Baltico Stampa E-mail

Oliver Moody

Baltico
Il mare conteso al centro del nostro futuro

Marsilio Editori, pagg.384, € 22,00

 

moody baltico  Oliver Moody, con "Baltico" (2023), offre un'analisi estremamente lucida e documentata di una regione storicamente marginalizzata nel contesto geopolitico europeo, ma oggi divenuta cruciale nell'arena globale. Seppur la sua posizione geografica al confine tra l'Occidente e l'Oriente abbia sempre reso il Mar Baltico un'area di conflitto e alleanze transitorie, le sue peculiarità storiche, politiche ed economiche hanno acquisito negli ultimi anni un valore strategico sempre maggiore, soprattutto a seguito dell'emergere di nuove tensioni internazionali, in particolare in relazione alla Russia. Moody si concentra su come questi Stati — Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Polonia, e, seppur marginalmente, Danimarca e Svezia — stiano affrontando sfide interne ed esterne in un periodo segnato dall'instabilità geopolitica e dalla crescente polarizzazione globale.

  Dal volume traspare innanzitutto l'accuratezza con cui l'autore intreccia narrazione storica e riflessione geopolitica. La scelta di presentare le vicende dei Paesi baltici non solo attraverso una ricostruzione cronologica degli eventi, ma anche mediante il racconto di voci locali — capi di Stato, ufficiali militari, intellettuali e cittadini comuni — conferisce una profondità raramente raggiunta in trattazioni di questo genere. Ciò consente a Moody di articolare la sua analisi in maniera multistratificata, mettendo in luce non solo gli sviluppi politici ma anche le dimensioni culturali e sociali che intercorrono tra le nazioni baltiche e le grandi potenze internazionali.

  In primo piano si colloca l'estensione delle implicazioni geopolitiche legate alla crescente visibilità di questi Paesi sul piano internazionale, in particolare per quanto riguarda la Russia di Putin. La restaurazione di un'area di influenza russa in Europa orientale, e il conseguente ridisegno delle sfere di potere, sono temi che attraversano gran parte della narrazione. In questo contesto, la Polonia emerge come attore centrale, seppur tra le contraddizioni del proprio nazionalismo e della sua ambizione di rafforzare il ruolo del paese nell'UE e nella NATO. Moody si fa portavoce di un'analisi sfumata di questa ascesa, evidenziando come la politica estera polacca, pur con evidenti tendenze ad adottare posizioni indipendentiste, non rinunci mai a un pragmatismo che la rende un partner imprescindibile nelle dinamiche di sicurezza collettiva.

  Altro punto cruciale dell'opera è la riflessione sulla "difesa totale" finlandese, un modello che va oltre la mera preparazione militare e integra la resilienza sociale e civile nella costruzione di un sistema difensivo olistico. Moody esplora la dimensione storica di questa dottrina, che ha radici profonde nella tradizione della Guerra d'Inverno contro l'Unione Sovietica, e la ripropone come un paradigma utile nel rispondere alle minacce moderne, non solo sul piano convenzionale ma anche su quello ibrido, evidenziando la sofisticazione con cui la Finlandia gestisce le proprie alleanze internazionali, pur mantenendo un margine di autonomia strategica.

  In parallelo, la questione della digitalizzazione radicale estone, che ha permesso all'Estonia di diventare un faro di innovazione e governance digitale, riceve una trattazione meticolosa. Moody sottolinea come il paese, pur con una superficie e una popolazione limitate, sia riuscito a sviluppare un ecosistema tecnologico che lo ha proiettato sulla scena mondiale. La trasformazione dell'Estonia in un modello di e-governance è vista da Moody come un esempio paradigmatico di come i piccoli Stati possano non solo sopravvivere, ma eccellere in un contesto internazionale in continua evoluzione. Questo approccio visionario, tuttavia, non è privo di critiche, specialmente riguardo alle questioni di privacy e sicurezza informatica, temi che l'autore non trascura.

  L'aspetto identitario, e in particolare il rapporto con la Russia, emerge come una tematica centrale nella trattazione della Lettonia e della Lituania, due Paesi che hanno vissuto in prima persona le fratture lasciate dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Moody evidenzia come la battaglia per l'autodeterminazione e la difesa della lingua e della cultura nazionale siano temi fondamentali nella politica lettone, soprattutto in un contesto in cui la minoranza russofona rappresenta una sfida costante alla coesione interna. Allo stesso modo, il rapporto tra identità, memoria storica e appartenenza geopolitica viene analizzato in modo critico, con particolare attenzione alla dialettica tra aspirazioni nazionali e le implicazioni delle politiche europee di integrazione.

  Il capitolo relativo alla Danimarca, con il suo approccio innovativo all'emergenza climatica, aggiunge una dimensione globale all'analisi. Moody non si limita a trattare la questione dal punto di vista ecologico, ma la inserisce in una visione geopolitica, ponendo in risalto le implicazioni che il cambiamento climatico ha sulla sicurezza e sugli equilibri geopolitici. La Danimarca, pur essendo un attore relativamente minore rispetto a Paesi come la Germania, viene descritta come una nazione che ha saputo cogliere l'opportunità di diventare leader in un settore cruciale per il futuro dell'Europa, dimostrando la sua capacità di influenzare le politiche globali attraverso scelte lungimiranti e innovative.

  In definitiva, l'opera di Moody rappresenta un contributo rilevante alla comprensione del ruolo strategico e geopolitico dei Paesi baltici e delle nazioni ad essi limitrofe, nonché un invito a riflettere sulle sfide poste dalla crescente competitività internazionale. L'autore documenta con precisione le realtà politiche, economiche e sociali di questi Stati, offrendo anche uno spunto per riflessioni più ampie riguardo alla posizione dell'Europa nella nuova geografia geopolitica globale. La visione che emerge da Baltico non è né semplicistica né consolatoria: la crescita dei Paesi baltici, seppur promettente, è tutt'altro che scontata. Gli equilibri interni, i rischi legati alla sicurezza e le sfide legate alla sostenibilità economica e sociale pongono interrogativi sul futuro di queste nazioni, che si trovano al centro di un contesto internazionale sempre più instabile e incerto.

La Redazione

6 ottobre 2025