Ucraina. La vera storia Stampa E-mail

Nicolai Lilin

Ucraina
La vera storia


Piemme, pagg.123, € 17,90

 

lilin ucraina  Questo libro di Nicolai Lilin aiuta a comprendere le cause del conflitto fra la Russia e l'Ucraina, offrendo un punto di vista che non trova il giusto spazio sui mezzi di informazione.

  Secondo l'Autore, "l'Ucraina è stata creata dai bolscevichi e ideata da loro come realtà locale, non autonoma, ma al contrario, funzionale e funzionante solo se inserita nella cornice del più complesso progetto sovietico, il paese non può esistere come una realtà geopolitica indipendente. Per consentirle di vivere e funzionare è necessario chiudere il vecchio progetto, risolvere le questioni problematiche annesse e avviarne uno nuovo, che corrisponda alle necessità reali e attuali, nel rispetto degli equilibri esistenti".

  Anche il "concetto di "Ucraina", dal punto di vista storico, è un'invenzione recentissima. La propaganda ucraina diffonde teorie storiche secondo le quali gli ucraini esistevano già nel IX secolo d.C. Di fatto, però, a parte le articolate fantasie di molti e improbabili avventurieri della Storia, tale narrazione non regge alcun confronto con la realtà. Non esiste nessun documento storico reale risalente a quell'epoca in cui si parla degli "ucraini"".

  Insomma, "la storia medievale e quella delle epoche successive non conoscono un paese chiamato "Ucraina"; solo grazie alla precisa volontà di Lenin prima e di Stalin dopo diventò un'entità geopolitica integrata nell'URSS sotto forma di repubblica socialista sovietica".

  La spaccatura del sistema in Ucraina – secondo Lilin - "non è riconducibile solo a ragioni etniche, esageratamente gonfiate e che in altre circostanze si ridurrebbero a una classica differenza regionale, diluita ulteriormente da una buona dose di ignoranza e di becero campanilismo", ma va attribuito "soprattutto alle differenze che ci sono tra diverse culture del lavoro e organizzazione dell'impianto industriale. Mentre nelle regioni del Sudest, storicamente luoghi industrializzati, i sindacati sono forti – fattore sociale che non va assolutamente sottovalutato e che fa parte del quadro evoluzionistico della società del Donbass, dove la gente è abituata a legare il proprio destino alla realizzazione professionale presso le strutture industriali, e dove esiste una forma di aggregazione sindacale creata durante l'epoca sovietica – nelle regioni dell'Ovest questa mentalità è quasi assente, e prevale invece una visione più strettamente legata agli affari e alla speculazione, più vicina ai valori del capitalismo occidentale. Il confronto tra questi due mondi ha portato dai primi anni dell'indipendenza dell'Ucraina dall'URSS la società verso una spaccatura".

  Lilin sfata il mito della "democrazia" ucraina, spiegando che rispetto a quello di Kiev "che il regime autoritario di Putin al confronto è mille volte più democratico, e la mia non è una provocazione, ma un'opinione formata e fondata su fatti concreti. A differenza dell'Ucraina, in Russia non sono proibiti i partiti di sinistra. Mentre il "democratico" Zelens'kyj, con una legge ad hoc ha bandito tutti i partiti d'opposizione, come farebbe un perfetto dittatore. In Russia non viene glorificato e legittimato il nazismo a livello statale, mentre l'Ucraina sguazza nella propaganda nazista della peggior specie, a partire dai bambini ai quali nelle scuole e nei campeggi estivi insegnano fare il saluto romano e l'esercito, pieno zeppo di nazisti convinti, che portano sulle loro uniformi simboli nazisti ufficializzati dal governo".

  La Russia di Putin – aggiunge l'Autore -, "con tutta la sua corruzione, con tutte le sue mancanze e nefandezze non è certo peggio di quell'abisso morale e disumano nel quale è precipitata l'Ucraina dopo il colpo di stato del 2014. Noi qui in Occidente giustamente ci scandalizziamo per la morte dei giornalisti in Russia, ma bisogna dire che spesso lo facciamo anche senza approfondire le cause, a prescindere, e prontamente dando la colpa al regime di Putin. Non dissento, perché se in un paese muore un giornalista che cerca di portare la verità alla luce, il sistema che governa questo paese in ogni caso ha delle responsabilità, dirette o indirette".

  Nel periodo compreso "tra il 2014 e il 2015 sono stati ufficialmente accertati gli omicidi di settantacinque oppositori del regime di Kiev, tanto che i loro nomi e le storie delle loro uccisioni sono stati condivisi persino su Wikipedia. Ma a parte questi numeri accertati e documentati, dobbiamo domandarci: quanti oppositori sono spariti in Ucraina? Quanta gente è stata massacrata da gruppi neonazisti durante le manifestazioni pacifiche, come quella di Odessa a maggio del 2014, oppure come quella di Mariupol, nello stesso anno, dove sparavano con le armi da fuoco contro la folla dei manifestanti di sinistra? Quanti cittadini del Donbass durante gli ultimi otto anni sono stati uccisi per via dei bombardamenti dell'esercito ucraino, oppure sequestrati dai servizi ucraini che agiscono come la Gestapo, torturando e massacrando le persone? I nostri benpensanti occidentali per qualche insondabile ragione non danno spazio a questi morti, forse perché si tratta di persone di sinistra che si opponevano al nazismo".