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Esistenza storica

nolte_esistenzastorica  Con quest'opera Ernst Nolte si prefigge l'obiettivo di favorire la comprensione globale della storia. La sua analisi della storia contemporanea e delle moderne ideologie si inserisce nella più vasta cornice temporale immaginabile, dalla preistoria fino ai giorni nostri: un periodo di circa 5000 anni che può costituire l'inizio di una postistoria. Nolte si accosta al problema della limitatezza della storia - un tema discusso da storici e filosofi, a partire da Hegel per giungere a Fukuyama - prendendo in esame le più importanti categorie di quella che egli definisce l'esistenza storica... 

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Nuova Storia Contemporanea, n.4/2012
nsc4_2012  L’articolo di Luciano Pellicani (professore ordinario di Sociologia politica presso l'Università "Luiss-Guido Carli" di Roma), intitolato Wilson e la paura delle nazioni, apre il n.4 (luglio/agosto 2012) di Nuova Storia Contemporanea. Vi si legge che “la pace di Versailles non fu né cartaginese, né generosa. Fu una pace punitiva che, vissuta dal popolo tedesco come un'ingiusta e brutale imposizione, alimentò il risentimento e la volontà di rivincita: due cose che la sfrenata demagogia di Hitler avrebbe portato al parossismo, con le conseguenze ben note”. “Così – aggiunge l’Autore - le idee di...
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Sacrificio nella steppa
hamilton_sacrificio  “Ho bisogno solo di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative”: così nell’estate del 1940 Mussolini giustifica all’allora capo di stato maggiore, Pietro Badoglio, l’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. E quando un anno dopo Hitler invade la Russia il Duce, abbagliato dalla possibilità di una vittoria veloce a fianco dei nazisti e della spartizione del bottino, invia in poche settimane un corpo di spedizione a sostegno delle truppe tedesche. Il prezzo di questa decisione, frutto di un calcolo cinico quanto catastroficamente sbagliato, è altissimo: dei 220.000 soldati...
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La collera
diconsoli_collera  Si può essere calabresi e antimeridionali allo stesso tempo, operai e fascisti, meschini e sognatori? Pasquale Benassìa è la risposta a questa domanda. Grasso, furioso e con una sigaretta perennemente tra le labbra, proviene da una famiglia di umili pastori ma ha il massimo disprezzo della povertà e del Sud, “terra di mendicanti, miserabili e vigliacchi”. Negli anni Settanta decide di tentare una sorte migliore emigrando a Torino, dove entra nella catena di montaggio della Fiat. Si sottopone alla disciplina della fabbrica, inizia a studiare filosofia e si fidanza con una maestrina di Rivoli...
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