Piazza Fontana. Noi sapevamo Stampa E-mail

Andrea Sceresini - Nicola Palma - Maria Elena Scandaliato

Piazza Fontana. Noi sapevamo.

Golpe e stragi di Stato. Le verità del generale Maletti

Aliberti Editore, pagg.240, Euro 17,00

 

piazzafontana_aliberti  IL LIBRO - «Quel giorno, a piazza Fontana, erano in quattro…». L’esplosivo di piazza Fontana si trovava in un arsenale di Venezia e proveniva dalla Germania. A quarant’anni dalla strage, emerge la più inquietante delle verità. A raccontarla è l’ex capo del controspionaggio del Sid, Gian Adelio Maletti, intervistato nel novembre 2009 dai giornalisti Andrea Sceresini, Nicola Palma e Maria Elena Scandaliato nel suo rifugio dorato in Sudafrica, dove è scappato trent’anni fa per sfuggire all’arresto. Il generale per la prima volta apre i suoi archivi, allungando un’ombra inquietante sulla matrice americana della strage e facendo importanti rivelazioni sull’esplosivo usato a piazza Fontana, sul percorso delle bombe e sul commando («Io so i loro nomi»), composto da elementi legati all’eversione nera veneta. Gli autori dell’intervista sono riusciti a individuare uno di loro, cosa che né la magistratura né la stampa erano mai state in grado di fare. Maletti riferisce di un coinvolgimento americano anche nel golpe Borghese e nella strage di piazza della Loggia, che sarebbe stata eseguita da neofascisti «della stessa covata di piazza Fontana». Tra coloro che sapevano di questa strategia, figurano i nomi di Giulio Andreotti e del presidente Saragat, insieme ad altri personaggi minori: uno di questi, assicura Maletti, era ministro nel penultimo governo Berlusconi. Il generale si sofferma inoltre su molti dei cosiddetti “grandi misteri d’Italia”, dal caso Pecorelli all’omicidio Calabresi. Le sue precise ammissioni circa le dinamiche di alcuni episodi chiave della strategia della tensione e le rivelazioni sul Sid, sull’Ufficio affari riservati e sull’esercito italiano aprono nuovi inquietanti scenari sul lato oscuro dello Stato.


  DAL TESTO - "Nel 1969, Giannettini era alle strette dipendenze del generale Federico Gasca Queirazza, il mio predecessore. Il controllo nei suoi confronti era piuttosto stretto: più stretto, certamente, di quello che poi esercitò il sottoscritto. Gasca era un militare di valore. Dubito, però, che si guardasse in giro, quando si trovava in ufficio, e che gridasse: «Dov'è Giannettini? Non sarà mica andato a Padova?».
  "[...] Giannettini, in fondo, conosceva l'ambiente: era amico di Freda e Ventura. Era considerato l'intellettuale del gruppo: molto più preparato di Ventura. Forse, anche più di Freda. È possibile che fosse andato a Padova, e che sapesse tutto. Comunque sia, non ha mai rivelato nulla, neppure durante i processi. Non ha mai rivelato nulla di interessante. Sapeva, probabilmente. E probabilmente aveva paura".


  GLI AUTORI - Andrea Sceresini (Sondrio, 1983), giornalista, ha scritto per «Il manifesto», «Diario», «Avvenire» e «Il Giorno». Nicola Palma (Apricena, Foggia, 1982) scrive sul quotidiano «Il Giorno», dove si occupa di calcio e sport; ha collaborato con «Il manifesto». Maria Elena Scandaliato (Roma, 1980) ha lavorato per Sky e per RomaUno Tv; ha scritto articoli e inchieste per «Diario», «L’Europeo» e «L’Espresso». Insieme hanno realizzato numerose videoinchieste per Speciale Tg1, Corriere.it e La storia siamo noi.

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Paolo Biondani - Piazza Fontana, noi sapevamo - Introduzione. Nascita di un'indagine - Un uomo in divisa - Anni Sessanta, l'Europa in fiamme - Piazza Fontana - I depistatori - Vogliamo i colonnelli - La lunga scia di sangue - I grandi misteri - Tempo di bilanci - Epilogo. E l'inchiesta continua - Appendice - Cronologia - Indice ragionato dei nomi principali - Bibliografia - Indice dei nomi