Scritto da Emil M. Cioran
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Martedì 20 Novembre 2007 17:15 |
Nell'amore per Leopardi s'incontrarono negli anni Settanta Cioran, già riconosciuto in Francia e in Germania come uno dei massimi scrittori contemporanei, e il giovane studioso e scrittore Mario Andrea Rigoni. Ne nacque un'amicizia che avrebbe prodotto un importante evento: la traduzione dell'opera di Cioran in Italia non più in libri pressoché clandestini, ma nello splendore delle edizioni Adelphi per la cura dello stesso Rigoni. L'epistolario racconta questa grande occasione per la cultura italiana, mostrando tra l'altro il tono affettuoso e delicato in cui si stemperano, senza per questo perdere di mordente, i celebri aforismi cioraniani.
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Scritto da Carlo Altini
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Martedì 20 Novembre 2007 13:22 |
Nella Germania di Weimar, tra ideali repubblicani e deriva nazionalsocialista, la figura “mitica” di Thomas Hobbes, il filosofo del Leviatano, diventa l’occasione teorica per la ricostruzione e la rivalutazione della vicenda dello Stato moderno, nell’epoca della sua crisi. Molti sono gli autori – da Tönnies a Dilthey, da Meinecke a Cassirer e Horkheimer – che si confrontano con la lezione del filosofo inglese, con lo scopo esplicito di comprendere la genesi, lo sviluppo e il destino della modernità politica e del capitalismo moderno, tanto che la ricerca storico-filosofica arriva ad assumere una rilevanza...
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Scritto da Carl Schmitt
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Lunedì 19 Novembre 2007 15:52 |
Che c'entra l'arte con il diritto? Si può parlare di Stato con riferimenti letterari? Già durante la prima fase della conoscenza del pensiero di Schmitt in Italia, questo inconsueto intreccio fra dottrina del diritto ed arte venne considerato con non poca perplessità. Tra l'altro, le produzioni letterarie di Schmitt erano ancora del tutto sconosciute. Eppure le poche opere di Schmitt conosciute in Italia negli anni Trenta ed essenzialmente dedicate alla problematica giuridica, facevano già intuire un "illecito sconfinamento" che con troppa facilità fu visto come mancanza di...
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Scritto da Adalgiso Amendola
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Lunedì 19 Novembre 2007 16:03 |
Il pensiero di Carl Schmitt è carico di tensione e di ambiguità. Profondamente partecipe della crisi dei fondamenti con la quale si trova a confrontarsi il Novecento, il giurista tedesco mostra anime differenziate e ben difficilmente conciliabili. Questo lavoro ne indaga le contraddizioni, a partire dal rapporto tra decisione e ordinamento concreto, cercando di rifiutare gli estremi di chi legge Schmitt come un autore completamente nostalgico e antimoderno e di chi, al contrario, ne esalta troppo precipitosamente l’“ultramodernità”.
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Scritto da Massimo Polidoro
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Lunedì 19 Novembre 2007 15:44 |
È capodanno. Fuori, un ragazzetto fa scoppiare gli ultimi botti. Dentro, Renato Vallanzasca attende gli agenti che hanno l’ordine di scortarlo all’Asinara. E firma la resa, anche con sé stesso. Fine della corsa, alt, si scende. Era iniziata trent’anni prima. Milano, il centro e la periferia, l’insofferenza per l’autorità e la scoperta precoce della vocazione. C’è chi nasce per fare lo sbirro, chi per diventare Madre Teresa di Calcutta. “Io sono nato ladro”. Famiglia normale. Debutto “criminale” a otto anni: assalto alle gabbie di un circo per liberare gli animali. Le sbarre gli hanno sempre fatto schifo. Studi di ragioneria e furti nelle ville sul lago...
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