Grazie Islam! Stampa E-mail

Franco Cardini

Grazie Islam!
Quelle poche, piccole cose che l'Occidente deve al mondo musulmano


PaperFIRST, pagg.265, € 18,00

 

cardini grazieislam  Franco Cardini, storico di grande esperienza e riconosciuta autorità nel campo delle relazioni tra mondo cristiano e mondo musulmano, offre con "Grazie Islam!" una riflessione originale sull'eredità culturale che l'Islam ha lasciato all'Occidente. L'autore non si limita a un semplice omaggio storico, ma propone una visione integrata e profonda della comune radice culturale che lega le civiltà abramitiche – in particolare quella musulmana e quella cristiano-occidentale.

  Il titolo stesso, ironico nella sua apparente modestia, è un invito a superare pregiudizi e luoghi comuni sull'Islam, sottolineando un legame che ha segnato la storia in modo fondamentale. La tesi di Cardini non è nuova, ma la sua capacità di rielaborarla in modo accessibile e incisivo offre una lettura avvincente e aggiornata. Il punto centrale del libro è il riconoscimento del ruolo decisivo giocato dal mondo musulmano nel dar forma alla nostra civiltà, non solo sul piano della scienza e della filosofia, ma anche in ambiti come la medicina, la matematica, la geografia e l'astronomia.

  Il volume si configura come una sorta di antidoto intellettuale alla narrazione troppo spesso prevalente nelle discussioni pubbliche sull'Islam, che lo dipingono esclusivamente in termini di conflitto e violenza. Cardini, al contrario, con un approccio equilibrato e rigoroso, espone i numerosi contributi che la cultura islamica ha fornito al progresso umano. Questi non si limitano a un mero passaggio di sapere, ma sono il risultato di un fecondo intreccio tra tradizioni, culture e religioni che attraversano secoli di storia.

  Una delle intuizioni più riuscite dell'autore è la sua capacità di rivelare l'influenza profonda e silenziosa dell'Islam su aspetti che, per quanto fondamentali, tendiamo a dare per scontati. L'esempio della matematica è paradigmatico: Cardini ricorda che i numeri arabi, oggi talmente integrati nel nostro sistema di calcolo da sembrare quasi naturali, sono il frutto di una tradizione matematica e scientifica che ha attraversato il mondo islamico, con figure di spicco come al-Khwarizmi, i cui lavori hanno plasmato il pensiero occidentale. In questo contesto, Cardini non solo sottolinea i successi della scienza musulmana, ma anche il fondamentale ruolo di mediazione giocato dalle università medievali, che, ispirandosi agli studia musulmani, hanno gettato le basi del nostro moderno sistema educativo.

  L'autore rivisita anche la figura del "Saladino", simbolo di eroismo cavalleresco, per evidenziare l'aspetto eroico e complesso della cultura islamica, lontano dalle semplificazioni che tendono a ridurre ogni confronto tra Oriente e Occidente a una contrapposizione binaria. Il Saladino, che divenne una figura rispettata non solo in Oriente, ma anche in Occidente, è presentato da Cardini come esempio di un'umanità che trascende le frontiere culturali e religiose, e non come il semplice antagonista delle Crociate, come spesso lo si riduce a essere nella narrativa occidentale.

  Un altro elemento cruciale della trattazione è la riflessione sul dialogo tra filosofia e teologia nelle civiltà musulmana e cristiana. La sintesi operata dai pensatori musulmani, tra cui Avicenna e Averroè, è fondamentale per comprendere come il pensiero islamico abbia contribuito al recupero e all'interpretazione delle opere greche, che erano alla base anche della filosofia medievale occidentale. Dante stesso, come giustamente ricordato da Cardini, afferma che "Avicenna e Averroè sono i padri del nostro sapere", indicando un affondo filosofico che rispetta il lascito dell'Islam senza minimizzarlo o ignorarlo.

  Cardini non si limita però a tessere una narrazione unilaterale di gratitudine, ma sottolinea le contraddizioni e le sfide che hanno caratterizzato il rapporto tra l'Occidente e il mondo musulmano. Il libro non dimentica, infatti, le guerre, le incomprensioni, e le tensioni che hanno segnato la storia comune, ma insistere sul fatto che "le civiltà, i saperi, le scienze, le culture rimangono", e che il valore della memoria storica e culturale deve prevalere su ogni altro tipo di narrazione, è l'affermazione finale che dà al lavoro di Cardini una nota di speranza e di rinnovato impegno nel riconoscere l'importanza del dialogo interculturale.

  Tuttavia, sebbene il libro sia un contributo significativo alla comprensione delle relazioni tra Islam e Occidente, sarebbe stato interessante se Cardini avesse dedicato maggior attenzione alla dimensione contemporanea di questi rapporti, alla luce delle sfide globali che oggi attraversano entrambe le civiltà. Il volume si concentra infatti principalmente sull'epoca medievale, dove il dialogo tra le due culture era più manifesto e strutturato, ma lascia sullo sfondo le problematiche attuali, che sono purtroppo ancora marcate da incomprensioni, conflitti e stereotipi. Un approfondimento su come il legame storico tra Islam e Occidente si declini nel XXI secolo avrebbe reso il lavoro ancora più completo.

La Redazione

3 novembre 2025