Guglielmo II Stampa E-mail

Gustavo Corni

Guglielmo II
L'ultimo Kaiser di Germania tra autocrazia, guerra ed esilio


Salerno Editrice, pagg.336, € 24,00

 

corni guglielmoii  Questo volume di Gustavo Corni (già docente di Storia contemporanea presso l'Università di Trento) colma una lacuna importante nel panorama editoriale italiano in cui scarseggiano saggi biografici dedicati a Guglielmo II, l'ultimo imperatore tedesco, "una personalità molto complessa e importante per la Germania e per il mondo a cavallo fra Otto e Novecento".

  Il testo si articola in quattro capitoli corrispondenti alle fasi principali della vita dell'imperatore: nel primo, vengono ricostruite l'infanzia e la giovinezza del principe, senza trascurare il difficile rapporto con i genitori e i problemi fisici che lo hanno colpito fin dalla nascita; nel secondo, si dà conto della fase iniziale del suo governo e dello scontro con Bismarck, "suo maestro ma anche acerrimo rivale nel controllo delle leve del potere"; il terzo abbraccia l'ultimo periodo dell'Ottocento caratterizzato da "un'azzardata politica mondiale" culminata "nel riarmo navale sempre più apertamente anti-inglese"; il quarto e ultimo capitolo analizza "il lungo periodo che va dal 1914 al 1941, anno della morte".

  Il padre di Guglielmo, Federico III, morì il 15 giugno 1888 all'età di 57 anni e dopo soltanto 99 giorni di regno. Gli succedette Guglielmo II, il quale, nel discorso della corona pronunciato di fronte al Reichstag il 25 giugno dello stesso anno, sottolineò "la volontà di seguire sia in politica interna che estera le orme del nonno" Guglielmo I, imperatore e re di Prussia morto il 9 marzo 1888.

  "L'avvento al trono – spiega l'Autore – di un sovrano giovane, sicuro di sé e dinamico come Guglielmo II suscitò in generale una forte aspettativa positiva, quando non entusiastica". Tale aspettativa "positiva era stata nutrita da ammiratori sinceri, che riconoscevano le innate doti di Guglielmo: l'inesausta curiosità e la viva intelligenza lo mettevano in condizione di affrontare temi differenti con cognizione di causa".

  Al centro "delle iniziative dell'imperatore in politica estera stava il progetto di portare la Russia zarista all'interno della Triplice sotto egemonia tedesca. Egli si muoveva su un terreno che considerava consolidato da legami personali e famigliari con la corte moscovita e si serviva di due argomenti che ai suoi occhi avrebbero dovuto essere allettanti: insinuare nel nuovo zar Nicola II, succeduto al padre il 1° novembre 1894, l'ambizione di diventare il protettore dell'intero mondo cristiano contro il «pericolo giallo» proveniente da Oriente, e farsi garante che quando la Russia avesse deciso di muoversi per conquistare, o liberare, Costantinopoli e gli Stretti, la Germania avrebbe assicurato la neutralità di Vienna. Non si rendeva conto che Nicola, nella cui sconfinata amicizia egli contava, avrebbe mantenuto l'atteggiamento cauto e riservato che era stato già del padre; e non diede ascolto ai suoi consiglieri, che fin dall'inizio evidenziarono che il nuovo sovrano non aveva alcuna intenzione di modificare le linee della politica estera russa".

  Nei confronti del sionismo, la posizione di Guglielmo appare "davvero strana: malcelato disprezzo e i più triti pregiudizi antisemiti erano mescolati con argomenti di Realpolitik. Fra l'altro egli riteneva che l'impero ottomano avrebbe potuto trarre benefici economici da coloni efficienti e ben dotati di capitali, come egli immaginava sarebbero stati i sionisti".

  Guglielmo, fin dall'adolescenza, nutriva una passione sconfinata "per la marineria in tutti i suoi aspetti", passione "condivisa con l'amato fratello Enrico, che passò tutta la vita nella marina da guerra. Nei primi anni di regno Guglielmo si mosse con prudenza, favorendo un rafforzamento di dimensioni ridotte della flotta".

  Successivamente, negli ultimi anni dell'Ottocento, "possiamo cogliere un salto di qualità: ora Guglielmo sosteneva apertamente di voler perseguire una politica di rafforzamento della flotta da guerra, il cui stato presente era del tutto inadeguato. Così come l'antenato Federico Guglielmo nel primo Settecento aveva costruito un esercito moderno, efficiente e assolutamente fedele al sovrano, facendone la chiave di volta per l'ascesa della periferica Prussia al rango di potenza europea a lui sarebbe spettato ora di sviluppare una forte marina da guerra, per far compiere al Reich un ulteriore salto di qualità nella politica internazionale".