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a cura di Gianfranco de Turris

Altri Risorgimenti
L'Italia che non fu (1841-1870)

Edizioni Bietti, pagg.440, Euro 22,00

 

deturris_altri  IL LIBRO – Recita l’adagio che col se e col ma la storia non si fa. Giusto. Però con qualche se la Storia deve pur vedersela. Spiace non trovarsi d’accordo con un venerato maestro dell’autorevolezza di Benedetto Croce, secondo il quale le idee sono il propellente della Storia con maggior numero di ottani. È bella pensarla così. È edificante. Aiuta a sentirci migliori. Ma c’è poco da fare: nel mettere insieme le tessere che alla fine disegneranno le pagine della Storia hanno contato, contano e conteranno anche i mal di testa, le simpatie e le antipatie, gli amori egli adulteri, la pigrizia, l’insonnia, la fame e la sete, i malumori, i calli, la cattiva digestione.

  DAL TESTO – “[…] Altri Risorgimenti è qualcosa di più di una raccolta di prodigiosi, acrobatici esercizi letterari sui se e sui ma che non farebbero la storia. È una sorta di memento e di occasione per riflettere su quanto abbia contato l'accaduto, ancorché insignificante, nel determinare il punto di bussola della Storia. E se, come leggerete in questa antologia, Napoleone III avesse intercettato una certa lettera di Cavour indirizzata a Costantino Nigra e con la quale si complimentava col diplomatico per essersi fatto sedurre da quella tombeuse de l'homme dell'imperatrice Eugenia? Visto che le abbiamo sempre dato tanta importanza ai fini dell'Italia una e indivisibile, le belle forme della Castiglione avrebbero fatto aggio sul prurito alle imperiali corna? E se il cardinal Mastai Ferretti non fosse stato eletto papa col nome di Pio IX? E al suo posto fosse salito al Soglio un duro reazionario poco propenso a lasciarsi aprire brecce nelle mura?
  “Il visionario autore di questo se prefigura una Roma odierna ancora soggetta al papa-re e la spedizione dei Mille, Teano, Porta Pia, appunto, episodi di un film di fantastoria. Perché no? E perché no se - ecco un altro se - Leopoldo II di Toscana, invece di darsela a gambe, fosse restato nel '59 a Firenze, la regione non potrebbe essere a tutt'oggi granducale? Non parliamo delle conseguenze d'una vittoria di Napoleone III a Sedan o della morte di Carlo Alberto e del figlio Vittorio Emanuele sul campo di battaglia di Goito. L'autore di quest'ultimo se non ha difficoltà nell'immaginare la fine dei Savoia e, spingendo un po' più avanti, ma non troppo, l'immaginazione, figurarsi l'ascesa al trono di quel "Canapene" che in un precedente se abbiamo visto impavido al suo posto di granduca.”

INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Paolo Granzotto - Se il Risorgimento..., di Gianfranco de Turris - Altri Risorgimenti - Il Natale del colonnello, di Giorgio Ballario (1841: se Garibaldi non fosse tornato dal Sud America) - L'Italia s'è desta, di Pierfrancesco Prosperi (1846: se il cardinale Mastai Ferretti non fosse stato eletto Papa) - Troncare e sopire, di Tullio Bologna (1848: se Carlo Alberto e Pio IX non fossero stati frenati dai loro timori) – Simmetrie, di Luigi De Pascalis (1848: se Carlo Alberto e suo figlio Vittorio Emanuele fossero morti durante la battaglia di Goito) - La Bela del Birù, di Filoteo Maria Sorge (1849: se Vittorio Emanuele II avesse abdicato per amore della Bela Rosìn e fosse andato in Sud America) - Il sogno del professor Seminati, di Marco Cimmino (1853: se Cavour fosse morto prima di cambiare il corso del Risorgimento) - La Promessa del Ritorno, di Marco Marino (1857: se Carlo Pisacane avesse rinviato la sua spedizione al 1881) - Il risveglio della chimera, di Renato Pestriniero (1858: se a Plombières con Napoleone III e Cavour ci fosse stato Mr. Howells) - Il sangue dell'Aquila, di Enrico Rulli (1859: se il granduca Leopoldo II non fosse fuggito e la Toscana fosse rimasta indipendente) - Le spie di Sua Maestà, di G. Cozzolino e B. Pezone (1859: se Francesco II avesse accettato l'alleanza con Vittorio Emanuele II) - La lettera galeotta, di Augusto Grandi (1860: se Napoleone III avesse intercettato la lettera di Cavour a Nigra) - Il trombettiere, di Dino Simonelli (1860: se Garibaldi fosse stato sconfitto a Calatafimi) - L'oro di Napoli, di Donato Altomare (1860: se i piemontesi avessero interrotto l'assedio di Gaeta) - La ritrattazione di Cavour, di Nicola Verde (1861: se a Cavour morente fosse stato attribuito il ripudio della sua politica anticlericale) - La conquista di Potenza, di Gianandrea de Antonellis (1861: se il generale Borjes e la banda Crocco avessero occupato Potenza e la Basilicata) - La Parola perduta, di  Errico Passaro (1862: se Costantino Nigra fosse stato eletto Gran Maestro dell'Oriente d'Italia) - L'Eroe dei Due Sud, di Francesco Grasso (1865: se il brigantaggio meridionale avesse avuto a capo un confederato) - "Signorno!", di Massimo Mongai (1866: se Garibaldi avesse risposto negativamente al telegramma dello Stato Maggiore italiano) - Iubilaeum Luciferi, di Mario Farneti (1870: se Napoleone III avesse vinto la battaglia di Sedan)