Saint-Just. La vertigine della rivoluzione Stampa E-mail

Stenio Solinas

Saint-Just
La vertigine della rivoluzione


Neri Pozza, pagg.176, € 18,00

 

solinas saint  IL LIBRO – Fra i protagonisti della Rivoluzione francese e del Terrore nessuno è così tragicamente e ambiguamente affascinante come Saint-Just. Definito nell'Ottocento «Arcangelo della morte» da Michelet, «Spada vivente» da Taine, riletto nel Novecento di volta in volta come precursore dei socialisti utopisti, dei fascisti, dei leninisti, per i suoi contemporanei Saint-Just fu l'accusatore feroce di Luigi XVI, dei Girondini e di Danton; il rappresentante implacabile della Convenzione presso le armate del Reno e del Nord; il membro inflessibile del Comitato di Salute pubblica; la vittima impassibile del 9 Termidoro. Entrato in politica a vent'anni, ghigliottinato che ne aveva ventisette, libertino nel 1789 e teorico della virtù nel 1793, uomo di cuore e uomo di sistema, fu il più contraddittorio dei rivoluzionari, una sorta di Giano odiato, ma mai disprezzato, ammirato, ma mai amato. Nessuno ha anche goduto come lui di un culto letterario e artistico che ha finito per farlo salutare come un fratello di Rimbaud e di Shelley, un erede virtuoso di de Sade. È stato un modello per pittori romantici quanto l'oggetto di meditazione per saggisti e narratori, da Camus a Malraux, da Drieu a Marguerite Yourcenar, di fascino per cineasti: nel Napoléon, di Abel Gance, sarà lo stesso regista a interpretarlo. Uomo politico e uomo d'azione, uomo di Stato e uomo di pensiero, Saint-Just è oggi l'unico contemporaneo fra i suoi compagni dell'89. Lo è perché in lui si mischia il culto della giovinezza, l'estetica e l'etica, l'idea della felicità possibile su questa terra e della necessità di arrivarci anche a costo dell'orrore, il riproporsi periodico della tentazione di rifare l'uomo anche suo malgrado, l'inchinarsi alla volontà generale e alla sanità del popolo anche se questa coincide con l'asservimento dell'individuo e la fine delle libertà. Raccontare Saint-Just è dunque fare luce su ciò che ci circonda.

  DAL TESTO – "È il laconismo il tratto distintivo di Saint-Just, l'esatto contrario dell'orgia retorica, della Repubblica delle parole e della Repubblica degli avvocati, [...] che è invece una Mistica della Rivoluzione. Un laconismo che è un tutt'uno con il fastidio per la burocrazia e per un patriottismo ridotto a retorico «commercio di labbra», un laconismo che si affina e si affila negli editti, nei decreti e nei dispacci militari: «La Repubblica francese riceve dai suoi nemici e invia loro soltanto del piombo». È in anticipo ciò che poi sarà l'elemento distintivo del Napoleone generale, primo console e da ultimo imperatore, ma, come ha scritto lo Chateaubriand delle Memorie d'oltretomba, l'energia che anima il primo viene da un'ispirazione rivoluzionaria che nel secondo si è indebolita proprio perché marcia nella direzione contraria [...]"

  L'AUTORE – Stenio Solinas è nato a Roma. Giornalista, vive e lavora a Milano. Tra i suoi libri, "Compagni di solitudine", "L'onda del tempo", "Percorsi d'acqua", "Vagamondo", "Da Parigi a Gerusalemme. Sulle tracce di Chateaubriand", "Gli ultimi Mohicani", "L'infinito Sessantotto". Per Neri Pozza ha pubblicato "Il corsaro nero. Henry de Monfreid l'ultimo avventuriero" (Premio Acqui Storia, 2016) e "Genio ribelle. Arte e vita di Wyndham Lewis" (2018).

  INDICE DELL'OPERA – Prima parte – Ritratti – (Altri) libertini – Diventa ciò che sei – Intermezzo – La forza delle cose – Femminile/maschile – Seconda parte – L'ussaro a cavallo – Il sogno di Sparta, la gloria di Roma – Un'invincibile estate - Nota