Nigra subucula induti Stampa E-mail

a cura di Marco Giuman e Ciro Parodo

Nigra subucula induti
Immagine, classicità e questione della razza nella propoaganda dell´Italia fascista

Cleup, pagg.372, Euro 24,00

 

giuman_parodo_nigra  IL LIBRO – Tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo, sulla scia di una maggiore acquisizione dell´identità nazionale conseguente all´azione delle correnti intellettuali risorgimentali, l´Italia si riappropria del mito delle origini e dunque dell´archetipo Roma. È solo con il fascismo, tuttavia, che l´idea dell’“Urbs”, deformata iconograficamente ad uso e consumo della propaganda, si muta in vero e proprio fenomeno statale, antiliberale e apertamente razzista.

  DAL TESTO – “In origine l'appellativo attribuito a Mussolini non costituiva un richiamo alla romanitas ma apparteneva ad una lunga tradizione di matrice repubblicana quale generico sinonimo di guida, così come nell'antichità doveva designare in maniera sommaria un capo militare e solo in seguito alla riforma dioclezianea acquisì un significato specifico, indicando il comandante militare delle province. Come sottolineato da Andrea Giardina è proprio il suo valore sernantico ampio e adattabile alle più diverse contingenze a rendere questo termine particolarmente adeguato ad essere impiegato in un ambito politico quale quello del Ventennio, in cui appare palese la dissonanza costituzionale tra le due autorità preminenti incarnate dal capo del Pnf e dal re. È ancora Giardina, pur sottolineandone le debite proporzioni, a tracciare un parallelo tra il significato di dux e di Augustus, titolo onorifico assegnato nel 27 a.c. ad Ottaviano in qualità di restitutor rei publicae. La comparazione, tuttavia, per quanto giustificata dalla comune indefinitezza giuridica di entrambi i termini, sembra mostrare un minore grado di immediatezza allorché si pone a raffronto la natura del carisma posseduto dall'appellativo di duce e quella propria del titolo di Augustus.

  I CURATORI – Marco Giuman è ricercatore di Archeologia Classica presso l´Università di Cagliari. Le sue principali linee di ricerca riguardano l´analisi dei modelli cognitivi che contrassegnano la fruizione dell´immagine nel mondo classico e lo studio dei meccanismi di interrelazione tra immagine, culto e rito nella Grecia antica.
  Ciro Parodo, laureato e specializzato in Archeologia Classica, svolge la sua attività di ricerca presso l´Università di Cagliari. È interessato ai meccanismi ideologici di riuso della classicità nell´età contemporanea e in particolare alle dinamiche di percezione dell´alterità nel mondo romano e alla loro risemantizzazione da parte dell´ideologia fascista.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Alessandra Coppola - Preludio in do maggiore, di Marco Giuman - Saran belli gli occhi neri... - Parte prima, di Ciro Parodo - Roma e fascismo, un caso di distorsione storico-culturale - Capitolo I. Impero e razza, rito e mito: archetipi del fascismo, aberrazioni della romanità - Capitolo II. La maschera fascista di Augusto - Parte seconda, di Marco Giuman - «Esiste oramai una pura "razza italiana"». Come educare gli italiani all'odio - Capitolo III. 15 luglio 1938: alea iacta est - Capitolo IV. La difesa della razza: come educare all'odio per immagini - Capitolo V. Mimesi di una pseudoscienza - Capitolo VI. L'altro lato dello specchio - Capitolo VII. Altri spazi, altri luoghi, altri razzismi – Epilogo. L'ultimo dei Romani – Appendice, di Ciro Parodo - Comunicare per immagini - Appendice iconocrafica - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi