Geopolitica dell'acqua (Imperi n.12/2007) Stampa E-mail

Geopolitica dell'acqua (Imperi n.12/2007)

Nuove Idee, pagg.197, Euro 22,90

 

imperismalltop.jpg   Alla geopolitica dell'acqua è dedicato il numero 12 di Imperi, il quadrimestrale di geopolitica e globalizzazione diretto da Aldo Di Lello e pubblicato dall'Editrice Nuove Idee (viale delle Medaglie d’Oro, 73 – 00136 Roma. Tel.06/45468600).

  Il problema dell'emergenza idrica s'annuncia come la grande questione del XXI secolo. I mass media occidentali non ne parlano. Ma la contesa per il controllo politico di falde e acquedotti è più dirompente del problema petrolifero e può produrre conflitti in molte regioni del pianeta. Scrive Marco Cochi: "si calcola che nel 2025 saranno 5,5 miliardi le persone interessate dall'emergenza, cioè circa i 2/3 della popolazione mondiale. La metà della quale vive in zone densamente abitate come Cina e India, mentre il resto ad essere interessata dal fenomeno si distribuisce tra America Latina, Asia e soprattutto in due parti dell'Africa: la regione subsahariana ed il Corno. Ma il dato inquietante è costituito dalle quasi 1,5 milioni di persone che ogni anno muoiono nel mondo per questa condizione di penuria".

  Il conflitto israelo-palestinese nasconde anche la contesa per il controllo delle risorse idriche della regione. E' quanto spiega Roberto Coramusi nel saggio intitolato "L'acqua dietro l'Intiada", in cui si legge che "nella West Bank solo il 5% dei terreni coltivati dai palestinesi è irrigato, contro il 70% di quelli curati dai coloni israeliani. Uno squilibrio confermato dalla forte differenza annua di consumi, come mostrano i dati dell'Accademia palestinese per gli affari internazionali: un colono consuma in media tra i 640 e i 1.480 mc l'anno, un israeliano 370, un palestinese poco più di 100".

  Raffaele Cazzola Hofmann si occupa, invece, del Continente nero, dove avanza la desertificazione e aumenta lo squilibrio dell'ecosistema. E' un'emergenza non solo ambientale, ma anche geopolitica perché crescono l'instabilità e il rischio di conflitti per accaparrarsi le terre non ancora inaridite. "L'Africa - spiega Cazzola Hofmann - cresce a livello demografico ma l'accesso all'acqua è insufficiente. Il caso del Nilo è esemplare: le sue acque passano per nove Paesi africani ancora legati da un accordo firmato nel lontano 1929. Si tratta di uno strumento giuridico del tutto anacronistico (al momento della firma la controparte dell'Egitto, unico Stato allora indipendente, era l'Impero britannico) e comunque scarsamente rispettato dalle parti che continuano a fare di tutto per superare le quote di risorse consentite. Infatti l'Egitto è il bersaglio di dure critiche da parte dei partner che lo accusano di "succhiare" quasi tutta l'acqua del Nilo. Gli egiziani rispondono alle accuse addirittura contrattaccando: i circa 55 miliardi di metri cubici d'acqua a cui hanno diritto ogno anno, stabiliti quando l'Egitto contava poco più di venti milioni di abitanti, sono insufficienti alle necessità di un Paese la cui popolazione è oggi a quota 79 milioni e che nel 2050, secondo le stime più credibili, toccherà circa 150 milioni di individui".

  Una parte del volume è poi dedicata alle "Tensioni balcaniche", con saggi di Antonio Albanese, Joseph Pillet, Marco Leofrigio, Massimo Ciullo, Andrea Marcigliano, Luca Fantin.

  Nella sezione "Geocultura", degno di nota è il saggio di Teodoro Klitsche de la Grange intitolato "Nuove guerre, vecchi tribunali", in cui vengono affrontate le questioni più spinose scaturite dai conflitti asimmetrici e dall'offensiva terroristica del nostro tempo. Spiega l'Autore: "Il problema che si pone oggi, di fronte a queste nuove forme di guerra, è se e in che misura quelle distinzioni (Stato sovrano o no) e quel che ne consegue (gli eserciti si combattono con gli eserciti; ai briganti pensano polizia e giudici) siano tuttora applicabili".

  Per informazioni e/o richieste: Editrice Nuove Idee, viale delle Medaglie d’Oro, 73 – 00136 Roma. Tel. 06/45468600