I Filistei Stampa E-mail

Giovanni Garbini

I Filistei

Paideia, pagg.320, € 33,20

 

garbini filistei  Giovanni Garbini, con "I Filistei", offre una disamina solida, filologicamente rigorosa e storicamente aggiornata di una delle popolazioni più enigmatiche e fraintese del Mediterraneo orientale dell'età del ferro. In questa seconda edizione, arricchita da nuove appendici e da un apparato critico ulteriormente perfezionato, l'autore — tra i più autorevoli semitisti del panorama accademico italiano del secondo Novecento — rilegge la vicenda storica e culturale dei Filistei con l'ausilio combinato delle fonti testuali, archeologiche ed epigrafiche, collocandola entro il più ampio contesto del Levante protostorico e della diaspora dei Popoli del Mare.

  L'approccio adottato da Garbini si distingue per la capacità di superare stereotipi storiografici radicati, primo fra tutti quello biblico, che ha storicamente deformato la percezione dei Filistei, riducendoli a nemici archetipici di Israele e associandoli — spesso in maniera caricaturale — alla barbarie e all'idolatria. L'analisi dell'autore si sforza invece di ricostruire un'immagine fondata su evidenze documentarie concrete, mostrando come questa popolazione, originaria probabilmente dell'area egeo-anatolica e stabilitasi lungo la costa meridionale di Canaan nel corso del XII secolo a. C., abbia avuto un ruolo significativo non solo nella formazione del paesaggio politico e culturale siro-palestinese, ma anche nell'interazione con le grandi potenze del tempo, dall'Egitto ramesside agli imperi neo-assiri.

  Particolare rilievo assume, nella ricostruzione di Garbini, l'ipotesi — discussa con cautela ma argomentata con coerenza filologica — secondo cui i Filistei avrebbero avuto un ruolo non secondario nella trasmissione ai Greci dell'alfabeto protosinaitico o protocananeo, rielaborato in una forma dotata di segni vocalici. Questa suggestione, che si inserisce in un più ampio dibattito storiografico sul passaggio dalle scritture consonantiche semitiche agli alfabeti vocalici di ambito egeo, viene presentata non come certezza, ma come linea interpretativa plausibile, fondata su una convergenza di dati epigrafici e linguistici che meritano ulteriore esplorazione.

  L'analisi storica è condotta con padronanza delle fonti extrabibliche — in particolare egiziane e assire — che, accanto alla testimonianza israelitica, contribuiscono a delineare un profilo più articolato dei Filistei. Garbini restituisce loro la dignità storica di un'entità politica strutturata, organizzata in una confederazione di città-stato (la pentapoli filistea: Gaza, Ashkelon, Ashdod, Gath ed Ekron), dotata di sistemi amministrativi e militari efficienti, nonché di una cultura materiale che rivela influenze miste e dinamiche: elementi micenei, anatolici e levantini coesistono in un sincretismo che smentisce l'idea di una "civiltà inferiore".

  Sul piano metodologico, "I Filistei" riflette l'approccio filologico-storico che ha contraddistinto l'intera opera scientifica di Garbini: una costante attenzione alla lingua come strumento d'indagine storica, unita a un atteggiamento critico verso la tradizione esegetica consolidata, in particolare quella di matrice confessionale o ideologica. Ne deriva una lettura che, pur rispettando le fonti bibliche in quanto documenti storici e culturali, ne decostruisce le implicazioni teologiche per cogliere i dati utili alla ricostruzione storica.

  L'aggiornamento di questa seconda edizione si segnala anche per l'inclusione di materiali e studi recenti che integrano l'impianto originario del volume, permettendo una contestualizzazione più ampia degli sviluppi della ricerca archeologica in ambito filisteo, soprattutto a seguito delle indagini condotte nei siti di Tell es-Safi (identificato con Gath) e Ashkelon, che negli ultimi decenni hanno restituito una quantità significativa di dati su urbanistica, artigianato e pratiche cultuali.

  Nel complesso, "I Filistei" si configura come un contributo imprescindibile per comprendere, con rigore e profondità, la complessità della storia del Levante antico. L'opera si distingue per la chiarezza espositiva e per una scrittura sobria ma incisiva, capace di guidare il lettore attraverso le pieghe di una documentazione spesso frammentaria, senza indulgere né a semplificazioni né a speculazioni infondate. In tal senso, Garbini conferma la sua statura di studioso capace di coniugare competenza filologica, ampiezza di visione storica e consapevolezza critica delle implicazioni storiografiche dei propri argomenti.

La Redazione

8 settembre 2025