Il bravo soldato mulo Stampa E-mail

Lucio Fabi

Il bravo soldato mulo
Storie di uomini e di animali nella Grande Guerra

Mursia, pagg.202, € 15,00

 

fabi_soldatomulo  IL LIBRO – Nella Prima guerra mondiale accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali. Muli, buoi, cani, cavalli, maiali, piccioni vennero utilizzati per lo spostamento di reparti e materiali, per le comunicazioni e per il sostentamento delle truppe. La forzata coabitazione con gli uomini avvicinò gli uni agli altri in un possibile destino di morte e sofferenza: ufficiali e militari di truppa avevano così la possibilità di dare e ricevere affetto, ma anche quella di occuparsi di esseri più deboli e del tutto dipendenti da loro. Attraverso lettere, diari e fotografie scattate dagli stessi combattenti, Lucio Fabi ricostruisce ricordi, storie, episodi di vita vissuta del rapporto, dentro e fuori la trincea, tra uomini e animali, riscoprendo incredibili momenti di assoluta serenità e tenerezza in uno dei più tragici periodi della storia contemporanea.

  DAL TESTO – “Anche eserciti più attrezzati e tecnologici di quello italiano impiegavano in massa cavalli, muli e buoi per trasporti e necessità logistiche. Nel 1914, all'inizio del conflitto, l'esercito britannico aveva «arruolato» circa 200.000 cavalli, provenienti dal Regno Unito, dal Sudafrica, dalla Nuova Zelanda, dall'India, dalla Spagna e dal Portogallo. Venivano organizzati in squadroni di cavalleria e imbarcati per il fronte occidentale. A causa delle frequenti malattie e delle morti improvvise, il loro numero dovette essere incrementato di 15.000 unità ogni mese. Sottoposti a dure fatiche, spesso privi di cure e di una adeguata alimentazione, si calcola che non meno di otto milioni di cavalli, muli e asini morirono nel corso della Grande Guerra.”
  “Muli, cavalli, buoi, asini e cani fanno parte della tradizionale iconografia della Grande Guerra, ma non dobbiamo dimenticare che per tutto il conflitto e anche dopo l'invenzione di sistemi di comunicazione via radio con macchinari a più frequenze, i piccioni viaggiatori vennero usualmente impiegati da tutti gli eserciti come portaordini da e per il fronte e le retrovie. I piccioni stavano nelle ceste, di solito un maschio e una femmina, rigorosamente a digiuno, poiché una volta liberati era il bisogno di cibo a farli ritornare alla originaria sede di residenza. Ricorda infatti uno dei soldati addetti a tale compito che «il piccione ritornava a casa, rientrava nella gabbietta e il maresciallo andava a prendere il tubetto. Ogni tre giorni andavo in linea con il cesto dei piccioni. Il terzo giorno si cambiava soldato e piccioni».”

  L’AUTORE – Lucio Fabi è nato a Trieste nel 1954. Collaboratore di riviste storiche e istituzioni culturali, da tempo dedica le sue ricerche alla Prima guerra mondiale dal punto di vista dell’esperienza collettiva, della memoria e dell’escursionismo storico-turistico, collaborando fra l’altro all’allestimento di vari musei e mostre sulla Grande Guerra. Con Mursia ha pubblicato Uomini, armi e campi di battaglia della Grande Guerra. Fronte italiano 1915-1918 (2005) e Gente di trincea. La Grande Guerra sul Carso e sull’Isonzo (2009), e ha curato A cavallo della morte. 1915-1917: dagli Altipiani al Carso, gli appunti di guerra del tenente Bruschelli di Lebel Bruschelli (2007).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Capitolo Primo. Animali da guerra (Animali da guerra – Guerraa, natura, animali – L’amico dell'alpino - Il miglior amico dell'uomo - Il capitano «cagnaro» - Animali da cibo) - Capitolo Secondo. Guerra, uomini, animali (Le parole dei semplici - Le parole dei colti - In posa - Pet therapy - Cavalli e cavalieri - Guerra bestiale – Antropomorfismi - Vittime innocenti della guerra - Dalla parte degli animali - Una conclusione) - Note - Ringraziamenti