Da Dio a Trump Stampa E-mail

Massimo Faggioli

Da Dio a Trump
Crisi cattolica e politica americana

Scholé, pagg.240, € 19,00

 

faggioli trump  Nel volume "Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana", Massimo Faggioli propone un'analisi penetrante, densa di riferimenti storici, teologici e politici, del complesso intreccio tra cattolicesimo statunitense e dinamiche populiste, a partire dalla controversa figura di Donald J. Trump e dalla sua rielezione del 5 novembre 2024. Il libro si inserisce con coerenza nel solco della produzione accademica dell'autore, già noto per i suoi studi sul post-Concilio e sul rapporto fra Chiesa e modernità, offrendo però in questa sede un affondo tematico che si colloca all'incrocio fra ecclesiologia, sociologia religiosa e scienze politiche.

  Il punto di partenza dell'analisi di Faggioli è il mutamento strutturale che ha investito il panorama politico e religioso americano negli ultimi decenni, con particolare attenzione al ruolo, spesso ambivalente, giocato dai cattolici nella ridefinizione delle categorie tradizionali di destra e sinistra, ortodossia e dissenso, conservazione e riforma. Il libro non si limita a una descrizione degli eventi politici culminati nella riconferma di Trump alla Casa Bianca, ma scava con rigore nelle motivazioni profonde – spirituali, identitarie, comunitarie – che hanno reso possibile un simile esito, soprattutto all'interno di un elettorato cattolico storicamente eterogeneo, oggi sempre più polarizzato.

  Una delle tesi centrali sostenute dall'autore è che l'alleanza, ormai consolidata, tra settori significativi del cattolicesimo statunitense e il progetto politico trumpiano non possa essere ridotta a mere dinamiche di potere o a istanze economiche. Essa va invece interpretata come una risposta, seppur distorta e talora apertamente regressiva, a un vuoto di senso che attraversa tanto la sfera pubblica quanto quella ecclesiale. Faggioli descrive questo fenomeno come una sorta di "teologia politica implicita", in cui categorie religiose – apocalisse, redenzione, male assoluto, ordine divino – vengono piegate a scopi contingenti, generando una sacralizzazione della politica che risulta tanto più efficace quanto meno riconosciuta come tale dai suoi stessi fautori.

  Il volume affronta con lucidità il nodo dello "scisma liquido", espressione con cui si designa il crescente divario tra la linea pastorale e dottrinale del magistero papale – in particolare quello di Francesco – e le posizioni di larghi settori dell'episcopato e del laicato organizzato negli Stati Uniti. Tale frattura non si manifesta attraverso forme canoniche di dissenso, bensì tramite una sistematica delegittimazione, spesso sotterranea, del pontificato bergogliano, considerato da alcuni ambienti cattolici americani come espressione di un globalismo moralmente permissivo e teologicamente ambiguo. In questo senso, Faggioli individua nella reazione al Vaticano II e nella nostalgia per un modello tridentino di cattolicesimo le matrici ideologiche di una parte consistente del cattolicesimo "trumpiano".

  Uno dei meriti principali dell'opera risiede nella capacità di articolare questa lettura critica senza cadere né nell'apologia né nella demonizzazione delle posizioni analizzate. La scrittura, pur chiaramente orientata nel senso di una difesa del magistero conciliare e del pontificato bergogliano, mantiene un tono analitico e documentato, evitando sia i moralismi semplificanti sia le retoriche condiscendenti. L'ampio ricorso a fonti primarie – interventi pubblici di vescovi, documenti ufficiali della Chiesa statunitense, dichiarazioni di esponenti politici e leader religiosi – consente a Faggioli di fondare le proprie affermazioni su un corpus empirico solido, offrendo al lettore una narrazione argomentata e verificabile.

  Dal punto di vista metodologico, il libro mostra un uso consapevole di strumenti multidisciplinari. L'approccio teologico, infatti, si intreccia con prospettive storiche e sociopolitiche, senza trascurare l'apporto della filosofia politica e della teoria della secolarizzazione. Faggioli evita letture deterministiche o lineari del fenomeno religioso, insistendo piuttosto sulla sua plasticità e sulla sua capacità di adattamento a contesti mutevoli. In particolare, l'autore sottolinea come la religione, lungi dall'essere un residuo arcaico in via di estinzione, continui a svolgere un ruolo performativo nella costruzione dell'identità collettiva, specialmente nei momenti di crisi.

  La parte più innovativa del volume è forse quella in cui viene tematizzata la "fame di Dio" ancora presente nella società americana, spesso intercettata non tanto dalle istituzioni ecclesiali, quanto da movimenti e figure che sanno interpretare il bisogno di senso e appartenenza in chiave politica. In questa cornice, Trump viene presentato non come semplice fenomeno politico, ma come catalizzatore di un desiderio spirituale inespresso o disilluso, che si traduce in forme di adesione carismatica e, in alcuni casi, messianica. Si tratta, per Faggioli, di un fenomeno che riguarda non solo gli Stati Uniti, ma che ha ricadute globali e tocca in profondità anche il cattolicesimo europeo, in particolare quello italiano, spesso incline a importare modelli statunitensi senza il necessario discernimento critico.

  L'analisi di Faggioli si distingue per equilibrio, profondità e originalità, offrendo una mappa interpretativa preziosa per decifrare le nuove forme di interazione tra fede e potere. Lontano da ogni superficialità, il libro restituisce la complessità di una crisi che non riguarda solo la Chiesa americana, ma tocca le radici stesse del cristianesimo occidentale nel tempo della postmodernità politica.

La Redazione

8 settembre 2025