Wanna Marchi. Ascesa e caduta di un mito Stampa E-mail

Stefano Zurlo

Wanna Marchi
Ascesa e caduta di un mito


Baldini+Castoldi, pagg.224, € 18,00

 

zurlo wanna  Stefano Zurlo racconta in questo saggio la vicenda di Wanna Marchi, la televenditrice più famosa d'Italia, "un personaggio costruito in quel laboratorio che è la Rete A degli anni Ottanta, un pezzo fondamentale della storia della Tv italiana".

  All'inizio era timida e impacciata: non riusciva a vendere i suoi prodotti. Poi, il marito Raimondo Nobile, detto Dino, s'inventò l'alga liofilizzata e Wanna Marchi diventò famosa. Una figura tornata oggi alla ribalta tanto che Netflix le ha dedicato una docuserie. Per vent'anni l'estetista di Ozzano è stata una delle regine della Tv, un personaggio ricercato nei salotti e persino a teatro, una promessa del cinema, un fenomeno di costume.

  "Partecipa al Maurizio Costanzo Show – scrive l'Autore - e si fa intervistare da Enzo Biagi per Linea diretta: per 17 minuti in video ci sono solo loro due, il giornalista che ha posto domande ai potenti di tutto il mondo e la televenditrice. Ma non basta, perché lady alga intasa i palinsesti: eccola interpretare se stessa a Lupo solitario, un programma Mediaset di Antonio Ricci, l'autore Tv che tanti anni dopo le darà la caccia attraverso Striscia la notizia e diventerà il nemico numero uno. Negli anni Ottanta le cose vanno diversamente; anzi, è Ricci – secondo la coppia Dotto-Piccinini – a «trasformarla nell'icona pop di quel trucido decennio». Poi Montesano si ricorda di lei e la chiama come testimonial a Fantastico (edizione '88-89) per l'estrazione dei biglietti della lotteria di Capodanno. L'estetista di Ozzano ora è la dea che porta la fortuna nelle case degli italiani. I finanzieri, per quella volta, assistono muti. Partecipi. Anche Nobile osserva ma il tempo dell'euforia, almeno per lui, è finito. Troppe mosse avventate, troppa personalità, troppo stare sopra le righe, troppo di tutto. E ormai i due sono separati dalla faglia dell'estraneità. Raimondo è sempre il contabile del successo ma adesso sa, o è convinto di sapere, che ogni medaglia ha il suo rovescio".

  Finché qualcosa è cambiato: la signora che sferzava le casalinghe e le invitava a farsi belle ha cominciato a vendere i numeri della fortuna, in compagnia della figlia Stefania e di un mago brasiliano, si è messa a predicare sfortune e sventure, a vendere sale e pozioni contro il malocchio. C'era solo il sogno, è rimasta la truffa. Il miraggio del benessere ha lasciato il posto alla povertà, l'euforia all'umiliazione. Le vittime, con le loro drammatiche deposizioni in tribunale, svelano come si è sviluppata la fabbrica delle illusioni; Mario Pacheco Do Nascimento spiega com'era gestita dall'interno. Un ex dipendente e un'insegnante di Bologna mostrano come la magistratura e le istituzioni abbiano ignorato per anni le denunce e gli allarmi lanciati da chi aveva intuito il malaffare. Piergiuseppe Cananzi, ai tempi capitano della Guardia di finanza, l'ufficiale che arrestò Wanna e la figlia Stefania, ricostruisce l'operazione «Tapito salato» ("com'è stata ribattezzata con un pizzico di ironia la grande inchiesta") fino alla notte in cui scattarono le manette. Era il 24 gennaio 2002.

  "Il 2002 – conclude Zurlo - è l'anno delle manette, non ci sono alternative. San Vittore dal 24 gennaio al 25 marzo; arresti domiciliari a Milano dal 25 marzo al 22 maggio; arresti domiciliari a Castel del Rio dal 22 maggio al 20 dicembre".

  "Il tempo dei proclami e delle Tv è finito. Ora sono in carcere. Due donne in cella. Strette nel perimetro dei bisogni elementari. È l'ora della fatica, del pianto, del dolore. Non della resa. Mai. Wanna e Stefania procedono come hanno sempre fatto: propongono agli altri quel che potrebbe rimanere chiuso fra le mura di San Vittore o della villa di Castel del Rio. È una sorta di reality: la platea con cui hanno sempre dialogato in tanti anni non può essere scomparsa. C'è ancora, anche se non può più telefonare. Ma la si può raggiungere, con quel grande messaggio in bottiglia che è un libro, inviato direttamente ai tanti".