Sui campi di battaglia della guerra di Libia Stampa E-mail

Leonardo Malatesta

Sui campi di battaglia della guerra di Libia

Pietro Macchione Editore, pagg.336, € 30,00

 

malatesta suicampi  IL LIBRO – Il centesimo anniversario della guerra italo-turca, più comunemente conosciuta come Guerra di Libia, ha suscitato un interesse tutto sommato moderato sia tra gli studiosi, sia nell'opinione pubblica, poiché nel 2011 la scena è stata occupata anzitutto dalle celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità d'Italia e a ridosso dagli impegni di studio ed editoriali in vista del centenario della Grande Guerra. Tuttavia nello stesso anno sono stati organizzati quattro convegni: tre in ottobre, da parte del Centro studi Giolitti; dell'Università di Tor Vergata con la Società Geografica, la Società Pesarese di studi storici e l'Associazione di Storia Contemporanea; e nel mese successivo dalla Luiss. Sull'argomento si ricordano inoltre i numeri monografici de I sentieri della ricerca, organo del Centro Studi Ginocchi di Crodo e degli Annali della Fondazione Ugo La Malfa. E, presso il Museo della Guerra di Rovereto, una mostra sulle cartoline della guerra di Libia e un'altra sul periodo 1911-1931.
Negli anni successivi c'è stato un crescente risveglio di interesse grazie a studiosi quali Nicola Labanca, Alberto Magnani, Antonello Biagini e Bruce Vandervort.
  Importante è stata anche, nel 2018, la pubblicazione del volume "La Guerra di Libia e l'azione del generale De Chaurand", al quale fa seguito il presente volume, basato a sua volta sulla vasta documentazione diaristica e fotografica lasciata dal De Chaurand che fu uno dei principali protagonisti e artefici della vittoria riportata contro l'esercito turco. Per le fonti archivistiche, sono stati inoltre utilizzati l'archivio dell'Ufficio Storico dell'Esercito e l'archivio del generale Guglielmo Pecori Giraldi, conservato presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza.

  DAL TESTO – "Secondo gli intendimenti del Presidente del Consiglio, doveva essere un conflitto breve e si doveva concludere con una vittoria. L'ombra negativa della giornata di Adua era sempre dietro l'angolo. Per la nazione e per l'esercito una vittoria prestigiosa era essenziale per il futuro.
  "Tutti questi desideri, però, fino a fino 1911, non si erano avverati. Caneva aveva impostato la condotta delle operazioni in modo molto attendistico, subendo anche sconfitte, come Sciara Sciat.
  "I conflitti si acuirono dopo l'occupazione di Ain Zara. Non solo critiche dall'Italia ma anche dall'estero. Non c'era fiducia verso il generale friulano. Altro dato che rafforza l'affermazione è lo sbarco del generale Salsa a Tripoli su decisione del politico di Dronero per studiare la situazione e far sì che lo stato di immobilismo del Corpo di spedizione finisse. Era un chiaro segnale di sfiducia verso l'operato di Caneva.
  "La sua fu una tattica attendista. Raggiunte alcune posizioni, non si pensò di avanzare con slancio, ma di rafforzarle perché non si corressero pericoli in caso di attacco avversario. Per ovviare a ciò, si allargò il fronte, con operazioni anche sull'Egeo, Mar Rosso, Dardanelli per colpire nel cuore l'impero ottomano.
  "Caneva, nei primi mesi della guerra, non attuò una politica adeguata verso le popolazioni locali. Lasciò molta libertà, non attuò precauzioni, come ad esempio nessun sequestro di armi e munizioni. Fu un errore. Solamente dopo le sconfitte di Henni e Sciara Sciat, i controlli si intensificarono. A causa del mal funzionamento dei servizi d'informazione italiani, non si conosceva la reale situazione della Tripolitania perché le notizie del periodo prebellico non erano più attuali.
  "Caneva, avendo dal regio decreto di nomina tutte le competenze politiche e militari della zona, successivamente modificate, propose che ci fossero azioni politiche e in secondo piano quelle militare. Giolitti era di parere totalmente opposto.
  "Dopo l'arrivo dei rinforzi dall'Italia (novembre 1911), le forti sollecitazioni di Giolitti continuarono ad arrivare a Tripoli sempre di più. Che lo scontro, fra Roma e Tripoli fosse palese, tanto che lo notarono anche i francesi, attraverso il loro addetto militare. La sostituzione dell'alto ufficiale fu solo posticipata.
  "Il giudizio verso l'operato del generale non è univoco. Se da parte del governo le critiche erano molte, Inghilterra e Francia invece la pensavano diversamente."

  L'AUTORE – Nato nel 1978, Leonardo Malatesta è Dottore in Storia. Direttore dell'Istituto Internazionale di Studi Storico Militare Divisione Pasubio, Consigliere Scientifico dell'Istituto Italiano dei Castelli, membro del Comitato Scientifico dell'Associazione Bunker Soratte, del Consiglio del Comitato di Treviso dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, consulente storico per il Comune di Enego per i lavori di restauro di forte Lisser e collaboratore dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito e del Comune di Valdisotto. Studia la storia militare italiana ed europea dal 1848 ai giorni nostri. Collabora ed è socio con istituzioni culturali come l'Associazione Archivio Biblioteca Dall'Ovo - Onlus, il Centro Internazionale di Studi Risorgimentali - Garibaldini di Marsala, l'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Lo scoppio del conflitto e le prime operazioni in Libia - Ottobre 1911: inizia la guerra in Libia - Le prime battaglie: Sciara Sciat, Ain Zara e Bir Tobras - La carriera - 1912: la conclusione del conflitto - I primi mesi del 1912 sul fronte della Tripolitania - Il fronte della Cirenaica nei primi mesi del 1912 - Gli ultimi combattimenti - La pace – Conclusioni - Documentazione fotografica - Bibliografia