Perché credo. Una vita per rendere ragione della fede Stampa E-mail

Vittorio Messori - Andrea Tornielli

Perché credo. Una vita per rendere ragione della fede

Piemme, pagg.429, Euro 20,00

 

messori_perchecredo.jpg  IL LIBRO - Vittorio Messori è il più noto scrittore cattolico a livello internazionale, autore di bestseller tradotti in tutto il mondo. Ha firmato, tra l'altro, due libri intervista con gli ultimi due papi. Eppure, Messori non è nato cattolico. La famiglia e la scuola ne avevano fatto un anticlericale e un razionalista della dura scuola torinese. Poi, nell'estate del 1964, accadde qualcosa di imprevedibile: un incontro con il Vangelo - al quale dedicherà gli studi di una vita - che, come a forza, lo "converte". Una storia insolita, in fondo drammatica, che Messori descrive per la prima volta in questo dialogo con il collega Andrea Tornielli, svelando particolari finora taciuti. Una svolta radicale, tale da rovesciare la sua vita e quella dei molti che, grazie ai suoi libri, scopriranno o riscopriranno la fede. Uomo di frontiera tra le "due culture" - ha lavorato a lungo a "La Stampa" e da anni collabora al "Corriere della sera", ma si è impegnato anche ad "Avvenire" e nel Gruppo di "Famiglia cristiana" - Messori è credente dalla prospettiva cattolica ortodossa e, al contempo, non conformista, aliena da ogni clericalismo, integralismo o moralismo di sorta. "Giudico le idee di tutti. Non giudico la vita di alcuno", dice. In questo libro - che è storia di una vita, ma anche riflessione di grande spessore culturale - si offre, tra l'altro, una replica ai pamphlets attuali che accusano di ignoranza o scarsa intelligenza chi abbia ancora il coraggio di dirsi credente.

 

  DAL TESTO - "L'Inquisizione era l'equivalente del nostro ministero della Sanità, vegliava perché il nutrimento dello spirito non fosse inquinato, i suoi processi avevano un valore "medicinale". Questo, in effetti, era il termine impiegato. Era sempre pronta a perdonare se l'inquisito riconosceva il suo errore, se ritornava nella prospettiva dell'ortodossia e cessava così di essere malato e contagioso. Essa non agiva, come sai, contro ebrei e musulmani. Che erano altra cosa e dunque non pericolosi, bensì contro cristiani sospettati di adulterare la Parola di Dio e che, pertanto, potevano ingannare i credenti nel Vangelo. Era la gente stessa che la esigeva: possibile che nessuno storico faccia notare che non ci furono mai rivolte né proteste di popolo contro la sua esistenza e il suo modo di procedere? La gente la voleva per sua tranquillità, così come oggi pretendiamo di essere tutelati dalla medicina pubblica. Era tale, questa esigenza popolare, che gli inquisitori ebbero una funzione moderatrice, intervenendo a placare sospetti, agitazioni, pericoli di giustizia sommaria, ricorrendo se necessario a una propria polizia armata e, ristabilito l'ordine, mettendo al lavoro tribunali di cui la storiografia moderna ha riconosciuto l'equità, la prudenza, il rispetto delle regole".

 

  L'AUTORE - Vittorio Messori, modenese per nascita (1941), torinese per cultura, milanese per professione giornalistica ed editoriale, abita ora sul Garda. Consapevole che la vita «o la si vive o la si scrive», ha sempre cercato un angolo appartato dove riflettere su come persuadere che la Speranza esiste, che è fondata, che il credente non è un credulo. E che il cristiano non è un cretino.

 

  INDICE DELL'OPERA - Qualche parola al lettore sulle ragioni di un libro, di Andrea Tornielli - 1. «Qui sto, non posso nient'altro» - 2. Un seminario laico - 3. Il taccuino del libertino - 4. Il Vangelo nel cassetto - 5. L'incontro con Pascal - 6. Tra Padre e Figlio - 7. Il "cerchio" incompreso: la Chiesa