L'intesa impossibile Stampa E-mail

Pietro Davide Tulipano

L'intesa impossibile
Carlo Silvestri, un ponte tra fascisti e antifascisti


Guerini e Associati, pagg.232, € 23,00

 

tulipano intesa  La monografia di Pietro Davide Tulipano, "L'intesa impossibile", affronta, con rigore narrativo e intelligenza critica, la vicenda di Carlo Silvestri – figura finora poco esplorata – come crocevia di mondi ideologici in conflitto e, insieme, come sperimentatore di una possibile mediazione etica nella tormentata storia italiana del Novecento. Il volume offre un contributo che mira a elevare la biografia individuale a chiave interpretativa per più ampie dinamiche di trasformazione politica e culturale.

  Tulipano ricostruisce l'arco di vita di Silvestri, dai tanti ancoraggi ideali (socialismo, cattolicesimo, antifascismo) alla sua testimonianza sul delitto Matteotti, fino al tentativo di farsi ponte tra fasci di credenze contrapposti. Attraverso questo profilo, l'autore sviluppa una riflessione sull'ambiguità – nel senso positivo del termine – dell'appartenenza politica, dell'impegno civile e della marginalità etica.

  La scelta di un soggetto poco presente nel dibattito storiografico tradizionale consente all'autore di articolare una lettura originale: Silvestri è posizionato all'intersezione fra la sfera ideologica e quella esistenziale, divenendo veicolo di riflessione sulla soglia tra partecipazione attiva e distanza critica. In tal senso, l'autore evidenzia con chiarezza la tensione tra la fedeltà agli ideali e la critica dell'intransigenza dei partiti, mostrando come tale tensione abbia condotto il protagonista a un frequente isolamento.

  La ricostruzione biografica si integra con riflessioni di portata più ampia sul concetto di pacificazione nazionale, sul ruolo delle identità ideologiche e sull'idea di «ponte». Questo doppio livello – particolare e generale – costituisce uno degli apporti più rilevanti del volume.

  Silvestri, giornalista e saggista, fu inizialmente vicino al socialismo riformista, testimone diretto del delitto Matteotti (1924) e in seguito simpatizzante – seppur critico – del fascismo delle origini, da cui prese progressivamente le distanze fino a ricollocarsi, nel secondo dopoguerra, in una posizione di scomoda equidistanza tra fascismo e antifascismo. La sua traiettoria, segnata da numerose rotture e riavvicinamenti, rappresenta un prisma efficace attraverso cui osservare l'instabilità della cultura politica italiana, nonché la difficoltà, spesso drammatica, di tenere insieme giustizia e riconciliazione, identità e dialogo, azione e testimonianza.

  Tulipano si muove con consapevolezza all'interno di questo terreno sdrucciolevole, evitando tanto la celebrazione apologetica quanto la condanna univoca. L'impostazione biografica si fonda su una narrazione cronologicamente ordinata ma attraversata da nuclei tematici ricorrenti: l'insofferenza verso gli irrigidimenti partitici, la ricerca di una sintesi etico-politica non subalterna alle ideologie dominanti, la solitudine dell'intellettuale non allineato. L'autore dimostra particolare finezza nel cogliere il nesso tra biografia individuale e contesto storico, restituendo un'immagine sfumata ma coerente di un uomo che, pur consapevole della propria marginalità, non smise di interrogare criticamente i processi politici del proprio tempo.

  Silvestri, raramente al centro di studi monografici, viene qui sottratto alla condizione di nota a piè di pagina nelle biografie altrui – si pensi alla sua presenza episodica in studi su Matteotti, sul dissenso interno al fascismo o sulla stampa del ventennio – per essere restituito come protagonista di un percorso intellettuale autonomo e problematico. In tal senso, Tulipano compie un'operazione storiografica meritevole, contribuendo a colmare una lacuna e al tempo stesso a interrogare i presupposti stessi della periodizzazione canonica del secolo breve italiano.

  L'autore dimostra un'intelligenza interpretativa che raramente indulge in semplificazioni; la sua scrittura, priva di compiacimenti stilistici, è funzionale alla restituzione di una figura sfuggente, non riconducibile a categorie storiografiche predefinite. "L'intesa impossibile" è, in ultima analisi, un'opera che invita a ripensare non solo la biografia di Carlo Silvestri, ma la stessa idea di conciliazione politica come orizzonte possibile (o illusorio) nel contesto italiano del secondo Novecento.

La Redazione

20 ottobre 2025