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Giulio Motosi
Cronache della Via della Seta La proiezione del nuovo imperialismo cinese
Edizioni Lotta Comunista, pagg.410, € 20,00
Giulio Motosi, nel volume "Cronache della Via della Seta", offre un'analisi acuta e approfondita della crescente influenza geopolitica della Cina, con un focus particolare sulla sua strategia estera e le implicazioni di lungo periodo per l'ordine mondiale. Motosi esplora le dinamiche politiche e le sfumature storiche che hanno portato il paese asiatico ad affermarsi come una potenza globale, sondando anche le tensioni che emergono da questa ascesa e dal suo impatto sul sistema internazionale.
Fin dalle prime pagine, l'autore stabilisce un quadro storico ben definito, situando la Cina come un attore che, seppur proveniente da una periferia storicamente dominata da potenze imperialiste, ha saputo trasformarsi in un fulcro centrale delle relazioni internazionali. L'analisi prende le mosse dal momento cruciale dell'ingresso di Pechino nel WTO nel 2001, una data simbolica che segna l'inizio di una nuova fase nella storia economica e geopolitica globale. L'autore sottolinea come, in quel periodo, eventi concomitanti come l'ascesa dell'euro e il declino dell'egemonia statunitense abbiano dato vita a un contesto strategico di profondi cambiamenti. Motosi analizza il ruolo determinante della Cina nel ristrutturare non solo la sua posizione economica ma anche quella politica, tracciando un percorso che evidenzia la continua sfida di Pechino all'ordine internazionale postbellico, un ordine che, secondo l'autore, sta subendo un progressivo e irreversibile ridimensionamento a causa della potenza cinese.
Una delle caratteristiche più interessanti del libro è la sua attenzione al pluralismo delle scuole di pensiero che hanno influenzato la politica estera cinese. L'autore, infatti, propone una riflessione articolata e complessa, evidenziando la varietà di visioni, teorie e orientamenti che si sono evoluti nel tempo. Attraverso l'analisi di testi e fonti cinesi, Motosi riesce a dipingere un quadro molto più sfumato di quello che, talvolta, emerge dalle analisi occidentali. È evidente come l'autore voglia andare oltre le narrazioni stereotipate o riduttive, offrendo uno spunto per una comprensione più profonda delle dinamiche interne alla politica cinese e delle sue implicazioni per l'Occidente.
Un altro elemento centrale del testo è la riflessione sulla "collisione storica" tra la Cina e l'Occidente, tema che Motosi affronta attraverso il prisma del marxismo. L'autore fa riferimento a una visione marxista della storia che prevede inevitabilmente conflitti tra le potenze imperialiste, e la Cina, in quanto nuova potenza emergente, è vista come un attore che sfida l'ordine vigente. Qui Motosi intende mostrare come la Cina, pur nella sua crescita economica e politica, non possa evitare di entrare in conflitto con le potenze dominanti, e come tale conflitto stia acquisendo forme e dimensioni nuove e imprevedibili. L'autore, infatti, interpreta l'azione cinese in termini di potenza economica, ma approfondisce anche la dimensione ideologica e culturale che guida le scelte politiche di Pechino.
Il libro è anche una riflessione sulla Belt and Road Initiative (BRI), un progetto di investimenti infrastrutturali e di alleanze economiche che rappresenta una delle principali espressioni della proiezione di potenza della Cina. Motosi ravvisa in questo progetto non solo una mossa strategica economica, ma anche una forma di imperialismo che mira a riequilibrare il sistema globale e a ridefinire le gerarchie geopolitiche. L'analisi di Motosi, pur riconoscendo l'efficacia della BRI nel rafforzare il ruolo internazionale della Cina, non esita a mettere in luce le contraddizioni insite in tale progetto, come la creazione di nuove dipendenze economiche in aree vulnerabili e il rischio di instabilità politica che ne potrebbe derivare.
La Redazione
4 settembre 2025 |