Ucraina. Critica della politica internazionale Stampa E-mail

Alessandro Orsini

Ucraina
Critica della politica internazionale


PaperFIRST / Società Editoriale Il Fatto, pagg.320, € 16,00

 

orsini ucraina  Chi segue il prof. Alessandro Orsini sul "Fatto quotidiano" o nelle trasmissioni televisive ha ora a disposizione, con questo documentato volume che si può acquistare in edicola e in libreria, un utile strumento per meglio approfondire il pensiero dello studioso riguardo al conflitto in corso in Ucraina.

  L'Autore ha impostato l'analisi sviluppata nel libro sul "metodo comprendente" di Max Weber: "Weber – si legge nel testo - chiamò il suo approccio "comprendente" per chiarire che la spiegazione di un'azione sociale deve basarsi sulla comprensione dei motivi e degli scopi di chi agisce. La sociologia comprendente prescrive che il sociologo stabilisca un legame simpatetico con la persona sotto osservazione per comprendere il senso che attribuisce a ciò che fa".

  Tuttavia, "cercare di comprendere un'azione in senso weberiano non significa giustificarla o condividerla. Significa interpretarla in base al senso che assume per il soggetto agente. Un'azione può essere compresa sociologicamente e condannata moralmente. Comprendere Putin non significa giustificarlo".

  Nel nostro Paese, il governo Draghi e gli ambienti filogovernativi, insieme con quotidiani come il «Corriere della Sera», «la Repubblica» e «La Stampa», hanno diffuso la tesi in base alla quale "chiunque indichi nell'espansione della Nato una delle cause principali dell'invasione russa dell'Ucraina debba essere attaccato pubblicamente come un amico di Putin che diffonde la propaganda del Cremlino. Questa impostazione rivela il ritardo culturale dell'Italia nel campo della sicurezza internazionale, che moltissimi giornalisti e parlamentari hanno scoperto soltanto il 24 febbraio 2022. Siccome le università italiane non hanno mai investito in questo campo di studi, il sapere scientifico non si è diffuso in tutti gli strati della popolazione, con la conseguenza che i ragionamenti ritenuti normali negli Stati Uniti sono ancora tabù in Italia".

  Attraverso il citato metodo della sociologia comprendente l'Autore cerca di entrare nella mente del Presidente russo, ricostruendo "i processi di pensiero di Putin prima di invadere l'Ucraina".

  Nel libro, viene poi presentata una sintesi del pensiero di John J. Mearsheimer, "uno dei maggiori teorici delle relazioni internazionali". In tal modo, l'Autore mira a raggiungere due obiettivi: il primo consiste nel "documentare l'arretratezza culturale dell'Italia in materia di sicurezza internazionale"; il secondo nel "fornire ai lettori un apparato concettuale per criticare la condotta degli Stati in modo più incisivo".

  Secondo lo schema interpretativo fondato sulla teoria del realismo offensivo elaborata da Mearsheimer, la paura rappresenta "il primum movens della politica mondiale": "il sentimento della paura, che scaturisce dall'anarchia del sistema internazionale, gioca un ruolo ben più importante delle dottrine economiche o politiche professate dagli Stati".

  La decisione russa di invadere l'Ucraina trova una spiegazione nella paura della Nato. Il trauma che affligge la memoria collettiva dei russi va ravvisato nell'"invasione del territorio nazionale dal fronte occidentale". Nella memoria collettiva del popolo russo, infatti, è ancora vivo il ricordo delle tragedie provocate "prima da Napoleone (23 giugno-14 dicembre 1812) e poi da Hitler (22 giugno-5 dicembre 1941)".

  "La paura di una terza invasione – osserva l'Autore - si è riacutizzata in loro con l'avvicinamento della Nato in Ucraina. Il fatto che la Nato dichiari di non avere intenzione di invadere la Russia non ha alcuna importanza sulla psicologia collettiva dei russi".

  Nella quarta parte del libro, l'Autore prende in esame "una serie di episodi in cui i media che difendono il governo Draghi hanno manipolato le mie frasi per provocare una reazione di sdegno collettiva, dirottando l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi essenziali della guerra a quelli inessenziali. Uso la mia esperienza personale come pretesto per svelare alcuni meccanismi di manipolazione dell'informazione. Il mio caso è utile nella misura in cui riesce a farci comprendere meglio la nostra società".