Lo Stato fascista. Le basi sindacali e corporative Stampa E-mail

Francesco Perfetti

Lo Stato fascista. Le basi sindacali e corporative

Le Lettere, pagg.456, Euro 32,00

 

perfetti_statofascista  IL LIBRO – La costruzione dello Stato fascista avvenne a partire dalla svolta del 3 gennaio 1925. L’edificazione del Regime ebbe luogo con gradualità per non oltrepassare la linea di demarcazione costituita dalla fedeltà allo Statuto albertino, al di là del quale i fiancheggiatori non sarebbero stati disposti a concessioni e si sarebbero trasformati in avversari diretti e irriducibili. Grande artefice dell’operazione fu Alfredo Rocco, proveniente dalle file del nazionalismo, il quale riversò nella sua attività legislativa, oltre a una indiscussa competenza giuridica, una precisa visione dello Stato dai connotati  autoritari e conservatori. Peraltro la posizione di Rocco sulla riforma costituzionale, per quanto vincente, non era la sola. In realtà l’evoluzione giuridico-istituzionale del regime fu il risultato di apporti profondamente diversi dal punto di vista culturale e ideologico e fu, comprensibilmente, condizionata dagli avvenimenti storico-politici. Questo volume, che riprende una serie di studi effettuati in più anni di lavoro, dopo una sintesi generale introduttiva alla storia e all’evoluzione del movimento e del Regime fascisti, concentra l’attenzione su una precisa componente del fascismo, quella del sindacalismo rivoluzionario, cui Mussolini fu personalmente molto sensibile e vicino. Un primo capitolo ricostruisce, dal punto di vista soprattutto della elaborazione concettuale ma anche con attenzione ai singoli avvenimenti, lo sviluppo del sindacalismo, da quello rivoluzionario a quello fascista, fino all’inizio degli anni Trenta e all’incontro con la tematica corporativa. All’analisi del congresso di studi sindacali e corporativi di Ferrara del 1932, convegno nel quale emerse la discussa tesi «corporazione proprietaria» è dedicato, poi, molto spazio proprio perché in quella occasione si confrontarono e si scontrarono in un dibattito dai toni assai vivaci e, in qualche caso, accesi tutte le posizioni più significative in materia sindacale e corporativa. Concludono il volume i profili di biografia intellettuale e politica di Angelo Oliviero Olivetti e di Sergio Panunzio, due teorici del sindacalismo rivoluzionario prima e del corporativismo poi, che riassumono, in maniera quasi emblematica, le due anime del movimento: quella organizzativa e operativa e quella intellettuale e teorica.

  DAL TESTO – “I primi importanti provvedimenti di rilevanza costituzionale – provvedimenti-quadro atti a delimitare i muri portanti o le aree confinarie del nuovo edificio costituzionale - furono la legge sulle attribuzioni e prerogative del capo del governo primo ministro segretario di Stato (1925) e la legge sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche (1926). La prima sanciva la preminenza dell'esecutivo: creando la figura del «capo del governo primo ministro segretario di Stato» in sostituzione del presidente del Consiglio, primus inter pares, svuotava il principio di collegialità, alterava i rapporti fra i ministri e segnava la fine del sistema costituzionale-parlamentare, sostituito da un sistema inedito, solo in prima approssimazione assimilabile, come qualcuno sostenne all'epoca, al cancellierato germanico. Spirito e lettera della legge corrispondevano bene all'ottica autoritario-conservatrice perché il rafforzamento dell'esecutivo avveniva a danno delle istituzioni parlamentari e non della Corona. Non a caso Rocco avrebbe ribadito il principio «che il governo del Re è emanazione del potere regio e non già del Parlamento e deve godere la fiducia del Re». La seconda legge attribuiva poteri enormi all'esecutivo conferendo al governo, in alcuni campi, la possibilità di surrogare il Parlamento. Illustrandone la ratio, Rocco disse che il principio di separazione dei poteri, fondamentale nell'ordinamento dello Stato moderno, non era, nella prassi degli Stati civili, né assoluto né inderogabile perché funzioni amministrative erano in realtà affidate a organi del potere giudiziario e funzioni legislative a organi amministrativi, cioè al potere esecutivo.”

  L’AUTORE – Francesco Perfetti, professore ordinario di storia contemporanea e di storia delle relazioni internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche della Luiss-Guido Carli di Roma è anche capo del servizio storico del Ministero degli Affari Esteri. Direttore della rivista «Nuova Storia Contemporanea» è autore di numerosi libri fra i quali, nelle nostre edizioni, Assassinio di un filosofo. Anatomia di un omicidio politico (Premio Hemingway, Premio Tarquinia Cardarelli), Parola di Re (Premio Giosue Carducci-La Versiliana), La repubblica (anti)fascista.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Parte prima. Il fascismo. Origine ed evoluzione - I. Le origini del fascismo - II. La fase «liberale» del fascismo (1922-1925) - III. La fase della costruzione del regime (1925-1929) - IV. Lo Stato corporativo e la politica di potenza (1929-1936) - V. La crisi del regime (1936-1943) - VI. La repubblica sociale italiana - VII. Il fenomeno fascista e le sue interpretazioni – Parte seconda. Le basi sindacali e corporative del fascismo – I. Il sindacalismo fascista fino all'inizio degli anni '30 (1. Le origini del sindacalismo fascista - 2. Il dibattito sul sindacalismo nazionale - 3. Il sindacalismo fascista fino alla marcia su Roma - 4. Il «sindacalismo integrale» e il suo fallimento - 5. Il dibattito sulla natura e sul ruolo del sindacato - 6. Sindacalismo integrale e trasformazione dello Stato - 7. I difficili rapporti fra sindacati e industriali - 8. I «Soloni» al lavoro - 9. Il patto di Palazzo Vidoni - 10. Tra sindacalismo e corporativismo - 11. La legge sindacale - 12. La Carta del Lavoro - 13. Stato corporativo o Stato fascista? - 14. Lo sbloccamento dei sindacati - 15. Il Consiglio Nazionale delle Corporazioni) - II. La «corporazione proprietaria» - Parte terza. Teorici dello Stato sindacale e corporativo – I. Dal sindacalismo rivoluzionario al corporativismo (1. La formazione culturale e politica - 2. Soggiorno in Svizzera - 3. «Pagine Libere» e la polemica contro il riformismo - 4. Mussolini, Olivetti e il sindacalismo rivoluzionario - 5. Nazionalisti e sindacalisti rivoluzionari - 6. Interventismo rivoluzionario - 7. L'Unione Italiana del Lavoro - 8. Sindacalismo rivoluzionario e fiumanesimo - 9. Verso il fascismo dopo il delitto Matteotti - 10. Dalla commissione dei Soloni allo «sbloccamento» dei sindacati - 11. La riforma della rappresentanza politica) - II. Sergio Panunzio: il fondamento giuridico del fascismo (1. Tra socialismo e sindacalismo - 2. Il socialismo giuridico - 3. Sindacalismo e anarchismo - 4. Diritto e autorità - 5. Di fronte alla guerra - 6. La guerra giusta - 7. Sindacalismo nazionale e «doppia rappresentanza» - 8. La polemica con Angelo Oliviero Olivetti - 9. Lo Stato di diritto - 10. Tra Italo Balbo e Benito Mussolini - 11. Lo Stato sindacale - 12. Lo Stato fascista come Stato sindacale - 13. Discussioni sul corporativismo - 14. Il sentimento dello Stato - 15. L'economia corporativa come «economia mista» - 16. La riforma dei codici) - Indice dei nomi