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Nicholas Carr
Superbloom Le tecnologie di connessione ci separano?
Raffaello Cortina Editore, pagg.336, € 24,00
Il nuovo lavoro di Nicholas Carr, "Superbloom. Le tecnologie di connessione ci separano?", rappresenta un'ulteriore tappa nel percorso del suo autorevole contributo al dibattito sui legami tra tecnologia, società e psiche umana. Con uno stile incisivo e argomentato, Carr esplora gli effetti deleteri delle tecnologie di comunicazione moderne, focalizzandosi su come esse, nonostante le promesse di connessione universale, stiano in realtà contribuendo ad aumentare la frattura tra gli individui, aumentando la confusione piuttosto che favorire l'intesa.
Il titolo stesso del libro, "Superbloom", suggerisce un contrasto tra la fioritura apparente e l'overload che caratterizza l'infosfera moderna. In un momento in cui la tecnologia dovrebbe favorire una maggiore coesione e comprensione tra le persone, Carr osserva come invece stia trasformando la comunicazione in un esercizio superficiale, frettoloso e spesso conflittuale. Il suo argomento centrale si concentra su un punto particolarmente rilevante e, per molti versi, inquietante: la capacità umana di gestire l'enorme volume di informazioni che le tecnologie moderne hanno innescato risulta altamente limitata. Il rischio, per Carr, è che questo sovraccarico cognitivo non solo distorca la realtà, ma finisca per compromettere la qualità delle relazioni interpersonali.
Nel libro, Carr attinge a un ampio ventaglio di riferimenti culturali, storici e scientifici per supportare le sue tesi, offrendo una lettura che trascende la pura analisi tecnologica per toccare questioni più profonde, legate alla natura umana. Da una parte, egli analizza le conseguenze dell'uso pervasivo delle piattaforme di messaggistica, delle interazioni sui social network e dei dibattiti politici in rete. Dall'altra, Carr esplora il modo in cui questi fenomeni interagiscono con la nostra psicologia, dimostrando che il nostro cervello non è biologicamente equipaggiato per processare l'enorme quantità di stimoli e comunicazioni cui siamo quotidianamente sottoposti.
Un aspetto che emerge chiaramente nella sua analisi è la critica ai giganti tecnologici, che pur avendo creato strumenti potentissimi per la connessione globale, sembrano aver disatteso le promesse iniziali di un mondo più armonioso e comprensivo. I social network, per esempio, pur facilitando una comunicazione istantanea e la possibilità di condividere opinioni e esperienze, sono spesso veicoli di polarizzazione, conflitto e aggressività. Carr espone come il design di queste piattaforme non sia casuale, ma costruito per massimizzare il coinvolgimento, sfruttando emozioni primarie come l'indignazione e il rancore per mantenere alta l'attenzione degli utenti. In tal modo, la "connessione" diventa sempre più un'illusione, e il rischio di isolamento e incomprensione cresce esponenzialmente.
Carr non risparmia nemmeno le piattaforme di messaggistica, che, pur facilitando la comunicazione rapida e diretta, finiscono per impoverire la qualità stessa della comunicazione. La possibilità di inviare messaggi in tempo reale, infatti, spesso porta a un abbassamento della riflessione, a una semplificazione delle argomentazioni e alla perdita delle sfumature, determinando un'incomprensione generalizzata anche in contesti che richiederebbero maggiore attenzione e approfondimento. Carr sottolinea che la rapidità e l'efficienza nella comunicazione, che sembrano essere i principali obiettivi dei mezzi di comunicazione digitale, spesso producono più danni che benefici, creando confusioni e distorsioni più che favorire una reale comprensione reciproca.
Un altro tema centrale del libro riguarda la psicologia umana. Carr suggerisce che la mente umana non è ben attrezzata per affrontare la "superfioritura" di informazioni che ci circonda. L'essere umano è, in definitiva, un animale che si è evoluto in un mondo di interazioni faccia a faccia e non è in grado di gestire adeguatamente il bombardamento continuo e la frammentazione delle informazioni tipiche della comunicazione digitale. L'autore mette in luce come la nostra psiche tenda ad adattarsi a questo sovraccarico non per migliorarne la comprensione, ma piuttosto attraverso processi cognitivi che spesso distorcono il significato e aumentano la confusione. La "superfioritura", quindi, diventa più un ostacolo alla comprensione che una risorsa, come suggerito da un certo ottimismo tecnologico che si è affermato nel dibattito contemporaneo.
Carr, tuttavia, non si limita a denunciare il problema; anzi, la sua analisi si apre a un interrogativo più ampio e provocatorio: è troppo tardi per invertire la tendenza? La risposta sembra essere sfumata. Sebbene la tecnologia e i suoi effetti siano ormai profondamente radicati nelle strutture sociali e culturali, l'autore suggerisce che ci sia ancora spazio per un cambiamento, ma questo deve partire dal cambiamento individuale. Se il sistema sembra difficile da modificare a livello collettivo, Carr suggerisce che ognuno di noi possa, comunque, intraprendere un percorso di consapevolezza e autocontrollo, cercando di ridurre il proprio coinvolgimento nelle dinamiche tossiche delle piattaforme digitali. Il libro, pur dipingendo un quadro piuttosto critico della situazione attuale, lascia aperta la possibilità di un recupero della qualità della comunicazione, sebbene questo dipenda in larga misura dalla volontà di ciascun individuo di abbracciare una visione più riflessiva e meno reattiva della tecnologia.
Infine, "Superbloom" non è solo una critica alle tecnologie moderne, ma anche una riflessione sulla condizione umana. Carr, infatti, ci invita a confrontarci con verità scomode sulla nostra natura, suggerendo che il vero problema non risiede solo nelle piattaforme stesse, ma nella forma in cui queste vanno a interagire con le nostre inclinazioni psicologiche più profonde. La dipendenza dal "feedback" immediato, la ricerca di gratificazione istantanea, e la tendenza ad aderire a narrazioni polarizzate sono tratti distintivi della nostra psicologia che, amplificati dalle tecnologie, contribuiscono a creare le condizioni per una disconnessione sociale.
"Superbloom" si presenta, in ultima analisi, come un saggio lucido, argomentato e impegnato, che non si limita a condannare la direzione in cui ci stiamo muovendo, ma ci invita a riflettere su come il nostro rapporto con la tecnologia stia cambiando la nostra società e la nostra psiche. Con una scrittura incisiva e una capacità rara di mescolare analisi critica e riflessione filosofica, Carr offre uno spunto di riflessione profonda su come affrontare la sfida della "superfioritura" dell'informazione e della comunicazione, proponendo al contempo una via per recuperare un dialogo più autentico e costruttivo nella società digitale contemporanea.
La Redazione
4 settembre 2025 |