La guerra di Quinton Stampa E-mail

Fabio Mini

La guerra di Quinton
Commentario di un generale d'oggi alle «Massime sulla guerra»
di uno scienziato dell'Ottocento


Mimesis Edizioni, pagg.116, € 12,00

 

mini quinton  IL LIBRO – Le "Massime sulla guerra" di René Quinton, eclettico biologo francese di fine Ottocento, vengono riordinate e commentate dal generale Fabio Mini, mentre la figura di Quinton è tracciata nel profilo bio-bibliografico curato da Luca Gallesi. Quinton fu scienziato brillante a cui si deve la formulazione di varie leggi biologiche e dei principi della talassoterapia ancora oggi pienamente validi. Fu ardito pioniere dell'aviazione e precursore del volo a vela. Combattè da prode e fu pluridecorato nella Prima Guerra mondiale. Dalla vita della trincea trasse ispirazione per le sue "Massime" che furono pubblicate postume ed ebbero un discreto successo in tutta Europa nell'intervallo fra le due guerre, prima di cadere nell'oblio. Fabio Mini è stato alto ufficiale della Nato e Comandante della missione Internazionale in Kosovo. Saggista, analista di strategia e geopolitica, editorialista del "Il Fatto Quotidiano", collaboratore di "Limes" e "L'Espresso" nonché autore di una decina di libri, Mini scava negli scritti di Quinton alla ricerca degli aspetti ancora attuali del pensiero militare che guidò il sacrificio dei combattenti della Grande guerra. E si confronta con il darwinismo sociale che impregnò quella guerra e che a tratti compare nelle successive. Fino ad oggi.

  DAL TESTO – "La visione di Quinton riguardo a cosa fosse o dovesse essere ai suoi tempi un capo, un comandante, appare romantica, poco critica e molto lontana dalla realtà odierna. Qui l'idealismo si rivela nella sua capacità di alterare la realtà. "Comandare in guerra è facile, perché tutti sono santi". Non è vero, non lo è mai stato e non è nemmeno una pietosa bugia consolatoria: è una distorsione onirica di ogni buon comandante che ama i propri uomini. Oggi i comandanti sono preparati e motivati come non mai, nonostante siano messi a dura prova dalle difficoltà di ogni giorno e dalla periodica spedizione in campi di battaglia dissimulati da campi da golf, buttati all'inferno con l'illusione di finire in paradiso. Ma non tutti i comandanti sono buoni comandanti e questa parte sembra dedicata a quei pochi che confondono il comando con l'arbitrio, la responsabilità con l'autorità, il coraggio con la prosopopea. Sembra indicare la strada del comando a coloro che l'hanno perduta creando un modello forse irrealistico, ma l'unico idealmente perseguibile. La guerra di trincea di un gruppo di soldati come Quinton non è operativamente molto diversa da quella che i soldati del mondo affrontano oggi, asserragliati nei fortini, blindati nei carri da battaglia, imbottiti di munizioni e giubbetti anti-proiettili e rifugiati nelle basi militari fortificate da sacchi di pietrame o blocchi di cemento. Certo, una base offre di più della trincea in termini di svaghi, vitto, alloggio, spazi, ma il rapporto tra spazi e soldati è quasi uguale: soltanto una decina di soldati si conoscono e dipendono uno dall'altro. Lo stesso accade per il rapporto tra comandanti e truppa."

  L'AUTORE – Fabio Mini è generale di Corpo d'Armata dell'Esercito Italiano ed è stato Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione internazionale in Kosovo. Ha comandato tutti i livelli di unità meccanizzate ed ha prestato servizio negli Stati Uniti, in Cina e nei Balcani. Ha diretto la Comunicazione della Difesa e l'Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze. Laureato in Scienze strategiche con Master di secondo livello, specializzato in Scienze umanistiche e Negoziato internazionale è commentatore di geopolitica e strategia militare. È Consigliere della Fondazione ICSA e membro della Società italiana di Storia Militare. Scrive per "Limes", collabora con "l'Espresso" ed è editorialista de "Il Fatto Quotidiano". È autore di numerosi saggi e una decina di libri. Tra gli ultimi pubblicati: "La guerra dopo la guerra"; "Soldati"; "Mediterraneo in Guerra"; "La guerra spiegata a..."; "Eroi della guerra"; "I guardiani del potere" e "Perché siamo così ipocriti sulla guerra?". Per la Libreria Editrice Goriziana (Leg) ha curato le edizioni italiane di "Guerra senza limiti" dei colonnelli cinesi Qiao Liang e Wang Xiangsui, "Fanteria all'attacco di Rommel", i "Diari di Hitler", "Paride" di B. Liddel Hart e altri. È Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana e Commendatore dell'Ordine Militare d'Italia. Tra le decorazioni straniere è Officer della Legion of Merit Usa ed è insignito delle medaglie al merito militare della PRC e del Kosovo.

  INDICE DELL'OPERA - René Quinton: vita, scienza, guerra, di Luca Gallesi - Massime e "minime", di Fabio Mini – I. Biologia della guerra (La Natura, Maschi e Femmine, Uomini e Animali – Commento - La Natura - Maschi e Femmine - Uomini e Animali) – II. Morale della Guerra (Corpo e Anima, Dio e Guerra, Servire oltre la Vanità e l'Egoismo – Commento - Corpo e Anima, Dio e Guerra - Servire oltre la Vanità e l'Egoismo) – III. Estetica della guerra (Amore e Voluttà, Vita e Morte – Commento - Amore e voluttà - Vita e Morte) – IV. Sul campo di battaglia (Rischio e Coraggio, Prodi ed Eroi, Dovere e Sfinimento - Rischio e Coraggio - Prodi ed Eroi - Dovere e Sfinimento) – V. Il Capo e il Comando (Comandanti e Soldati – Commento - Comandanti e soldati) – Conclusione (Dice il dio della Guerra - Dice Quinton) - Appendice: Stato di servizio di guerra di René Quinton