Il libro nero del comunismo italiano Stampa E-mail

Roberto Festorazzi

Il libro nero del comunismo italiano
La collaborazione occulta di Togliatti con l'Ovra


Macchione Editore, pagg.408, € 40,00

 

festorazzi libronero  Questo volume di Roberto Festorazzi rappresenta un importante contributo alla storia politica italiana e alla conoscenza degli eventi che hanno portato alla nascita del Partito Comunista Italiano (PCI) e al consolidamento del regime staliniano. Fino al 2022, infatti, nessuna ricerca aveva mai affrontato il tema della genesi del comunismo italiano come vicenda di straordinaria criminalità politica, e grazie all'imponente lavoro d'archivio di Festorazzi, oggi possiamo finalmente comprendere le complesse dinamiche che hanno caratterizzato il periodo storico che va dalla fine degli anni '20 alla metà degli anni '30 del Novecento.

  In questo libro, l'Autore dimostra come la conquista del PCI da parte di Antonio Gramsci sia stata totalmente illegale, con la brutale liquidazione del fondatore e primo leader del partito, Amadeo Bordiga, e come la leadership staliniana del PCI abbia messo in atto una collaborazione sotterranea e sistemica con gli apparati repressivi dello Stato fascista per annientare la vecchia corrente dell'ex leader Bordiga e tutti i quadri dirigenti e i militanti del partito che si opponevano allo stalinismo.

  C'è un personaggio di cui oggi pochi si ricordano, Palmiro Togliatti, che è stato un comunista piuttosto abile nel seguire le regole di Stalin. Ha trascorso molto tempo a Mosca e lì ha assistito alla violenza omicida del leader sovietico contro i suoi avversari, reali o immaginari. Togliatti ha contribuito ad appoggiare la Corona e i comunisti italiani lo chiamavano "il Migliore". Tuttavia, quando si sono aperti gli archivi sovietici, si è scoperto che non era stato lui a convincere Stalin a sostenere la Casa Savoia. Infatti, Togliatti è stato descritto come un "principe della menzogna", che ha imparato l'arte di ingannare dallo stesso Stalin. E quando è stato imprigionato, ha omesso o non ha utilizzato ciò che non gli era utile dai "Quaderni" di Antonio Gramsci. Togliatti incitava alla violenza contro chiunque si opponesse ai comunisti e ha persino collaborato con l'OVRA, la polizia fascista, per reprimere i suoi avversari interni. L'eliminazione dell'opposizione era il marchio di fabbrica di Stalin, che l'ha attuata con spietatezza. Togliatti stesso ha contribuito a "sovietizzare" il comunismo italiano e a eliminare qualsiasi avversario, anche i suoi vecchi compagni di lotta, se necessario. Il comunismo è stato un'ideologia criminale, che ha spinto molti persone a credere in una religione secolarizzata e a essere pronte a uccidere o morire per essa. Togliatti e altri suoi colleghi erano "rivoluzionari di professione", spietati e duri, ma anche potenti e rispettati. La loro storia deve essere compresa e indagata senza moralismi.

  Festorazzi illustra la strategia di "delazione di massa" con cui Togliatti e la leadership staliniana del PCI collaborarono con il regime di Mussolini per smantellare la presenza organizzata del partito clandestino in Italia. In questo modo, il PCI poté "purificarsi" e "decontaminarsi" ideologicamente dagli antichi residui del leninismo, consolidando il gruppo dirigente staliniano del PCI tanto a Mosca quanto a Parigi.

  Grazie a centinaia di documenti e alla descrizione di numerosi casi individuali di vittime e carnefici, il libro di Festorazzi rappresenta un'analisi profonda e attenta degli eventi storici che hanno portato alla nascita del PCI e alla sua evoluzione politica. La pubblicazione del "Libro nero del Comunismo italiano" rappresenta un punto di svolta nella storiografia italiana, aprendo nuovi spazi di riflessione e di ricerca sulla complessa vicenda del comunismo italiano e sul ruolo che esso ha avuto nel contesto politico del Novecento.