo di riformisti britannici appartenenti alla classe dirigente vittoriana, il cui scopo era di costruire per gradi una società socialista" (sul tema della Fabian Society si consiglia la lettura del libro di Davide Rossi, pubblicato anch'esso per i tipi di Arianna Editrice). Nel 1956, "dopo un apprendistato presso la City londinese nell'orbita della galassia Rothschild, si trasferì negli Stati Uniti, divenendo cittadino americano nel 1961. La sua scalata iniziò due anni dopo, allorché entrò in una società di Wall Street specializzata nel trattare titoli azionari europei".

  Nello stesso tempo, il magnate comincia a interessarsi di quello che maggiormente gli sta a cuore: "l'idea di cambiare il mondo secondo il modello della società aperta" di matrice popperiana (il testo più noto e importante di Karl Popper è infatti "La società aperta e i suoi nemici"). Il 1979 è poi l'anno di fondazione della Open Society Fund: "Inizia ufficialmente l'attività filantropica di George Soros".

  Come va inteso il termine filantropia associato a personaggi come Soros? Pecchioli spiega che la filantropia contemporanea – praticata da alcuni degli uomini più ricchi e influenti del mondo – "ha scopi tutt'altro che neutri o genericamente umanitari. Non è affatto beneficienza: si è trasformata nell'arma con cui alcuni personaggi, per mezzo delle ricchezze accumulate – di solito con pratiche di sfruttamento e talvolta di violenza – pongono il denaro al servizio della cause di loro interesse".

  "I ricchi filantropi contemporanei – aggiunge l'Autore – sono profondamente materialisti, dicono di amare i corpi – non gli spiriti – e non credono nell'anima".

  Soros è anche noto per aver condotto, nel settembre 1992, l'operazione finanziaria contro la Lira italiana e la Sterlina britannica, "causando l'uscita dal Sistema Monetario Europeo delle due valute. Il finanziere americano vendette allo scoperto più di dieci miliardi di Sterline. In un solo giorno – e con la sola operazione sulla sterlina – Soros realizzò un profitto netto di 1,1 miliardi di dollari. Il contemporaneo attacco alla lira, con analoghe modalità, spiazzò completamente la Banca d'Italia, il cui governatore era Carlo Azeglio Ciampi. Soros aveva capito che l'Italia non aveva protezioni a difesa della propria valuta dopo le dichiarazioni del governatore della Bundesbank, la banca centrale tedesca, Helmut Schlesinger, che fece capire chiaramente – con l'evidente scopo di assestare un colpo all'Italia e alla sua manifattura industriale – che non avrebbe mosso un dito a difesa della lira". Quel giorno, il 16 settembre 1992, è passato alla storia come il "mercoledì nero" che "mise in ginocchio i governi del Regno Unito e dell'Italia".

  L'analisi di Pecchioli, ricchissima di informazioni, giunge fino ai nostri giorni: l'ultimo capitolo è infatti dedicato alla pandemia, mentre al centro della Postfazione c'è il tema della crisi ucraina.