Labirinto Iran Stampa E-mail

Aa. Vv.

Labirinto Iran. Ipotesi di pace e di guerra

Elliot Edizioni, pagg.314, Euro 22,00

 

aavv_labirintoiran  IL LIBRO – Qual è la strategia giusta nei confronti dell’Iran? Come mettere termine alle minacce nucleari, impedire il sostegno ai terroristi e riportare stabilità in una regione che assomiglia sempre di più a una polveriera sul punto di esplodere? Questi sono interrogativi che da oltre trent’anni vengono discussi non solo a Washington, ma anche nel resto dei paesi occidentali, e a oggi non hanno prodotto una strategia valida e risolutiva. Le recenti scoperte di nuovi laboratori per la lavorazione dell’uranio e una tecnologia sempre più innovativa messa in campo da Teheran hanno accelerato in maniera drammatica la ricerca di una soluzione a livello internazionale. Il progetto Labirinto Iran nasce da questa urgenza. Un team di autori riconducibili al Saban Center for Middle East Policy presso il Brookings Institution ha raccolto le nove ipotesi che sono in questo momento in discussione: dalla via diplomatica fino a quella militare, illustrandone i pro e i contro, definendo esattamente quali energie necessarie corrispondono a ogni ipotesi valutata, quali sono i rischi e quali le conseguenze. Un’analisi dettagliata e scevra da ideologie, che fotografa perfettamente il terreno minato su cui ci si sta muovendo, in cui viene ribadita non solo l’urgenza di un’azione condivisa ma soprattutto la necessità di un uso integrato di tutte le strategie che sono all’esame.

  DAL TESTO – "Il paradosso forse più pericoloso derivante dalle elezioni e dalle conseguenti proteste è che il clamoroso scoppio dell'insurrezione democratica, della lotta popolare e della rivolta degli oppressi contro i tiranni non è riuscito a rovesciare il regime, o almeno non ancora, ma ha finito invece per renderlo ancora più repressivo. Le proteste hanno scatenato una severa epurazione da parte della Guida Suprema, del presidente e della Guardia Rivoluzionaria, che hanno imprigionato o costretto al silenzio gli elementi meno radicali del regime. Tutti quelli che consideravamo "pragmatici" o addirittura "moderati" (almeno secondo gli standard della Repubblica islamica) sono stati estromessi dalle posizioni di potere. Gli appelli alla moderazione che venivano un tempo rivolti alla Guida Suprema dai suoi consiglieri e che bilanciavano le richieste perentorie degli estremisti del regime sono stati banditi. Esaminando l'opzione della Persuasione nel primo capitolo, osserviamo come il suo obiettivo fosse suscitare un dibattito all'interno dell'élite iraniana su quale aspetto ritenesse più importante: il programma nucleare o l'economia e i rapporti con il mondo esterno? La promessa dell'opzione della Persuasione è aiutare le voci moderate a dimostrare che l'Iran verrebbe ampiamente ricompensato se scegliesse la seconda opzione e severamente punito se optasse per la prima. Il problema è che il regime ha tirato le somme, ma il dibattito riguardava la politica interna, non la politica estera, e purtroppo ha prevalso proprio l'opzione che temevamo, almeno per il momento. E così, il movimento per la promozione della democrazia e della moderazione ha prodotto una maggiore autocrazia e un regime più incline alla violenza".

  GLI AUTORI – Kenneth Pollack è il direttore delle ricerche al Saban Center for Middle East Policy e autore di A Path Out of the Desert (Random House, 2008) e The Persian Puzzle (Random House, 2004). Daniel Byman è il direttore del Center for Peace and Security Studies all’Università di Georgetown e l’autore di The Five Front War (Wiley, 2007). Martin Indyk, direttore del Saban Center for Middle East Policy, è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Israele e assistente del segretario di Stato durante l’amministrazione Clinton. Suzanne Maloney ha lavorato al Dipartimento di Stato americano come responsabile dell’osservatorio sul Medio Oriente, ed è l’autrice di Iran’s Long Reach (U.S. Institute of Peace, 2008). Michael O’Hanlon è il responsabile del Foreign Policy Studies presso il Brookings Institution. Bruce Riedel, consigliere presso l’amministrazione Obama per la pianificazione delle strategie verso Afghanistan e Pakistan, è l’autore di The Search for al Qaeda (Brookings Institution Press, 2008). Il Brookings Institution, fondato nel 1916, è un’organizzazione no-profit famosa per essere uno dei primi “think tank” sul suolo americano. Ha sede a Washington e conduce programmi di ricerca ed educazione in campo economico e in politica estera. The Foreign Policy Think Tank Index ha nominato il Brookings come migliore think tank del 2009. Il Saban Center for Middle East Policy, fondato nel 2002, è un centro di ricerca presso il Brookings specializzato nell’analisi del coinvolgimento degli Stati Uniti in Medio Oriente.

  INDICE DELL’OPERA - Premessa - Prefazione all'edizione italiana - Introduzione. Il problema di Teheran. Le opzioni politiche statunitensi nei confronti dell'Iran - Parte I. Dissuadere Teheran. Le opzioni diplomatiche - Capitolo 1. Un'offerta che l'Iran non dovrebbe rifiutare. Persuasione - Capitolo 2. Tentare Teheran. L'opzione del Dialogo - Parte II. Disarmare Teheran. Le opzioni militari - Capitolo 3. Andare fino in fondo. Invasione - Capitolo 4. L'opzione Osirak. Attacchi aerei - Capitolo 5. Ci pensa Bibi. Autorizzare o incoraggiare un attacco militare israeliano - Parte III. Rovesciare Teheran. Il cambiamento di regime - Capitolo 6. La rivoluzione di velluto. Sostenere un'insurrezione popolare - Capitolo 7. Fomentare l'insurrezione. Sostenere gruppi di minoranza e di opposizione iraniani - Capitolo 8. Il colpo di Stato. Sostenere un'azione militare contro il regime - Parte IV. Dissuadere Teheran. Contenimento - Capitolo 9. Accettare l'inaccettabile. Contenimento - Conclusione. Elaborare una politica integrata sull'Iran. Combinare le opzioni - Note