L'impero del dollaro Stampa E-mail

Kenneth S. Rogoff

L'impero del dollaro
Lo sguardo di un insider su sette turbolenti decenni di finanza globale e il futuro che ci attende

Bocconi University Press, pagg.380, € 29,90

 

rogoff dollaro  Il libro di Kenneth S. Rogoff, "L'impero del dollaro", rappresenta una riflessione lucida e sfaccettata sull'egemonia globale della valuta statunitense. L'autore indaga con acume i meccanismi che hanno permesso alla moneta americana di consolidare una posizione preminente nel sistema monetario globale, ma lo fa con un occhio critico anche rispetto alle potenziali fragilità di tale ordine. Il testo, pur mantenendo un linguaggio accessibile, non si sottrae a un'analisi approfondita degli equilibri geopolitici ed economici, che è arricchita dalla prospettiva unica dell'autore, che ha avuto modo di interagire direttamente con alcuni dei principali decisori politici mondiali.

  Rogoff propone un'interpretazione che coniuga storia economica e politica, evidenziando come l'ascesa del dollaro nel secondo dopoguerra sia il risultato non solo di fattori strutturali come la potenza economica degli Stati Uniti e la loro leadership politica, ma anche di una dose di fortuna. È infatti il contesto della Guerra fredda e della ricostruzione post-bellica a fornire il terreno fertile per la globalizzazione della moneta americana, che, in una fase di instabilità internazionale, trova rapidamente la sua centralità nei commerci globali e nelle riserve valutarie.

  In modo critico e ben documentato, l'autore affronta i momenti chiave che hanno segnato l'ascesa e il consolidamento del dollaro, come il Bretton Woods del 1944, che sancisce l'introduzione del sistema di cambi fissi con il dollaro come moneta di riferimento, fino alle crisi successive, come quella del 1971, che porterà alla fine del sistema a cambi fissi e della convertibilità del dollaro in oro. La sconfitta di altre valute, come lo yen giapponese e il rublo sovietico, nonché il mancato decollo dell'euro come moneta internazionale dominante, sono descritti non come il frutto di superiori qualità intrinseche del dollaro, ma come esiti di una serie di contingenze geopolitiche ed economiche. L'analisi delle difficoltà strutturali che il dollaro ha dovuto superare nel corso della sua ascesa, inclusi i costi economici e i rischi geopolitici per gli Stati Uniti, è uno degli aspetti più affascinanti dell'opera di Rogoff.

  Un elemento che emerge con forza dalle pagine di "L'impero del dollaro" è la consapevolezza della vulnerabilità intrinseca del sistema. Rogoff solleva interrogativi sulle prospettive future del dollaro, mettendo in evidenza i segnali di indebolimento che potrebbero emergere nei prossimi decenni. In particolare, l'autore dedica ampio spazio alle sfide che oggi minacciano la centralità del dollaro, tra cui l'emergere di alternative come le criptovalute e l'internazionalizzazione della moneta cinese, lo yuan. L'autore esplora inoltre il tema della fine di un'epoca caratterizzata da tassi d'interesse e inflazione stabili e bassi, evidenziando come un cambiamento radicale delle condizioni macroeconomiche globali potrebbe minare la capacità del dollaro di rimanere al centro del sistema monetario internazionale.

  Al cuore della riflessione di Rogoff vi è la consapevolezza che l'attuale ordine globale non è il frutto di un'inevitabilità storica, ma una configurazione che potrebbe subire profondi mutamenti. La critica al sistema di dominanza del dollaro si intreccia con un'analisi sulle conseguenze di tale predominio, che Rogoff descrive come ambivalente. Se da un lato la posizione preminente del dollaro consente agli Stati Uniti di godere di vantaggi unici – come il finanziamento del debito a costi contenuti e una certa immunità rispetto alle crisi valutarie – dall'altro lato questa centralità comporta rischi sistemici a livello globale. L'autore sostiene che un ordine monetario così asimmetrico possa portare a una crescente insoddisfazione da parte degli altri paesi, i quali potrebbero cercare di ridurre la loro dipendenza dal dollaro, con potenziali conseguenze destabilizzanti per l'intero sistema finanziario internazionale.

  Nel tratteggiare le possibili evoluzioni future, Rogoff è consapevole delle forze che potrebbero portare a una parziale disgregazione dell'egemonia del dollaro, ma non cede alla tentazione di un allarmismo eccessivo. Sebbene l'autore esprima preoccupazione per l'instabilità economica che potrebbe derivare da un declino dell'egemonia monetaria statunitense, non manca di sottolineare che il dollaro continua a godere di una serie di vantaggi difficilmente replicabili, tra cui una solida rete di istituzioni globali che favoriscono la sua centralità. Inoltre, Rogoff suggerisce che, sebbene il futuro possa riservare nuove sfide, non è affatto certo che l'impero del dollaro sia destinato a cedere il passo a nuove forme di ordine economico globale.

  Rogoff riesce a intrecciare la teoria economica con la dimensione politica e storica, proponendo un quadro completo e multidimensionale della situazione. In questo senso, "L'impero del dollaro" si configura come una lettura essenziale per comprendere le dinamiche di potere che sottendono al sistema monetario globale, ma anche come un avvertimento sulle potenziali fragilità di un ordine che, pur essendo ancora dominante, è tutt'altro che immune a mutamenti radicali.

  La domanda che emerge dalla lettura del libro è, in fondo, se il mondo possa continuare a fare affidamento su un ordine così sbilanciato o se nuove forze geopolitiche ed economiche modificheranno radicalmente l'assetto attuale. In questo contesto, la riflessione di Rogoff risulta non solo pertinente, ma anche cruciale.

La Redazione

7 ottobre 2025