La perfida Albione Stampa E-mail

Roberto Festorazzi

La perfida Albione
L'Inghilterra e le sue segrete connessioni con Hitler e Mussolini


In edibus Edizioni, pagg.380, € 22,00

 

festorazzi albione  IL LIBRO – Nel 1939, l'anno in cui scoppiò la seconda guerra mondiale, l'Inghilterra era ossessionata da un pensiero dominante: quello di dover affrontare insieme, sui campi di battaglia, due grandi nemici, Germania e Italia. La Gran Bretagna era una potenza declinante e in oggettive condizioni di inferiorità strategica nei confronti di entrambe le potenze dell'Asse. Mediante una paziente e rigorosa opera di ricognizione documentaria e di analisi critica, Roberto Festorazzi svela un affresco storico rimasto celato per oltre 70 anni. Le infinite tessere del mosaico, ora finalmente ricomposto, ci dimostrano in modo inconfutabile che l'Inghilterra, nel 1939, aveva paura di Mussolini e che cercò in ogni modo di trarlo dalla propria parte, staccandolo da Hitler. Nuovi documenti trovati dall'autore hanno permesso per esempio di scoprire il lato occulto del riarmo inglese, con la richiesta rivolta all'Italia di concedere la fornitura di 800 aerei da combattimento. Un negoziato che si interruppe all'inizio del 1940 e di cui si erano smarrite le tracce fino alle più recenti acquisizioni documentarie. Questo libro avvincente ci consente di conoscere il lato più nascosto del sistema politico britannico, così come era strutturato alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Un sistema tipicamente "castale", organizzato su basi rigidamente elitarie e feudali, e dominato da una "cupola" di aristocratici e di plutocrati stabilmente insediata nel Parlamento.
  Un appassionato libro-verità, che raccoglie il più imponente dossier mai prodotto finora sulla doppiezza della Gran Bretagna tanto nei confronti dei suoi alleati (come la Francia) quanto dei suoi nemici storici (come la Germania).
  La spietata radiografia del sistema castale inglese e dell'attrazione fatale che i fascismi esercitarono sull'establishment britannico.

  DAL TESTO – "La narrazione storiografica della rapacità inglese trova un riscontro nelle cifre assolute, anzitutto per quanto riguarda l'iniqua distribuzione delle risorse mondiali. L'impero britannico, che si estendeva sul 27% del pianeta e raccoglieva il 25% della popolazione del globo, era il forziere delle risorse e delle materie prime: secondo elaborazioni dell'«Economist», relative al 1933-34, deteneva e/o produceva il 55% del cacao, il 23,4% del grano, il 25,4% del carbone, il 29,8% del rame, il 44,5% del piombo, il 34,8% dello zinco, il 34,3% del nickel, il 99,5% della juta, il 33,5% del cromo, il 43,1 % dello stagno, il 30,4% del manganese, il 74,7% dell'oro, il 18,5% dell'argento, il 58% della gomma, ma solo l'1,8% del petrolio.
  "La Gran Bretagna era perciò molto interessata ad aprirsi tutti i possibili varchi per accedere direttamente alle fonti di greggio. La lotta per la supremazia petrolifera, intensificatasi durante e dopo la prima guerra mondiale, aveva visto le grandi compagnie imperiali britanniche - la Royal Dutch-Shell e l'Anglo-Iranian Oil Co. - accaparrarsi con successo i grandi giacimenti dell'America Latina e del Golfo Persico (Iran e Iraq), avviandone lo sfruttamento intensivo, fino a ottenere il significativo mutamento della morfologia politica della regione. Ma la vittoriosa "guerra per il petrolio" aveva subito una prima, significativa battuta d'arresto già negli anni Trenta, allorquando la Persia denunciò la concessione delle sue riserve all' Anglo-Iranian e i Paesi latinoamericani nazionalizzarono i propri pozzi estrattivi.
  "Il secondo atto della "guerra per il petrolio" andò in scena dunque nel pieno del secondo conflitto mondiale, mentre il fabbisogno dell'impero britannico belligerante cresceva fino alla colossale cifra di 40 milioni di tonnellate annue. Tanto che, il 29 luglio 1939, Lord Ailwyn ebbe a dichiarare alla Camera Alta: «Noi siamo dipendenti dall'estero per il 90% del nostro petrolio».
  "Su queste premesse si fonda la comprensione della nostra vicenda storica contemporanea, basata sul contrasto tra i grandi produttori e i maggiori consumatori di oro nero."

  L'AUTORE – Roberto Festorazzi (Como, 1965), laureato in scienze politiche, giornalista professionista, si occupa prevalentemente di storia contemporanea. Ha scritto e scrive per quotidiani e settimanali, tra cui "Il Giornale", "Il Messaggero", "La Repubblica", "La Stampa", "Panorama", "Avvenire", "Libero". Tra i suoi numerosi libri, "I veleni di Dongo" (Il Minotauro, 1996), "Hard da morire" (Limina, 1997), "San Donnino, cella 31" (Simonelli, 1999), "La pianista del Duce" (Simonelli, 2000), "Starace" (Mursia, 2002), "La regina infelice" (Mursia, 2002), "Laval-Mussolini,l'impossibile Asse" (Mursia, 2003), "Farinacci" (Il Minotauro, 2005), "D'Annunzio e la piovra fascista" (Il Minotauro, 2005), "La Gladio Rossa e l'oro di Dongo" (Il Minotauro, 2005), "Mussolini e l'Inghilterra" (Datanews, 2006), "Bruno e Gina Mussolini" (Sperling & Kupfer, 2007), "Il segreto del Conformista" (Rubbettino, 2009), "Margherita Sarfatti" (Angelo Colla Editore, 2010), "Uccidete il Duce!" (Hobby & Work, 2011), "Claretta Petacci" (Minerva, 2012), "Caro Duce, ti scrivo" (Ares, 2012), "La perfida Albione" (Hobby & Work, 2013), "Mistero Churchill" (Pietro Macchione Editore, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Antefatto - Premessa metodologica - Capitolo I. Un pomeriggio nel "Grande Club" - Capitolo II. La casta plutocratica di Sua Maestà Imperiale - Capitolo III. Radiografia del privilegio - Capitolo IV. La grande cuginanza - Capitolo V. L'infornata di lord Magnati - Capitolo VI. Gli amici del giaguaro - Capitolo VII. I silenzi di Mosley - Capitolo VIII. Lawrence d'Arabia e la congiura degli intellettuali - Capitolo IX. Kennedy connection - Capitolo X. Il Re nazionalsocialista - Capitolo XI. Kennedy connection - Capitolo XII. Imperialisti da sette secoli - Capitolo XIII. Il big business di Suez - Capitolo XIV. Un gigante con i piedi d'argilla - Capitolo XV. Il "canale segreto" di Dino Grandi - Capitolo XVI. Dal Gentlemen's Agreement agli Accordi di Pasqua - Capitolo XVII. La grande collusione di Monaco - Capitolo XVIII. Lady Ivy e Donna Margherita - Capitolo XIX. Il mancato golpe di Chamberlain - Capitolo XX. Il secondo "canale segreto" - Capitolo XXI. Chamberlain e Mussolini, il dialogo negato - Capitolo XXII. La "politica estera" di Riccardi - Capitolo XXIII. La fine delle illusioni - Capitolo XXIV. La guerra di Hitler e quella di Londra - Capitolo XXV. L'Inghilterra chiede armi al Duce - Capitolo XXVI. L'amletico Mussolini sul piede di guerra - Capitolo XXVII. Il blocco navale strangola l'Italia - Capitolo XXVIII. Da Chamberlain a Churchill - Capitolo XXIX. La fatale ordalia - Capitolo XXX. 9 giugno 1940 - Capitolo XXXI. Quel "Leone Marino" che non ruggì mai - Capitolo XXXII. Un valzer a Mosca - Capitolo XXXIII. Sul binario morto della storia - Capitolo XXXIV. Churchill chiama, Pétain risponde – Postfazione – Ringraziamenti - Bibliografia