La via della seta |
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Franco Cardini - Alessandro Vanoli
DAL TESTO – "È alla steppa che occorre guardare per scorgere gli inizi più antichi della nostra storia. Cacciatori, pastori, allevatori e guerrieri. In un tempo remoto, i popoli delle praterie divennero dipendenti dagli erbivori domesticati, il che li obbligava a una mobilità ben più intensa di quella degli agricoltori che vivevano nelle vallate meridionali. I bovini erano stati fra i primi a essere addomesticati, attorno al 6000 a.C.; circa duemila anni dopo era venuta la volta dei cavalli. Per quanto inizialmente l'importanza degli equini fosse più legata al latte e alla carne, ci volle poco perché si affermassero come mezzo di trasporto, specie in ambito militare. Per mantenere le mandrie in buona salute, i nomadi dovevano spostarsi regolarmente insieme a loro, portandosi dietro tutto il loro mondo, a cominciare dalle tende, che piantavano nelle praterie in cui sceglievano di trascorrere la stagione. Tende rivestite con pelli di animali o con feltro e dunque robuste e resistenti alle intemperie. In genere arredate con pochissimi mobili ma ornate con splendidi tessuti appesi alle pareti e sfarzosi tappeti posti sul pavimento. Abitazioni e villaggi che i nomadi erano in grado di smontare con grande rapidità e quasi all'improvviso, portando altrove il bestiame e il loro intero mondo. Questa mobilità contribuì a scambiare idee e religioni oltre che utensili, attrezzi, abitazioni e abiti. Uno scambio che si propagò da un'estremità all'altra della steppa, dall'Europa all'Asia, determinando un fenomeno che gli archeologi di quelle zone conoscono ormai bene: il fatto cioè, che su una scala di fatto continentale, le culture materiali dei vari gruppi di nomadi siano sostanzialmente simili." GLI AUTORI – Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale nell'Istituto Italiano di Scienze Umane e Sociali/Scuola Normale Superiore; è Directeur de Recherches nell'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Per il Mulino ha tra l'altro pubblicato «Gerusalemme» (2012), «Istanbul» (2014), «Andare per le Gerusalemme d'Italia» (2015), «Onore» (2016) e «Samarcanda» (2016). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Gli ambienti e gli uomini - II. Alessandria. Il Mediterraneo che guarda a oriente - III. Chang'an. Al principio della via della seta - IV. Bamiyan. L'espansione buddhista sulla via della seta - V. Costantinopoli. Il Mediterraneo e la via della seta - VI. Baghdad. L'islam: impero, spezie e vie commerciali - VII. Aden, Siraf, Hormuz e Calicut. Le vie dell'oceano - VIII. Da Palermo a Gerusalemme. La via della seta al tempo delle crociate - IX. Da Esfahan a Karakorum. Gli invasori nomadi e i mongoli - X. Pechino. Marco Polo e gli altri: la strada europea verso il Catai - XI. Samarcanda. L'impero timuride - XII. Giava. Il mare cinese - XIII. Goa. Le trasformazioni della via della seta verso un mondo globale - XIV. Istanbul, Esfahan e Agra. I grandi imperi asiatici - XV. Amsterdam. La via della seta vista dall'Europa - XVI. Herat. Il grande gioco - Conclusioni. Il viaggio ricomincia - Carte |