Il perduto discorso di Rimini Stampa E-mail

Caio Giulio Cesare

Il perduto discorso di Rimini
Introduzione e ricostruzione a cura di Mirko Rizzotto
Testo latino a fronte


Libri dell'Arco, pagg.79, € 5,00

 

cesare discorsorimini  Il 12 gennaio del 49 a. C., Caio Giulio Cesare – che nei giorni precedenti era stato dichiarato dal Senato nemico pubblico (hostis publicus) – entrava con la sua armata a Rimini (l'antica Ariminium), prima città della terra Italia, dove era atteso da Curione, Celio e dai tribuni Antonio e Cassio Longino fuggiti da Roma. Nel foro della città, pronunciò un discorso dinanzi agli uomini della XII Legione ivi radunati.

  Alcuni studiosi, peraltro, dubitano che il discorso di Rimini sia stato realmente pronunciato. Per fare chiarezza su questa vicenda è utile la lettura di questo volumetto curato da Mirko Rizzotto, il quale scrive che Cesare tenne due discorsi, uno a Ravenna, in prossimità del passaggio del Rubicone, l'altro a Rimini, nel foro (l'attuale Piazza Tre Martiri, già Piazza Giulio Cesare), con il fine di rincuorare i propri uomini, colti forse da un comprensibile turbamento all'inizio di una vera e propria guerra civile".

  Rizzotto esegue un'ipotetica ricostruzione del discorso di Cesare attingendo "da autentici discorsi antichi" (in particolare da Sallustio e Ammiano Marcellino), al cui interno ha inserito "l'unico frammento "auentico" dell'oratio cesariana preservato da Sallustio".

  Secondo l'Autore, Cesare "1) dovette sottolineare le ingiustizie della factio, del "partito" a lui avverso, tra cui la propria dignità calpestata; 2) riepilogò per sommi capi le gloriose imprese compiute da quella stessa armata in Gallia, rievocando il proprio ruolo di soldato fra i soldati, che aveva condiviso con essi pericoli e fatiche; 3) esortò a ristabilire la giustizia nella Repubblica, sovvertita da una factio parassitaria e palesemente invidiosa".

  Il generale, "salito in agmine di fronte alle sue coorti schierate, attese il silenzio, scrutando le truppe con i suoi scuri occhi grifagni; di lì a breve iniziò a parlare ai propri uomini, cercando di imprimere loro quel coraggio e quella fiducia che già tante volte, in passato, era riuscito a trasmettere con successo".