Renzo De Felice. La storia come ricerca Stampa E-mail

a cura di Francesco Perfetti

Renzo De Felice
La storia come ricerca
Atti del Convegno
(Firenze, 13-14 marzo 2015)


Edizioni Polistampa, pagg.192, € 15,00

 

perfetti defelice  IL LIBRO – Il presente volume raccoglie gli atti del convegno che la Fondazione Biblioteche Cassa Risparmio Firenze ha organizzato a vent'anni dalla scomparsa di Renzo De Felice. L'iniziativa è stata voluta fortemente dal Presidente della Fondazione, Aureliano Benedetti, sia per ricordare i legami simpatetici dello storico con la città di Firenze e con tante sue istituzioni culturali sia come un doveroso omaggio e atto di ringraziamento per la donazione che lo studioso, prima della morte, volle fare della sua importante biblioteca alla Cassa Risparmio Firenze: una donazione che costituisce, oggi, una parte fondamentale, e ormai tutta fruibile dagli studiosi, dell'imponente patrimonio librario che la Fondazione ha costituito nel corso degli anni e che custodisce e valorizza nel migliore dei modi.
  Il convegno, cui hanno preso parte importanti e autorevoli studiosi di storia moderna e contemporanea, si è proposto non tanto di fare una pur doverosa celebrazione dello studioso quanto piuttosto di tentare un bilancio della sua eredità storiografìca. Non quindi una analisi di dettaglio dei temi trattati e approfonditi da De Felice nei suoi lavori, ma piuttosto una riflessione sulla portata innovativa e, in taluni casi, addirittura rivoluzionaria del suo contributo alla storiografìa internazionale oltre che sulle prospettive interpretative aperte dalle sue ricerche e utili per la comprensione del presente.
  L'eredità di De Felice è certamente storiografica, soprattutto in campo metodologico - con il suo richiamo all'esigenza di scrivere la storia raccontando i fatti come si sono verificati e posponendo il momento della interpretazione a quello della ricostruzione degli avvenimenti - ma è anche, e forse soprattutto, morale e civile. I suoi lavori sul fascismo, a cominciare proprio dalla monumentale biografia di Mussolini, hanno ricostruito con equilibrio e attenzione questo momento importante, nel bene e nel male, della storia dell'Italia contemporanea e lo hanno fatto spazzando via le scorie ideologiche che per tanto tempo ne avevano condizionato e strumentalizzato la narrazione. Molti dei risultati delle sue ricerche a suo tempo contestati o rifiutati perché ritenuti eretici o poco ortodossi rispetto alle convinzioni consolidate – si pensi, per esempio, alle sue osservazioni sul "consenso" al regime o a quelle sulle differenze tra fascismo e nazionalsocialismo ovvero ancora alla distinzione fra Stati autoritari e Stati totalitari - sono, ormai, divenuti patrimonio della più avvertita ed equilibrata storiografia contemporanea.
  Il suo itinerario storiografico De Felice lo ha percorso con l'obiettivo di "emancipare la storia dall'ideologia, di scindere le ragioni della verità storica dalle esigenze della ragion politica". Pur non essendo riconducibile a una precisa scuola, De Felice fa parte di una linea storiografica nella quale convivono, accanto al rigore metodologico, una forte pulsione etico-politica e la convinzione del primato della storia politica. La sua ricerca si inserisce, così, all'interno della tradizione idealistica e storicistica italiana lungo il tracciato che da Benedetto Croce giunge a Delio Cantimori passando per Giovanni Gentile, ma, al tempo stesso, si sviluppa come costola del realismo storiografico di Gioacchino Volpe e si muove all'insegna del recupero del modo oggettivo di fare storia tipico di un Leopold von Ranke. Sotto questo profilo De Felice appartiene a un filone nel quale si ritrovano, pur con le loro specificità, studiosi come Federico Chabod, Rosario Romeo, Giovanni Spadolini. E lo mostrano bene i lavori - pur non esaustivi e aperti anzi a suggestioni di possibili ulteriori approfondimenti - di questo convegno voluto dalla grande sensibilità umanistica di Aureliano Benedetti, che ebbe con De Felice un rapporto di stima e collaborazione del quale la Fondazione, da lui oggi presieduta, rappresenta un tangibile risultato.

  DAL TESTO – "In una prima fase gli intellettuali progressisti e comunisti furono insospettiti dal suo metodo e dalla minuziosità delle sue ricerche. Per l'uso che la sinistra intendeva farne, il fascismo doveva restare un monolite liscio e uniforme, perfettamente orribile e deprecabile. Poco importa che una tale definizione condannasse l'intero popolo italiano al reato di complicità o nel migliore dei casi, ne facesse, agli occhi delle generazioni successive, una massa inetta e inerte. Non basta. Per i critici di De Felice parlare di fascismo era improprio e inopportuno. Occorreva parlare di nazifascismo e raggruppare in una sola categoria tutti i regimi autoritari e totalitari sorti dopo la rivoluzione bolscevica con una forte connotazione anti-comunista. Solo così il Pci e i suoi alleati avrebbero potuto perpetuare la memoria della loro eroica lotta antifascista e rivendicare la loro indispensabile funzione democratica, Quando si accorsero che De Felice stava storicizzando il fascismo italiano, videro nel suo lavoro il pericolo di una attenuazione delle sue responsabilità. Tanti documenti, così tenacemente raccolti e confrontati, rischiavano di introdurre inopportune sfumature e distinzioni. Le preoccupazioni divennero ancora più grandi quando fu evidente che l'opera di De Felice aveva un altro effetto: quello di fare emergere dall'ombra i diari e le memorie di molti gerarchi. Erano persone che avevano avuto un ruolo pubblico negli anni del regime, che erano stati ridotti al silenzio e che ebbero, grazie a Renzo De Felice, il diritto di parola."

  IL CURATORE – Francesco Perfetti (Roma, 14 agosto 1943) insegna Storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche della Luiss di Roma. Dirige la rivista «Nuova Storia Contemporanea», scrive per «Il Giornale» e collabora con «Il Domenicale» del «Sole 24 Ore». Allievo di Renzo De Felice (1929-1996), si è occupato soprattutto di fascismo e nazionalismo. Tra i recenti libri, "Fascismo e riforme istituzionali" (2013) e "Lo stato fascista" (2010), entrambi editi da Le Lettere.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Francesco Perfetti - Prima sessione – Introduzione, di Aureliano Benedetti - Saluto del coordinatore, di Sandro Rogari - La lezione storiografica ed etico-politica di Renzo De Felice, di Francesco Perfetti - Renzo De Felice e la guerra degli storici, di Sergio Romano - Renzo De Felice. Da George L. Mosse a François Furet, di Dino Cofrancesco - Renzo De Felice, la Resistenza, la Costituzione, di Gian Enrico Rusconi - Seconda sessione - Saluto del coordinatore, di Cosimo Ceccuti - Il Pnf e i gerarchi nell'analisi di De Felice, di Paolo Nello - Una rivoluzione storiografica: De Felice e le origini del Fascismo, di Giovanni Sabbatucci - Intellettuali e fascismo negli studi di Renzo De Felice, di Giovanni Belardelli - Renzo De Felice, la politica estera e le guerre del Duce, di Giorgio Petracchi - Renzo De Felice e la complessità territoriale del fascismo italiano, di Giustina Manica - Indice dei nomi