Il conformista. Contro l'anticonformismo di massa Stampa E-mail

Massimo Fini

Il conformista. Contro l'anticonformismo di massa

Marsilio Editori, pagg.400, Euro 9,90

 

fini_conformista.jpg  IL LIBRO - «Massimo Fini ha raccolto molti dei suoi saggi polemici sui problemi più scottanti del momento, e li ha intitolati Il Conformista... Fini viene da lontano. Non soltanto come maestria di scrittura, ma anche per ricchezza di esperienze... ha le mani pulite, ed è questo che dà tanta forza alla sua frusta e insieme lo rende così inviso alla intellighentia. Non ne rispetta le regole. Non sta al gioco. Perfino nella scelta del titolo di questo libro non ha voluto adeguarsi al conformismo dell'anticonformismo, e ha preferito chiamarlo e chiamarsi Il Conformista. Gliela faranno pagare calando su di lui una coltre di silenzio: da quando i roghi non usano più, è la sorte che attende i conformisti che non si conformano...» (dalla Prefazione di Indro Montanelli)

 

  DAL TESTO - "[...] sarebbe [...] disonesto dire che tutto ciò che di valido e stimolante si ebbe durante il ventennio lo fu perché estraneo al fascismo. Basterebbe l'esempio dell'architettura per smentire questa verità di comodo. E se il fascismo fosse stato soltanto un movimento reazionario e arcaico non si spiegherebbe, per esempio, come mai una disciplina modernissima come il design abbia conosciuto durante il ventennio il suo massimo splendore. Se è vero che il fascismo ebbe un'ideologia confusionaria, è però anche vero che, pragmaticamente, ebbe una politica culturale tutt'altro che stupida. Ma ebbe una politica niente affatto stupida anche in campo economico, amministrativo e sociale. Non dico che fosse giusta, dico che non fu stupida. Prendiamo, fra i tanti esempi, l'Iri. Quando fu creato, nel 1933, l'Istituto per la ricostruzione industriale fu un'intelligente risposta alla gravissima crisi economica che aveva scosso l'America e l'Europa dopo il '29. Altro esempio: la burocrazia. Mussolini ebbe l'intelligenza politica di tenere in debito conto la burocrazia, perché, evidentemente, sapeva che nessuno Stato può reggere senza una burocrazia efficiente. E un tecnico come Beneduce ebbe una libertà quasi illimitata. Insomma il fascismo sfruttò con una certa sagacia e duttilità le possibilità dirigistiche insite in un sistema dittatoriale, non fu solo retorica, propaganda, slogan, labari e fasci (anche se tutte queste cose ci furono e umiliarono l'intelligenza, oltre che la libertà, degli italiani)".

 

  L'AUTORE - Massimo Fini (1944), scrittore e giornalista, vive a Milano. E' autore di Il Conformista (1990), che qui pubblichiamo in edizione tascabile, e di due fortunate biografie storiche: Nerone. Duemila anni di calunnie (1993), Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta (1996). Per Marsilio ha pubblicato Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (2000), Nietzsche. L'apolide dell'esistenza (2003), la trilogia di saggi storico-filosofici La Ragione aveva Torto? (1985, 2005), Elogio della guerra (1989, 2003), riproposti in edizione tascabile, Il vizio oscuro dell'Occidente. Manifesto dell'Antimodernità (2002 e 2004), Sudditi. Manifesto contro la democrazia (2004), Il Ribelle. Dalla A alla Z (2006) e Ragazzo. Storia di una vecchiaia (2008). Inoltre Fini è stato, a teatro, Cyrano. Contro tutti i luoghi comuni come attore e autore in collaborazione con Eduardo Fiorillo e Francesca Roveda.

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione alla seconda edizione - Prefazione, di Indro Montanelli - Premessa - Costume e malcostume - Sessantotto, terrorismo, pentiti - Politica, politici e partiti - Intermezzo. Un vecchio idolo: Pertini - Eurasia ed Estasia - Intermezzo. Un nuovo idolo: Gorbaciov - Questioni epocali. I lumi, l'industrialismo, l'ecologia - Scienza e orrore - Stroncature - Qualcosa di me - Indice dei nomi