Una lunga penna nera Stampa E-mail

Alfio Caruso

Una lunga penna nera
Storia di eroismo e fratellanza


Piemme, pagg.336, € 17,50

 

caruso pennanera  IL LIBRO – Gli italiani conservano nel vasto forziere della memoria collettiva una storia talmente nobile e toccante che merita di essere raccontata. È una storia vera, fatta di eroismo e sacrificio, di dolore e ardimento: è la storia degli alpini.
  Il loro spirito di corpo è leggendario, la loro disciplina proverbiale. Temprati alle più grandi fatiche dalla dura vita delle montagne, animati da una dedizione assoluta alla patria, per quasi centocinquant'anni hanno attraversato in prima linea tutte le vicende, buie o luminose, che costellano la nostra Storia. Si sono battuti con onore nelle dissennate guerre coloniali, hanno versato il loro sangue sul Carso e sugli aspri picchi dolomitici durante la Grande Guerra. Hanno lottato valorosamente in condizioni estreme tra i ghiacci della Russia per salvare un'intera armata in fuga, nei campi di concentramento hanno sopportato con dignità e orgoglio i terribili stenti della prigionia. A migliaia si sono immolati per cacciare dal nostro Paese l'invasore nazista. Le pagine più amare e più gloriose della lotta di liberazione portano il loro nome.
  Dalle vette innevate delle Alpi agli ostili contrafforti dell'Afghanistan, all'alba del XXI secolo gli alpini sono ancora il miglior corpo specialistico d'Italia, il più popolare, il più amato, quello in cui la Nazione intera trova un sostegno incrollabile, anche in tempi di pace, nella consapevolezza che in ogni frangente, per quanto drammatico, potrà sempre contare sulle penne nere e sul loro ostinato coraggio. Come disse un alpino nei momenti più drammatici della battaglia di Nikolaevka: «Non abbiamo avuto paura fin qui, non l'avremo ora. Abbiamo pianto, lottato, patito la fame. Siamo gli alpini, non ci fermeremo proprio ora».

  DAL TESTO – "Nel marzo 1873 viene adottato il cappello all'Ernani, un simbolo delle Cinque giornate milanesi, guarnito da una fascia di cuoio nero: frontalmente espone una stella a cinque punte, di metallo bianco, con il numero della compagnia. Sul lato sinistro, semicoperta dalla fascia di cuoio, svetta una coccarda tricolore, nel cui centro è posto un bottoncino bianco con croce scanalata. Un gallone rosso a V rovesciata guarnisce il cappello dallo stesso lato della coccarda e sotto questa è infilata la penna destinata alla leggenda. È nera di corvo per la truppa, d'aquila marrone per i sottufficiali e per gli ufficiali superiori, d'oca bianca per gli ufficiali superiori e i generali.
  "Nel settembre dello stesso anno le 15 compagnie vengono portate a 24 e ripartite in 7 reparti, ciascuno al comando di un ufficiale superiore. Nel 1877 sono costituite cinque batterie da montagna. Ma bisognerà attendere dieci anni per un reggimento d'artiglieria con pezzi da 75: ai suoi componenti, però, il cappello con la penna non sarà concesso fino al 1910. Nel 1882 vengono formati 6 reggimenti."

  L'AUTORE – Alfio Caruso, nato a Catania nel 1950, è saggista e romanziere. Come giornalista ha lavorato per le principali testate, dal "Corriere della Sera" a "L'Espresso", dalla "Gazzetta dello Sport" (di cui è stato vicedirettore) a "La Stampa". Tra i suoi numerosi saggi di successo, "Italiani dovete morire", "Tutti i vivi all'assalto", longseller che gli è valso il Premio al giornalismo dell'Ana, l'Associazione Nazionale Alpini, e "Caporetto".

  INDICE DELL'OPERA - Alpino per sempre - 1. Tre padri - 2. Dalla Cina all'Africa - 3. Cadorna manda a dire - 4. Vette insanguinate - 5. Il valore non basta - 6. Un muro di carne - 7. La sfida sui ghiacci - 8. L'ultima colonia - 9. Verso il baratro - 10. L'ultima follia di Mussolini - 11. Avanti Tridentina, avanti - 12. La lunga prigionia - 13. Si torna in montagna - 14. Sempre in prima linea - Indice dei nomi - Ringraziamenti