Il corpo di Mussolini Stampa E-mail

Ugo Savoia

Il corpo di Mussolini
Odissea di un cadavere


Neri Pozza, pagg.304, € 20,00

 

savoia mussolini  Giornalista di lungo corso e conoscitore esperto delle dinamiche politico-mediatiche italiane, Ugo Savoia affronta in questo libro una vicenda spesso relegata ai margini del dibattito storiografico: quella del destino post mortem del corpo di Benito Mussolini. Il risultato è un'opera di notevole spessore documentario e interpretativo, che si colloca felicemente all'intersezione tra storia politica, storia della memoria e storia dei media.

  Il volume ripercorre, con scrupolo documentario e sobrietà espositiva, il lungo e tortuoso itinerario del cadavere di Mussolini, dalla sepoltura anonima nel cimitero milanese di Musocco alla definitiva tumulazione nella cripta familiare di Predappio, nel 1957. L'arco temporale esaminato, che abbraccia oltre un decennio, si configura come una lente efficace per interrogare le tensioni profonde che attraversano l'Italia del dopoguerra: il rapporto ambivalente con l'eredità fascista, le fragilità istituzionali della giovane Repubblica, la gestione simbolica della memoria collettiva.

  Savoia struttura la narrazione secondo un impianto cronachistico rigoroso, fondato su una ricca messe di fonti eterogenee: documenti d'archivio, atti parlamentari, dispacci riservati, articoli di stampa, memorie coeve. La pluralità delle fonti consente all'autore di restituire con precisione il contesto politico e culturale nel quale si colloca l'"odissea" del corpo, evitando tanto la spettacolarizzazione quanto la reductio ad absurdum.

  Uno degli elementi più rilevanti del volume risiede nella problematizzazione implicita — ma persistente — del corpo del dittatore come oggetto politico e spazio semantico conteso. Il cadavere di Mussolini si configura come una reliquia ambigua: icona per i nostalgici del regime, ma anche corpo in eccesso, imbarazzante e potenzialmente destabilizzante per le autorità repubblicane, le quali cercano di sottrarlo alla ritualizzazione pubblica.

  La scelta di evitare una sepoltura visibile, perseguita a lungo dal governo De Gasperi, si traduce in una strategia di rimozione fisica e simbolica. Tuttavia, come mostra con efficacia l'autore, tale tentativo di neutralizzazione non fa che moltiplicare le narrazioni parallele, gli interventi clandestini, le derive mitopoietiche. Il corpo del duce diventa così un "campo di battaglia" ideologico, attorno al quale si condensano le tensioni di una società che fatica a metabolizzare il proprio recente passato autoritario.

  Un'attenzione particolare è riservata alla figura di Domenico Leccisi, protagonista del trafugamento della salma nel 1946. L'autore ne restituisce un ritratto articolato, rifuggendo tanto l'enfasi agiografica quanto la riduzione caricaturale. Leccisi appare come espressione di una militanza post-fascista che si muove tra nostalgia, provocazione politica e ricerca di visibilità.

  Accanto a lui, emerge una rete composita di soggetti: religiosi compiacenti, agenti dei servizi segreti, funzionari statali, giornalisti e attivisti. Savoia ricostruisce questa costellazione con finezza, delineando un mosaico di comportamenti e motivazioni che riflettono le ambiguità e le contraddizioni dell'Italia repubblicana delle origini. Lungi dall'essere una mera "curiosità storica", l'affaire del corpo di Mussolini si configura come cartina di tornasole delle fragilità istituzionali e delle persistenti zone grigie dell'apparato statale.

  Particolarmente significativa è l'analisi del ruolo svolto dai media nella costruzione e nella diffusione del mito postumo di Mussolini. Da giornalista esperto, Savoia evidenzia le dinamiche sensazionalistiche che caratterizzarono la copertura mediatica dell'evento, tanto in Italia quanto all'estero. Le false piste, le ricostruzioni fantasiose, le teorie cospirazioniste (inclusa l'ipotesi di un coinvolgimento britannico, con Churchill quale regista occulto) sono trattate con il giusto distacco analitico, senza cedere alla decostruzione fine a sé stessa.

  Il libro propone così una riflessione critica sul ruolo della stampa nella formazione dell'immaginario collettivo e nella costruzione di una memoria pubblica. In un contesto ancora attraversato da lacerazioni ideologiche profonde, l'informazione si rivela spesso meno interessata all'aderenza fattuale che all'efficacia narrativa e alla produzione di consenso identitario.

  Pur muovendosi nell'alveo della saggistica storica, "Il corpo di Mussolini" si distingue anche per l'attenzione alla forma letteraria. La prosa è essenziale ma mai piatta, capace di sostenere una narrazione incalzante pur mantenendo l'equilibrio analitico richiesto da un tema tanto delicato. Ne risulta un'opera leggibile e, al contempo, intellettualmente robusta: qualità che la rendono fruibile da un più ampio spettro di lettori interessati alla storia del Novecento italiano.

  Attraverso la lente del corpo trafugato e nascosto, Ugo Savoia riesce a interrogare le dinamiche profonde della transizione postfascista, sollecitando riflessioni di ampia portata sul rapporto tra storia, memoria e rappresentazione mediatica. Un testo prezioso, che merita attenzione tanto per la qualità della documentazione quanto per la capacità di problematizzazione critica.