Anatomia dell’anticapitalismo Stampa E-mail

Luciano Pellicani

Anatomia dell’anticapitalismo

Rubbettino, pagg.313, Euro 20,00

 

pellicani_anatomia  IL LIBRO – La civiltà moderna è stata - e continua a essere - animata dallo spirito capitalistico. In questo libro si analizzano le principali fasi dello storico duello iniziato nel XIII secolo e tuttora in corso, poiché lo spirito anticapitalistico è come l'ombra del capitalismo: si manifesta, sotto diverse sembianze, non appena sulla scena sociale appaiono gli adoratori di Mammona.
  D'altra parte, la bancarotta planetaria del collettivismo - centrato sul piano unico di produzione e di distribuzione - costringe a giungere alla conclusione che il capitalismo non ha alternative: è l'unico modo di produzione in grado di far lievitare la ricchezza delle nazioni. È un gioco a somma positiva: se lo si distrugge - come hanno fatto i partiti comunisti al potere -, si condannano alla miseria più atroce le masse lavoratrici. È per questo che la socialdemocrazia, saggiamente, ha deciso di scendere a patti con il capitalismo, trattandolo come una pecora che deve essere tosata.

  DAL TESTO – “Mentre i bolscevichi, in nome della Classe, iniziavano la costruzione del primo Stato totalitario, apparve sulla scena italiana un movimento - il fascismo - che, in nome della Nazione, dichiarò guerra sia alla democrazia pluralistica - rifiutata in quanto incompatibile con l'ideale dell'Unità - che al socialismo marxista, il quale, predicando la guerra di classe, disintegrava la solidarietà nazionale. Alla Gesellschaft borghese - nella quale dominava l'homo oeconomicus, egoista e calcolatore – contrapponeva la Gemeinschaft di tutto il popolo, basata sulla cancellazione di «ogni distinzione fra individuo e Stato». C'era, nel fascismo, una potente carica comunitaria che, da una parte, lo portava a vedere nel liberalismo la sua «bestia nera» e, dall'altra, a proporsi come un'inedita forma di socialismo. Donde la formula chimica coniata da Georges Valois: «Nazionalismo+socialismo= fascismo», cui va aggiunto un terzo elemento, ossia l'idea di rivoluzione come capovolgimento violento dell'ordine esistente e demiurgica costruzione di una nuova civiltà”.

  L’AUTORE – Luciano Pellicani, titolare della cattedra di Sociologia politica presso l’Università Luiss di Roma, è autore di numerosi volumi, fra i quali La società dei giusti. Parabola storica dello gnosticismo rivoluzionario (EtasLibri, 1995); Modernizzazione e secolarizzazione (il Saggiatore, 1997); Dalla società chiusa alla società aperta (Rubbettino, 2002); Rivoluzione e totalitarismo (Marco, 2003); Jihad: le radici (Luiss University Press, 2004); Le sorgenti della vita. Modi di produzione e forme di dominio (Marco, 2005); La genesi del capitalismo e le origini della Modernità (Marco, 2006); Le radici pagane dell’Europa (Rubbettino, 2007); I rivoluzionari di professione (FrancoAngeli, 2008); e Lenin e Hitler: i due volti del totalitarismo (Rubbettino, 2009).

  INDICE DELL’OPERA - 1. Dio o Mammona - 2. Il «partito spartano» - 3. L’ultima guerra santa - 4. Dall'attesa del crollo all'anticapitalismo realizzato - 5. Gli adoratori di Mammona - 6. Il predatore dei popoli - 7. La contestazione della società opulenta - 8. Contro la globalizzazione - 9. Il compromesso socialdemocratico e la reazione neoliberista