Islam e nazifascismo Stampa E-mail

Alberto Rosselli

Islam e nazifascismo
Un'alleanza che avrebbe potuto modificare l'assetto mediorientale


Mattioli 1885, pagg.117, € 14,50

 

rosselli nazifascismo  IL LIBRO – La storia degli intensi e complessi rapporti che, tra il 1933 e il 1945, intercorsero tra il Gran Muftì di Gerusalemme, Hajjī Muhammad Amīn al-Husaynī, capo spirituale dei musulmani palestinesi, i movimenti panislamici, panarabi e nazionalisti, sorti negli anni Trenta in Africa Settentrionale (Marocco, Algeria, Tunisia e Egitto) e in Medio Oriente (Palestina e Mesopotamia), e la Germania nazista e l'Italia fascista, rappresenta una delle vicende a sfondo diplomatico, politico-religioso e ideologico più interessanti e meno note di quegli anni.
  I motivi che spinsero la più venerata, discussa e chiacchierata, personalità religiosa del Medio Oriente e i movimenti nazionalisti mediorientali ad unire i propri destini a quelli del dittatore tedesco e – seppure con modalità e risultati diversi rispetto a quelli di Mussolini – suscitano infatti un'indubbia curiosità, aprendo le porte ad un dibattito che, nell'attuale contesto geopolitico internazionale, caratterizzato dalla recrudescenza dell'estremismo islamico antisionista e antioccidentale, assume una valenza ancora maggiore e specifica, fornendo utili elementi di studio e valutazione.
  "In definitiva, quel che più si fa apprezzare di questo agile lavoro – scrive Marco Cimmino nella Prefazione - è proprio la mancanza sostanziale di parzialità e di accanimento ideologico, la volontà di esprimere con chiarezza quel che accadde, senza altro scopo che cercare di capire e di far capire al prossimo. Per ultimo, non si può non aggiungere una nota di servizio: le implicazioni di questo libro sono tali e tante da renderlo uno strumento, diremmo, indispensabile per farsi un'idea della politica mediorientale dell'Occidente e dei suoi rapporti odierni con l'Islam."

  DAL TESTO – "Non è certo un mistero che, dall'inizio degli degli anni Trenta e la metà dei Quaranta, non pochi leader musulmani, arabi e no, abbiano intravisto nella Germania di Hitler e nei Paesi ad essa alleati una grande opportunità di libertà e di riscatto ed anche un modello ideologico da seguire o dal quale attingere insegnamenti. Perché se è vero che l'anelito autodeterminista e nazionalista spinse soprattutto taluni movimenti mediorientali a cercare e ad agganciare l'alleato relativamente più affidabile - almeno in funzione anti britannica o anti francese e anti colonialista (atteggiamento comprensibile sotto il profilo politico) - è altrettanto vero che a favorire questa intesa fu anche un comune sentire e cioè l'odio nei confronti dell'ebraismo, sentimento nutrito dal führer, considerato da milioni di musulmani alla stregua di una specie di messia in divisa. E se si analizzano i documenti ufficiali non è facile accorgersi dell'accennata, discutibile condivisione di intenti, rinvigorita, tra l'altro, dalla esagerata convinzione, espressa da molti arabi nordafricani e mediorientali, che Adolf Hitler fosse addirittura un amante se non addirittura un occulto seguace dell'Islam."

  L'AUTORE – Alberto Rosselli, giornalista e saggista storico, ha collaborato e collabora da tempo con numerosi quotidiani italiani ed esteri e con svariati siti internet tematici di storia, etnologia, storia militare, diplomatica e geopolitica. Rosselli ha al suo attivo alcune opere di narrativa e numerosi saggi. Attualmente è direttore responsabile della rivista trimestrale "Storia Verità" (www.storiaverita.org).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Marco Cimmino – Introduzione - Genesi di un'intesa - Muhammad Amīn al-Husaynī - Husaynī e le intese nazi-fasciste - Gli accordi di Pasqua - La grande rivolta araba. Si intensificano i rapporti con la Germania nazista - Il secondo dopoguerra – Appendice – Note - Bibliografia